Il presidente della Commissione antimafia, Nicola Morra, nella giornata di sabato si è presentato negli uffici del Dipartimento di prevenzione dell’Azienda sanitaria provinciale di Cosenza per protestare contro i ritardi della campagna di vaccinazione in Calabria e le inefficienze del sistema di prenotazione. L’episodio è avvenuto nel complesso di Serra Spiga dove ha sede la Centrale operativa territoriale, il cui responsabile, Mario Marino, ha accusato un malore subito dopo quella che ha definito una vera e propria “aggressione verbale” da parte del parlamentare. Il dirigente medico, a cui la scorta di Morra ha chiesto il documento di identità per identificarlo, ha spiegato al Fatto.it di volerlo denunciare “per abuso di potere” e ha riferito che Morra si sarebbe presentato nell’edificio per capire perché “due suoi parenti non erano ancora stati chiamati”. Diversi giornali hanno fatto riferimento esplicito ai suoi suoceri, ma il presidente dell’Antimafia rimanda le accuse al mittente: “Tutto questo mi fa sorridere perché mio suocero non c’è più dal 6 giugno 2020 e mia suocera si è vaccinata già un paio di settimane fa. L’ispezione eseguita sabato è una prerogativa di un parlamentare e penso sia dovere di qualunque rappresentante delle Istituzioni provvedere affinché il diritto alla salute venga rispettato anche in Calabria”. La vicenda si è comunque trasformata in un caso politico: Lega e Fratelli d’Italia chiedono le dimissioni del senatore M5s e parlano di “atto gravissimo”, mentre diversi parlamentari del Pd, come Franco Mirabelli, lo accusano di “abuso inaccettabile”.

Il racconto del dirigente medico – Il primo a raccontare l’accaduto è stato il dottor Mario Marino, responsabile della Centrale operativa territoriale di Cosenza. “Guardi io adesso sono a casa in attesa del cardiologo, mi sono sentito male. Ho avuto un malore, aritmie e crisi ipertensiva. – spiega, contattato al telefono – La questione è come è stata descritta: è venuto il presidente della Commissione antimafia Nicola Morra con la sua scorta. Ha gridato e ha alzato la voce per sapere come erano andate a finire le prenotazioni di due suoi parenti. Gli ho spiegato che c’era la questione legata alla nuova piattaforma e che comunque nell’elenco nostro non c’erano quelle prenotazioni. Ma gridava, gridava terribilmente. La cosa che più mi ha colpito, e che sicuramente mi ha stressato ieri, sono state queste gridate senza senso. Un’aggressione verbale e inaudita”. “Noi – aggiunge Marino – lavoravamo tranquillamente, eravamo nel pieno dell’attività e stavano programmando tutta la settimana della campagna vaccinale. Non è che io voglio essere encomiato, ma neanche attaccato ingiustamente. Lui voleva sapere perché questi due parenti non erano stati ancora chiamati. Ha detto che lui aveva telefonato al numero ma che era disabilitato. Ma se è disabilitato che c’entro io? Io gli ho spiegato che adesso ci si può prenotare direttamente sulla piattaforma. C’è pure un numero verde e addirittura ci può andare anche un postino per prenotare le vaccinazioni”.

La discussione, stando al racconto del responsabile dell’ufficio dell’Asp, è andata anche oltre: “Lui ha telefonato al sottosegretario Sileri, al commissario della sanità Longo e al commissario straordinario dell’Asp. A Sileri ha gridato: ‘Questi non sono organizzati’. Me l’ha passato e anche a Sileri ho detto che stavo spiegando al senatore che c’è la nuova piattaforma. Ma poi Sileri che poteva fare poverino? Mi ha passato pure Longo al telefono ed entrambi mi hanno dato ragione. Che potevano dirmi?”. Mentre il senatore Morra continuava a lamentarsi ed “era nell’altra stanza che gridava con qualcun altro, i due che erano con lui hanno chiesto i documenti a me e agli altri medici. Io gli ho detto se devo chiamare l’avvocato. È stata un’ora da incubo. Era la sua scorta e io i documenti glieli ho dati perché in quel momento mi sentivo attaccato e ho cercato di stemperare gli animi. Ma non c’è stato verso”. “Dopo un anno vissuto pericolosamente 12 ore al giorno, non vedo perché la mia salute debba essere messa a repentaglio da soggetti che vengono a gridare lì. Non ci riesco a pensare. Io dopo me ne sono andato a casa, ero stordito e ho avuto un malore. Stavo per svenire e ho avuto una crisi ipertensiva“, racconta. “Adesso risolvo i miei problemi di salute e dopo vedo di denunciarlo per abuso di potere. Devo parlare con l’avvocato. Anche perché mi rendo conto che non è giusta una cosa del genere, non solo nei miei confronti ma di tutti quelli che lavorano con noi. Ma le ripeto, io non voglio essere encomiato, ma nemmeno bistrattato”.

