In Lombardia la percentuale di persone che rifiutano il vaccino AstraZeneca è arrivato al 15 per cento e il trend è “in crescita”. Anzi no, ha disdetto solo il 5% e “non c’è nessun allarme”. Due fotografie diametralmente opposte della situazione che arrivano dallo stesso assessorato, cioè quello al Welfare. Il direttore generale Giovanni Pavesi, nominato dall’assessora e vicepresidente della Regione Letizia Moratti nel febbraio scorso, in commissione Sanità ha dichiarato che “fino ad oggi il 15% della popolazione che si è recata ai nostri centri vaccinali ha rifiutato” il siero della casa anglo-svedese, “ma abbiamo la sensazione che si tratti di una percentuale in crescita“, ha sottolineato Pavesi, che ha ribadito poi quali sono le conseguenze: chi decide di rifiutare, finisce in fondo alla lista. Nella stessa giornata, però, Moratti ha rilasciato una nota in cui fornisce numeri completamente diversi, ridimensionando l’alert lanciato dal suo stesso dg. “Ad oggi è meno del 5% dei cittadini che sarebbero vaccinati con questo vaccino a rifiutare effettivamente la somministrazione. Una conferma della fiducia riposta nella scienza e nei medici da parte dei nostri concittadini che stanno aderendo in modo esemplare alla fase vaccinale volta a combattere e vincere la pandemia“.

L’assessora smentisce quindi che ci sia un allarme di rinunce, ma conferma che “nel corso delle anamnesi, i nostri medici stanno ricevendo una crescente domanda di approfondimenti su AstraZeneca da parte dei cittadini che però, grazie soprattutto alla competenza, alla chiarezza e alle rassicurazioni del personale medico, accettano nella pressoché totalità di farsi vaccinare”. Sono toni molto diversi da quelli usati dal dg Pavesi in Commissione: a suo parere quello del rifiuto del vaccino AstraZeneca è “un tema difficile, un fenomeno che negli ultimi giorni sta diventando più importante di quello che possiamo pensare”. Del resto, aggiunge, “ho ricevuto segnalazioni da centri vaccinali importanti, in cui parecchia gente li sta rifiutando”. Pavesi ha tenuto tuttavia a sottolineare che “bisogna ribadire alla gente che ci sono milioni di europei che si sono vaccinati con AstraZeneca e questo non ha provocato alcun tipo di rebound. E’ un vaccino sicuro e utilizzabile“. In ogni caso, ha assicurato ancora Pavesi, “se in sede di anamnesi ci sono valutazioni critiche, possiamo fargli il vaccino Pfizer“. In tutti gli altri casi, “se non ci sono queste motivazioni, li rimettiamo in coda“.

Per quanto riguarda il personale scolastico, il direttore generale della Moratti ha chiarito che “sul fronte degli insegnanti, se non totalmente in sicurezza, abbiamo una copertura molto forte. Complessivamente, su 258mila insegnanti o personale del comparto dell’istruzione della Lombardia, ne abbiamo vaccinati 216mila, circa l’84%. Nel 16% che manca, c’è anche una parte minoritaria che non poteva essere vaccinata con AstraZeneca a causa di una serie di patologie“, ha aggiunto sempre nel corso della sua audizione in Commissione Sanità del Consiglio Regionale. “Queste persone verranno successivamente richiamati e dirottate su Pfizer“.

Articolo Precedente

Lavoratori spettacolo occupano il Globe Theatre di Roma: “Fermi da un anno, siamo al limite. Ora riforma settore”. C’è anche Ascanio Celestini

next
Articolo Successivo

Cosenza, comitati sul tetto dell’ospedale: “Qui si muore nelle ambulanze, serve un intervento strutturale. Non c’è più tempo”

next