Erano attivi nel narcotraffico internazionale tra Piemonte, Calabria, Sardegna ma gli affari arrivavano fino in Germania, Spagna e Romania. Trentatré uomini legati alla ‘locale’ di Volpiano, nel Torinese, terminale economico delle famiglie reggine sono stati arrestati in un maxi-blitz, scattato al termine di un’inchiesta della procura antimafia di Torino, che ha coinvolto oltre 200 agenti della Direzione Investigativa Antimafia, un centinaio di poliziotti, carabinieri e finanzieri nonché 500 uomini della Polizia criminale del Baden-Wuttemberg, della polizia rumena e spagnola. Una “duro colpo” alle cosche, con numerose perquisizioni sia in Italia che all’estero e sequestri per milioni di euro.

Le misure di custodia cautelare – emesse dal Tribunale di Torino su richiesta della Dda piemontese e coordinata dalla Dna – riguardano persone ritenute affiliate alla ‘ndrangheta, attive nel ‘locale’ di Volpiano, considerate terminale economico della famiglia Agresta di Platì, nonché esponenti della famiglia Giorgi, detti ‘Boviciani’, di San Luca, che avevano loro ‘cellule’ anche nel Land del Baden Wuttemberg, nelle località turistiche del Lago di Costanza. Dieci degli arresti sono stati portati a termine in Sardegna.

Le accuse, a vario titolo, sono associazione mafiosa, associazione finalizzata al traffico internazionale di sostanze stupefacenti, riciclaggio, intestazione fittizia di beni, estorsione ed altri reati, aggravati dalle modalità mafiose. Sono stati perquisiti, oltre alle persone arrestate, ulteriori 65 indagati. L’operazione trae origine dalle dichiarazioni di un collaboratore di giustizia, discendente di due delle famiglie più influenti della ‘ndrangheta aspromontana – Agresta e Marando – egemoni anche in Piemonte e Lombardia, rilasciate alla Procura distrettuale di Torino a partire dall’autunno del 2016.

Le indagini, corroborate anche dalle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Domenico Agresta, hanno permesso da un lato di verificare l’appartenenza alla locale di Volpiano degli imprenditori Gianfranco Violi, dei fratelli Mario e Giuseppe Vazzana e di Domenico Aspromonte, e dall’altro di certificarne il ruolo ricoperto nella gestione – attraverso un importante ed articolato dedalo di società ed attività imprenditoriali – del patrimonio di origine illecita della famiglia Agresta.

I sequestri preventivi riguardano beni costituiti da compendi aziendali, società cooperative ed edilizie, immobili, autoveicoli, conti correnti bancari e postali, corrispondenti ad un valore per equivalente di molti milioni di euro. In particolare, sono oggetto della misura 5 compagini societarie che operano nel settore della ristorazione: la torrefazione Caffè Millechicchi e il bar Vip’s di Torino, una rivendita tabacchi a Volpiano, la G.P. Immobiliare e la società edile General Costruzione con sede nel capoluogo piemontese.

In collegamento con Rai News 24, Alberto Somma, capocentro della Dia di Torino, ha spiegato che le “hanno permesso di svelare una rete di narcotraffico internazionale con propaggini fino al Sud America”. L’inchiesta, ha aggiunto, ha avuto origine “dalle dichiarazioni di un collaboratore di giustizia ed ha portato a disvelare le trame economiche della criminalità organizzata nel comune di Volpiano”. Durante l’indagine, gli investigatori sono risaliti anche ai Boviciani di San Luca, altra famiglia “dedita al narcotraffico internazionale”, che ha nel Sud America un “punto di riferimento per le importazioni che permettevano alle persone coinvolte imponenti guadagni”.

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