È finita la luna di miele tra Mario Draghi è l’italiani? È presto per dirlo, ma di sicuro il consenso nei confronti del premier ha subito una sorta di “rimbalzo tecnico” per citare Nando Pagnoncelli, direttore di Ipsos. Secondo l’ultimo sondaggio realizzato dall’istituto di rilevazione per il Corriere della Sera l’apprezzamento per l’esecutivo e per il presidente del consiglio è in flessione. Rispetto ai numeri di un mese fa (praticamente poco dopo l’insediamento) il gradimento cala di 6 punti per il governo (da 62 a 56) e addirittura 7 punti per il premier (da 69 a 62). Un calo che secondo Ipsos risulta più accentuato nelle aree geografiche dove il consenso per l’ex presidente della Bce era più alto: il Nord Est e il Centro Nord.

Secondo il sondaggio ad aver perso maggiormente favore per l’esecutivo sono soprattutto due gruppi sociali. Uno composto da individui di condizioni economiche elevate, laureati e che appartenegono a ceti dirigenti. Un altro, opposto al primo, da persone di condizioni economiche basse o medio basse, e quindi lavoratori autonomi, operai, precari, probabilmente delusi dai sostegni. Ad aver perso maggiormente passione per il governo Draghi sono poi gli elettori del Pd, del M5s e di Fratelli d’Italia. Consenso stabile, invece, tra i sostenitori di Forza Italia e Lega.

Per quanto concerne la classifica dei leader, a guidare è sempre l’ex premier, Giuseppe Conte. Che però tra febbraio e marzo, cioè quando ha deciso di accettare la guida dei 5 stelle, perde quattro punti e passa da un gradimento del 61% a uno del 57. Perde un punto anche il secondo classificato, che è il ministro della Salute Roberto Speranza a quota 39. Terza Giorgia Meloni con un indice del 37%, mentre la quarta piazza registra una new entry: il neo segretario del Pd, Enrico Letta, che piace al 33% degli intervistati. Un punto in più rispetto a Matteo Salvini. Seguono Silvio Berlusconi (29), Carlo Calenda e Giovanni Toti a 27. E Matteo Renzi? È sempre più ultimo, all’11% di gradimento, superato da Maurizio Lupi (18), Vito Crimi (20), Angelo Bonelli (19) e Nicola Fratoianni (25).

Per quanto riguarda i partiti, la classifica è sempre guidata dalla Lega, che perde mezzo punto e si ferma al 22,5%. Il Pd beneficia della nuova guida Letta, guadagna quasi un punto e mezzo (1,3) e vede il Carroccio a due lunghezze di distanza: si attesta infatti al 20,3%. L’effetto Conte premia invece i 5 stelle, capaci di guadagnare più di due punti e mezzo (2,6) nell’ultima mese, e prendersi la terza piazza col 18%. Bastano per scavalcare FdI, ferma al 17,2. Stabile pure Forza Italia con il 7,6%. Tra i partiti piccoli Azione di Calenda (2,7%) torna a sorpassare Italia viva d Renzi (2,2%). Entrambi sarebbero sotto Leu, che però si è diviso tra Sinistra italiana (2%) e Articolo 1 (1,2%). Dopo l’uscita di Emma Bonino + Europa flette sotto i due punti 1,5%, superata per un decimale da Europa verde. Molto alta la quota di astensionisti e indecisi: supera i quaranta punti e dunque può decidere l’esito di un’elezione.

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