Le Regioni mettono sul tavolo le loro proposte in vista del confronto di giovedì con il governo e il ministro della Salute, Roberto Speranza. I governatori chiedono calendario e regole per riaprire parallelamente cinema, teatri, musei e palestre, propongono i ristoranti aperti nelle zone gialle anche la sera sfruttando gli spazi all’aperto e vogliono inserire il numero delle somministrazioni dei vaccini tra i parametri del monitoraggio che determina le fasce di colore. “Abbiamo bisogno di essere prudenti – ha ribadito il ministro Speranza parlando a Porta a Porta – ma la volontà di tutto il governo è di verificare settimana per settimana i dati del contagio e di costruire una modalità che ci consenta di far ripartire una serie di attività, senza correre rischi”. Nel mese di maggio “è lecito aspettarsi delle riaperture”, ha confermato Speranza, sottolineando che “l’ipotesi di lavorare in modo particolare sull’aperto personalmente mi convince molto”, visto che “tutti i dati indicano che all’aperto c’è una minore possibilità di contagio e quindi credo che la stagione che sta arrivando potrà aiutarci a recuperare alcune attività all’aperto”.

L’incontro della Conferenza Stato-Regioni si terrà lo stesso giorno della riunione dei tecnici del ministero della Salute che dovrà valutare gli ultimi dati epidemiologici e precederà di 24 ore la cabina di regia tra i partiti della maggioranza nella quale verrà definito il nuovo pacchetto di misure, compreso il prolungamento dello stato di emergenza, probabilmente fino al 31 luglio. “La decisione sulle riaperture sarà presa probabilmente la prossima settimana dal Consiglio dei ministri”, conferma il ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti dopo l’incontro con la Fipe. Ma quando si riapre? Date ancora non ce ne sono e il braccio di ferro nel governo è ancora in atto tra il centrodestra che chiede una ripartenza prima della fine di aprile e chi invece invita ad aspettare la scadenza dell’attuale decreto. Lo fa il ministro Speranza e lo fa il Pd che con una nota della segreteria chiede una piano di “riaperture graduale, certo e irreversibile”.

La ministra per gli Affari Regionali, Mariastella Gelmini, ribadisce che maggio “sarà il mese delle riaperture di tutte le attività economiche, in sicurezza”. Ed è possibile che il mese prossimo coincida anche con la fine del divieto di spostamento tra le Regioni e con il ritorno in presenza per tutti gli studenti italiani, come auspicato più volte dal presidente del Consiglio Mario Draghi. “Auspicherei di investire ancora un pezzo del tesoretto sulla scuola, ma è una valutazione che dobbiamo ancora fare”, ha confermato lo stesso Speranza.

Alle linee guida le Regioni stanno ancora lavorando, rimodulando quelle già contenute negli allegati del Dpcm del 2 marzo scorso per tutti i settori, comprese le attività turistiche e ricettive, le piscine, le fiere, i mercatini e le discoteche, su cui però lo stesso ministro della Salute ha sottolineato che è “ancora prematuro” parlare. Anche tra gli stessi governatori le priorità sono state individuate e riguardano tre ambiti: la ristorazione, le attività culturali e le palestre. Sempre, ovviamente, se i dati continueranno ad indicare un miglioramento della curva epidemiologica. La richiesta è quella di poter aprire i ristoranti non solo a pranzo, come già previsto in caso di zona gialla, ma anche la sera: una proposta che si porta dietro la necessità di posticipare il coprifuoco di due ore, quindi a mezzanotte.

Per il resto, i protocolli ricalcano quelli già approvati: prenotazione obbligatoria, distanza di almeno un metro tra i tavoli e mascherina ogni volta che ci si alza. Anche per i bar, la richiesta è quella di poter riaprire quelli che hanno la possibilità di mettere i tavolini all’esterno. Quanto a cinema, teatri, musei e spettacoli all’aperto, la linea è quella già suggerita dalle associazioni di categoria: biglietti nominativi e prenotazione obbligatoria, percorsi separati di entrata e uscita, misurazione della temperatura e, soprattutto, raddoppio della capienza: da 200 a 400 al chiuso e da 400 a mille all’aperto, grandi eventi a parte.

Nelle linee guida tornerà pure una vecchia richiesta delle Regioni, la modifica dei 21 parametri che compongono il monitoraggio. Vanno ridotti, sostengono da sempre, e va inserita la capacità dei singoli territori di somministrare i vaccini: più somministrazioni si fanno maggiori sono le riaperture. Sul discorso dei parametri continuerà comunque a pesare quello relativo al tasso di occupazione dei posti letto negli ospedali. E in base all’ultimo monitoraggio sono 13 le Regioni più la provincia di Trento sopra la soglia critica per le terapie intensive mentre 8 sono quelle sopra la soglia per le aree mediche. Le Regioni invece devono ancora trovare una linea comune sulla proposta di Vincenzo De Luca di vaccinare gli abitanti delle isole per renderle Covid Free. “Che differenza c’è tra le isole e le colline Unesco delle Langhe-Monferrato, il lago Maggiore o le vette alpine?” si chiede Alberto Cirio, mentre Stefano Bonaccini ribadisce: le regole devono essere uguali per tutti.

Articolo Precedente

Vitalizio a Formigoni, Di Nicola (M5s): “La politica continua l’opera di demolizione delle riforme che limitano l’odioso privilegio”

next
Articolo Successivo

Lazio, dalla graduatoria di un piccolo Comune pioggia di assunzioni targate Pd, Lega e M5s. E nemmeno il gruppo grillino in Regione si dissocia

next