Il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, è intervenuto interviene al Museo storico della Liberazione di via Tasso in occasione dell’anniversario della Liberazione. “Via Tasso evoca anche nei ricordi familiari l’orrore dell’occupazione Nazista e la ferocia delle dittature. Nel momento in cui anche i musei riaprono mi auguro che molti giovani abbiano l’opportunità di visitare queste stanze e conoscere le storie di tanti combattenti per la libertà che qui sono stati torturati e uccisi e di comprendere che senza il loro coraggio oggi non avremmo le libertà e i diritti di cui oggi godiamo. Libertà e diritti che non sono conquistati per sempre e non son barattatili con nulla. Sono più fragili di quello che si pensi. Il dovere della memoria riguarda tutti. Assistiamo oggi, spesso sgomenti, ai segni evidenti di una progressiva perdita della memoria collettiva dei fatti della Resistenza, sui valori della quale si fondano la Repubblica e la nostra Costituzione e a troppi revisionismi riduttivi e forvianti“. E poi continua: “Constatiamo inoltre l’appannarsi dei confini che la storia ha tracciato tra democrazie e regimi autoritari, talvolta persino tra vittime e carnefici. Vediamo crescere il fascino perverso di autocrati e persecutori delle libertà civili, soprattutto quando si tratta di alimentare pregiudizi contro le minoranze etniche e religiose”. Parole nette e non scontate per il premier che nella sua maggioranza ospita il partito di Salvini, resosi più volte protagonista di azioni social che non hanno spiccato per sensibilità antirazzista.

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25 aprile, Mattarella ai giovani: “Spinta morale dietro scelta partigiana”. Draghi: “Non tutti gli italiani furono ‘brava gente’, immorale non scegliere da che parte stare. Questa ricorrenza non invecchi”

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