Torna a salire la tensione in Ucraina dopo che nella nottata italiana gli Stati Uniti, per bocca della portavoce della Casa Bianca, Jen Psaki, hanno manifestato “preoccupazione crescente” per la situazione al confine russo-ucraino, dove la concentrazione di truppe inviate dal Mosca non è mai stata così elevata dal 2014. Una situazione sulla quale Washington non sì è voluta far trovare impreparata, inviando così due navi militari nel Mar Nero che arriveranno a destinazione la prossima settimana, avvicinando pericolosamente gli eserciti delle due grandi potenze mondiali. Il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, ha dichiarato che Vladimir Putin ha dato “le necessarie spiegazioni” ad Angela Merkel: “Siamo liberi di spostare le nostre forze armate, qualsiasi unità sul territorio della Russia, a nostra discrezione”, ha detto. Ma da Kiev è già partito il giro di consultazioni con i leader europei per garantirsi il sostegno occidentale in caso di passi in avanti da parte della Federazione russa. Che però avverte: “Siamo davanti ad atti provocatori lungo la linea di contatto. Sono le forze armate dell’Ucraina che hanno intrapreso un percorso verso l’escalation di questi atti provocatori, e stanno continuando questa politica. Queste provocazioni tendono a intensificarsi. Tutto questo sta creando una potenziale minaccia per la ripresa di una guerra civile in Ucraina”.

La situazione preoccupa per primo il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, che ha visitato di persona il fronte della zona di conflitto militare nel secondo giorno della sua visita nel Donbass. Il presidente “ha passato la notte nelle aree dove operano i difensori nel Donbass, dove i militari ucraini sono stati uccisi e feriti durante l’aggravarsi della situazione”, ha detto il servizio stampa presidenziale. Zelensky ha parlato con le truppe ucraine: “Voi manifestate patriottismo e altruismo difendendo l’Ucraina ogni giorno. Abbiate cura di voi”, ha detto. E si è poi preoccupato di organizzare incontri con i partner europei per ricevere sostegno contro l’avanzata russa: “Ci sono piani per organizzare una conversazione trilaterale” con il presidente francese Emmanuel Macron e la cancelliera tedesca Angela Merkel. L’Ucraina, la Francia e la Germania, assieme alla Russia, fanno infatti parte del cosiddetto Quartetto di Normandia per cercare di mettere fine al conflitto nell’area dove, nelle ultime settimane, si sono registrate diverse violazioni della tregua.

Movimenti osservati con particolare attenzione dalla Federazione russa che ha commentato: “Abbiamo preso nota della dichiarazione del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che ieri ha visitato il Donbass e ha detto che l’adesione del Paese alla Nato avrebbe presumibilmente aiutato a porre fine al conflitto nella regione. Tuttavia, contrariamente alle aspettative di Kiev, la potenziale adesione alla Nato non solo non porterà la pace in Ucraina ma, al contrario, porterà a un aumento su larga scala delle tensioni nel sud-est, causando forse conseguenze irreversibili per la tenuta dello Stato ucraino”, ha detto la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova.

La cancelliera tedesca ha chiesto al presidente Putin “la riduzione” del rafforzamento delle truppe nei pressi dei confini con l’Ucraina, ma da Mosca hanno risposto che tutti i movimenti entro i confini sono legittimi. “In questo momento purtroppo – ha proseguito Peskov – l’Ucraina si sta trasformando di nuovo in una regione potenzialmente molto instabile e naturalmente qualsiasi Paese che ha presso i suoi confini una regione instabile, pericolosa ed esplosiva, adotta misure necessarie a garantire la propria sicurezza”. Il portavoce del Cremlino ha poi aggiunto che “le crescenti tensioni, l’escalation nel sud-est dell’Ucraina sono il motivo per cui la Russia sta prendendo misure per garantire la sua sicurezza. L’escalation delle tensioni è stata abbastanza senza precedenti, stiamo registrando questo fatto e provoca preoccupazione”.

Così gli Stati Uniti invieranno la prossima settimana attraverso il Bosforo due navi da guerra nel mar Nero, dove resteranno fino al 4 maggio. Secondo fonti del ministero degli Esteri turco, Washington ha già inviato una notifica diplomatica al riguardo, come previsto dalla Convenzione di Montreux per il passaggio di navi militari attraverso lo stretto che divide Istanbul in due parti e permette l’accesso al Mar Nero. Una situazione che non lascia Mosca indifferente: “Siamo preoccupati di aver osservato un aumento delle attività degli Stati non costieri nel Mar Nero, il numero d’ingressi dei Paesi della Nato e la durata della presenza delle navi da guerra è aumentata”, ha detto il viceministro degli Esteri, Alexander Grushko, a Interfax. Tanto che Putin in persona ha contattato Recep Tayyip Erdoğan per ricordargli che il rispetto della convenzione di Montreux, che regola l’accesso di navi militari allo stretto del Bosforo e allo stretto dei Dardanelli, è molto importante.

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