Dopo le dichiarazioni dello staff di Alexei Navalny secondo il quale l’oppositore di Vladimir Putin “sta morendo” a causa della mancanza di cure adeguate in carcere, la comunicazione del servizio penitenziario federale ha fatto sapere che il blogger dissidente, da settimane ormai in sciopero della fame, sarà trasferito nel reparto ospedaliero della colonia penale IK-3 specializzato nell’osservazione medica dei detenuti. Ma dallo staff di Navalny comunicano che “il trasferimento alla colonia penale IK-3 è un trasferimento alla stessa colonia di tortura, solo con un grande ospedale, dove vengono trasferiti i malati gravi. E questo va inteso come il fatto che le condizioni di Navalny sono peggiorate così tanto che persino la colonia della tortura lo ammette”, ha scritto su Twitter Ivan Zhdanov, direttore del Fondo Anticorruzione. “È abbastanza chiaro che ora ci viene data una sorta di ‘buona notizia’ sulle condizioni di Alexei prima della protesta. Non fatevi ingannare, possiamo ottenere le vere informazioni solo dagli avvocati”.

Gli oppositori di Putin, che hanno convocato nuove manifestazioni per mercoledì fortemente osteggiate dalla polizia russa, sostengono che un ex dipendente del Fondo Anticorruzione abbia ottenuto per conto dell’intelligence russa gli indirizzi email delle persone che si sono registrate sul sito Svobodu Navalnomu (“Libertà per Navalny”) per partecipare alla protesta in difesa del dissidente: “Tecnicamente, come sempre, il 99% degli attacchi degli hacker avviene attraverso un insider, attraverso una talpa. Abbiamo un ex dipendente che ha avuto accesso ed è stato in grado di scaricare i registri del server di posta”, ha dichiarato il capo della rete degli uffici di Navalny, Leonid Volkov, ricordando che il team di Navalny ha sempre capito che ci fosse una “caccia” dell’Fsb ai dipendenti del Fondo che “vengono intimiditi e corrotti”. Nel caso del sito “Libertà per Navalny”, al dipendente “sono stati negati tutti gli accessi ma non è stato tenuto conto che aveva ancora accesso ai registri dei server di posta”, ha affermato Volkov aggiungendo che “non se n’è andato via nient’altro, nessun dato personale, nessun nome, nessun indirizzo. Solo l’elenco degli indirizzi email”.

Anche dal Cremlino si cerca di impedire ai sostenitori di Navalny di scendere in piazza, sostenendo che “è molto importante ricordare che, ancora una volta, gli appelli provocatori non vengono nemmeno dal territorio della Federazione Russa ma da alcuni cittadini che vivono all’estero. Ha senso tenerlo sempre presente”, ha dichiarato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov.

Secondo le informazioni diffuse dall’interno della colonia penale, le condizioni di Navalny sono “soddisfacenti”, ma dal suo entourage si parla di condizioni molto critiche, con febbre alta e una grave tosse, che destano molta preoccupazione visto che, dicono, “il 20% dei detenuti all’interno della struttura ha la tubercolosi”.

“La gente di solito evita la parola ‘morire’. Ma ora Alexei sta morendo. Nelle sue condizioni, è una questione di giorni”, aveva detto nelle scorse ore su Twitter la portavoce del dissidente russo condannato a 2 anni e 5 mesi di carcere per violazione della libertà vigilata, Kira Yarmish. Anastasia Vasilyeva, il suo medico personale, insieme a tre colleghi, fra cui un cardiologo, ha spiegato che Navalny rischia l’arresto cardiaco e problemi gravi della funzione renale “in qualsiasi momento”, dato che ha una concentrazione eccessiva di potassio nel sangue.

Una situazione che ieri aveva scatenato la dura reazione degli Stati Uniti, con il consigliere per la Sicurezza Nazionale di Joe Biden, Andrew Sullivan, che ha affermato: “Abbiamo comunicato al governo russo che quello che succede a Navalny mentre le autorità russe lo hanno in custodia è loro responsabilità e verranno considerate responsabili dalla comunità internazionale”. E ha poi aggiunto: “Ci saranno conseguenze se Navalny muore. Stiamo valutando una diversa serie di misure che potremmo imporre, ma non le comunicherò pubblicamente in questo momento”. Anche l’Alto rappresentante per la politica estera dell’Unione europea, Josep Borrell, ha avvertito che “i responsabili della salute di Navalny ne risponderanno”, facendo esplicito riferimento alla Russia, pur specificando che al momento non sono in preparazione nuove sanzioni contro Mosca, anche se la situazione può cambiare. Il Cremlino ha risposto dichiarando che “non recepiamo in alcun modo le dichiarazioni fatte dai rappresentanti di altri Stati”, ha detto Peskov.

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