Quattro omicidi colposi, un caso di lesioni colpose gravi, falso in cartella clinica e truffa all’Asst di Cremona in concorso con la moglie. Sono le ipotesi di accusa contestate a Mario Martinotti, 64 anni, ex primario di Chirurgia dell’ospedale Maggiore sino al 31 dicembre del 2019, quando andò in pensione in anticipo. La procura, che ha chiesto il rinvio a giudizio del medico, ipotizza che il professionista abbia eseguito interventi chirurgici complessi e inutili che avrebbero causato la morte dei pazienti e in un caso l’avrebbero accelerata con accanimento terapeutico. E a una paziente, secondo chi indaga, sarebbe stato tagliato un pezzo di intestino senza motivo

I fatti contestati, stando alle indagini della polizia giudiziaria coordinata dal pm Milda Milli, sarebbero stati innescati “dalla ricerca di prestigio e visibilità” e vengono collocati fra l’inizio del 2015 e il febbraio del 2019. Martinotti ha rappresentato un punto di riferimento per la sanità cremonese. L’inchiesta è partita da una fonte confidenziale interna all’ospedale che non condivideva le pratiche dell’ex primario, fra consulenze tecniche affidate ai medici legali di Brescia, intercettazioni e dichiarazioni rese dai medici del reparto diretto da Martinotti, sono stati esaminati i casi ora agli atti e almeno un’altra ventina di interventi ritenuti sospetti ma non finiti nel fascicolo perché già prescritti.

Per quanto riguarda invece l’ipotesi d’accusa di truffa aggravata alla Asst, la Procura contesta a Martinotti, in concorso con la moglie Floriana Maggi, 55enne dentista di Pavia, di aver “fittiziamente” aperto a Voghera il Poliambulatorio Studio Medico Polispecialistico Clastidium, nonostante il primario dovesse rispettare il rapporto esclusivo con l’azienda socio sanitaria territoriale. La moglie, ufficialmente rappresentante legale del Poliambulatorio in cui, sempre secondo gli elementi raccolti dagli inquirenti, Martinotti avrebbe visitato i propri pazienti, ha sottoscritto con l’Asst una convenzione con la quale si autorizzava il marito ad esercitare la libera professione presso il Clastidium, “ingannando così L’Asst sul rispetto del rapporto di esclusività” da parte del primario.

Foto di archivio

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