La versione di Morra – Il Fatto.it ha provato a contattare Nicola Morra per chiedergli un commento su quanto avvenuto negli uffici dell’Asp di Cosenza, ma il senatore non ha inteso rilasciare dichiarazioni. Ha affidato, invece, la sua versione dei fatti a un comunicato stampa e a un video pubblicato su Facebook. Per il presidente della Commissione antimafia queste vicende “sono state raccontate in maniera inverosimile e dunque grottesca”. La verità, spiega, è un’altra: “Sabato mattina mi sono recato presso gli uffici dell’Asp per ottenere informazioni in merito alle modalità di prenotazione per il vaccino per ultraottantenni. E dall’unico dipendente, che ho trovato quella mattina in sede, ho avuto il suggerimento di fare un numero di telefono del Cot, la centrale operativa territoriale dell’Asp di Cosenza. Sono rimasto 17 minuti e 11 secondi a sentire la voce del ripetitore automatico secondo cui tutti gli operatori erano impegnati e mi invitava ad attendere in linea. Nel frattempo ho deciso di andare al Cot e non avendo trovato alcuno presso la reception, sempre in compagnia delle mie due tutele, ho trovato persone tutte riunite davanti a una macchinetta che distribuiva caffè e bevande. Ho chiesto informazioni e mi è stata indicata la stanza del dirigente. Ho bussato, ho aperto la porta e ho iniziato a parlare con il dottore Marino e altre due persone, il dottor Gaudio e, in base alla procedura identificativa effettuata dalle mie due tutele, c’era pure il dottore Coscarelli. Detto questo ho sì preso il telefono e chiamato il sottosegretario Pierpaolo Sileri, esattamente come ho chiamato il commissario Longo e il commissario dell’Asp La Regina perché di fatto le modalità di prenotazione risultano inefficaci”.

Morra respinge al mittente anche le accuse di aver fatto tutto questo per avere chiarimenti riguardo alla vaccinazione di alcuni suoi parenti. “Tutto questo mi fa sorridere perché mio suocero non c’è più dal 6 giugno 2020 e mia suocera si è vaccinata già un paio di settimane fa. Questa è la verità dei fatti e può essere testimoniata dalle tutele che sono obbligate ad accompagnarmi. Poi se qualcuno vuol scrivere tutto quello che vuole, è libero di farlo. Ma fino a un certo punto perché io mi sto seccando di dover rispondere a tutta questa marea del fango che tenta di sommergere chi si comporta bene a tutela dei diritti di tutti quanti”. “Ero andato ad effettuare un controllo che ha dimostrato che queste persone si erano distratte mentre lavoravano. – continua Morra – Poi è successo che i due poliziotti hanno chiesto l’identificazione dei dirigenti medici perché ambedue, il dottor Marino e il dottor Gaudio, risultavano sprovvisti di mascherine, di dpi. Mentre a un certo momento il dottor Gaudio lo ha capito ed è andato a mettersi la mascherina, questo per il dottore Marino non è avvenuto. Leggo che si è sentito male, che è stato refertato da un cardiologo e ha avuto disturbi come se la visita del sottoscritto abbia prodotto malessere, voglio sperare non sia così. Evidentemente io sono allergico a tanti, spero non al dottor Marino. Io lavoro soltanto per far funzionare l’amministrazione pubblica perché penso che sia dovere di qualunque eletto provvedere affinché il diritto alla salute venga rispettato anche in Calabria, anche in provincia di Cosenza”.

Lega e Fdi: “Dimissioni” – Non appena la notizia dell’irruzione del senatore nel Centro vaccinale è stata diffusa, il leader della Lega Matteo Salvini ne ha chiesto le dimissioni: “Morra si dimetta, da tutto. Solidarietà ai medici colpiti”, si legge in un tweet. Dura anche la reazione di Fratelli d’Italia: “È gravissimo che un parlamentare, eccedendo le proprie prerogative istituzionali, abbia fatto irruzione urlando nella centrale operativa in cui si gestisce la campagna vaccinazioni a Cosenza, interrompendo il lavoro del personale in una fase delicatissima, pretendendo di accedere a dati sensibili di natura sanitaria, e addirittura utilizzando gli uomini della sua scorta per identificare i presenti”, si legge in una nota di Wanda Ferro, Antonio Iannone e Luca Ciriani. Nel campo del centrosinistra il senatore dem Mirabelli ha reagito così: “Se fosse confermato l’episodio di cui sarebbe stato protagonista il presidente Morra sarebbe molto grave. Usare il proprio ruolo, e addirittura la scorta, per sollecitare interventi che nulla hanno a che fare col proprio mandato è un abuso inaccettabile soprattutto per chi, come chi presiede la commissione Antimafia, dovrebbe fare della correttezza dei comportamenti e del rispetto delle regole la propria bussola”.

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Incontro tra Draghi e Letta. Fonti Pd: “Hanno parlato di vaccini, Europa ed economia”

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