Stop al vincolo di esclusività per gli infermieri assunti nell’ambito del Sistema sanitario nazionale, così da poterli arruolare nella campagna di vaccinazione fuori dall’orario di lavoro. Deroghe anche per i medici specializzandi (già a partire dal primo anno di corso), per i medici militari e per i farmacisti, che potranno somministrare i vaccini in autonomia dopo un’opportuna formazione. Con il via libera al decreto Sostegni in Consiglio dei ministri, il governo punta ad impiegare più personale possibile per le iniezioni, contestualmente allo stanziamento di quasi 5 miliardi di euro di risorse aggiuntive per il contrasto alla pandemia. “La posta principale è per l’acquisto di vaccini e farmaci (2,8 miliardi), poi ci sono i fondi utilizzati per la logistica“, ha spiegato il ministro dell’Economia Daniele Franco. Nasce il fondo per la produzione di vaccini in Italia, 50 milioni sono stati accantonati come remunerazione aggiuntiva delle farmacie, 51,6 milioni vanno ai Covid hospital.

Cosa cambia per infermieri e specializzandi – Numeri a parte, il provvedimento introduce diverse novità normative per il personale sanitario. La più attesa è forse quella relativa agli infermieri: il governo Draghi ha deciso di sospendere il divieto di esercitare la professione al di fuori dell’orario di servizio “esclusivamente per lo svolgimento dell’attività vaccinale”, come chiedeva la Federazione nazionale ordini professioni infermieristiche (Fnopi). Chi tra i 270mila gli infermieri impiegati nel Ssn ha intenzione di partecipare alla campagna, quindi, potrà farlo senza problemi. C’è una deroga analoga pure per i laureati in medicina (abilitati e già iscritti all’ordine): potranno essere arruolati per le somministrazioni “anche durante la loro iscrizione ai corsi di specializzazione, a partire dal primo anno di corso, al di fuori dell’orario dedicato alla formazione specialistica e in deroga alle incompatibilità previste dai contratti di formazione specialistica”.

Procedure semplificate per i farmacisti – Nel decreto viene poi ribadita l’intenzione di coinvolgere sul territorio i medici di base, gli specialisti ambulatoriali, i pediatri di libera scelta, gli odontoiatri e i medici della medicina dei servizi. Oltre a loro si aggiungono i farmacisti. La legge di bilancio 2021 in realtà consentiva già la possibilità di fare le iniezioni direttamente in farmacia, ma serviva la “supervisione di medici”, assistiti, “se necessario, da infermieri o da personale sanitario opportunamente formato”. Ora questo limite è stato cancellato per semplificare le procedure: nel decreto si legge che saranno i farmacisti stessi a somministrare il siero, a patto che siano “opportunamente formati” e che siano stipulati degli accordi con sindacati, farmacie e ordine professionale. “Nell’ambito dei predetti accordi sono disciplinati anche gli aspetti relativi ai requisiti minimi strutturali dei locali per la somministrazione dei vaccini, nonché le opportune misure per garantire la sicurezza degli assistiti”.

Ferme dei medici militari estese al 31 dicembre – Sempre nell’ottica di allargare la platea dei vaccinatori, il governo ha prorogato la durata delle ferme dei medici e degli infermieri militari, “con il consenso degli interessati”, fino al 31 dicembre 2021. La norma, per cui è necessario lo stanziamento di circa 11 milioni di euro di fondi, è riferita ai 190 ufficiali medici e 300 sottufficiali infermieri nelle Forze armate per cui dalla primavera 2020 è stato previsto un arruolamento eccezionale in servizio temporaneo con ferme della durata di un anno. Sono inoltre prorogati di 12 mesi gli incarichi dei 15 funzionari tecnici per la biologia del Ministero della Difesa, una misura, spiega la relazione del decreto, legata alla campagna di tamponi per il Covid e a quella vaccinale, nonché allo studio per le cure basate sugli anticorpi monoclonali e sull’applicazione dei neutralizzanti.

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