Ultranovantenni che ricevono sms nel cuore della notte con l’agognato appuntamento per il vaccino anti Covid fissato per il mattino dopo, a pochissime ore di distanza. Oppure persone anziane che da Vimodrone vengono mandati a Cesano Boscone per vaccinarsi, a più di 30 chilometri di distanza, dall’altra parte della provincia di Milano. Nella Lombardia a guida Fontana-Moratti succede anche questo. Tanto che oggi ha dovuto ammetterlo anche il super consulente per il piano vaccinale Guido Bertolaso che, tra i motivi per essere “avvilito e frustrato”, non ha messo solo le statistiche “estremamente preoccupanti” sui numeri dei contagi in regione, ma anche “il sistema di prenotazioni che continua a funzionare male”. E in conferenza stampa ha raccontato di aver ricevuto “una mail di una signora che ha trovato un sms arrivato alle 23.25 con appuntamento per oggi alle 14. Mi pare che questo dica come siamo messi. E non è l’unica mail: ci sono centri vaccinali che stanno conoscendo difficoltà e ritardi negli accessi, ci sono anziani che invece di essere mandati a vaccinarsi vicino a casa sono stati mandati a 30-40 chilometri di distanza e magari sono passati davanti a un centro vaccinale ma sono dovuti andare oltre”. Problemi di cui è consapevole anche l’assessora al Welfare e vice presidente Letizia Moratti, che oggi ha annunciato una nuova decisione della giunta: cambiare in corsa la piattaforma per le prenotazioni delle vaccinazioni. Per la fase “massiva” della campagna, il cui obiettivo è vaccinare entro giugno 6,6 milioni di lombardi, le prenotazioni non passeranno più per quella gestita dalla centrale acquisti regionale Aria, ma per quella di Poste Italiane, concessa “gratuitamente” ha specificato Moratti.
Il mea culpa di Bertolaso è arrivato quando il bubbone era già scoppiato. Perché ormai le segnalazioni sul nuovo caos vaccinazioni arrivavano da più parti. “A Cesano Boscone, ieri sono iniziate le prime vaccinazioni agli over 80”, raccontava in mattinata Simone Negri, sindaco del Pd del comune alle porte di Milano. “Decine di anziani, molti con difficoltà di deambulazione, arrivavano da Vimodrone, Segrate e Opera. Mentre diversi cittadini di Cesano stanno ricevendo sms da Regione che li spedisce a Pieve Emanuele o Rozzano, dove arrivano anche cittadini provenienti da Segrate”. Contemporaneamente il consigliere regionale del Pd Carlo Borghetti denunciava in commissione Sanità al Pirellone il caso di una persona di 93 anni, non autonoma: “Ha ricevuto il messaggio all’1.46 di notte da Regione Lombardia che dà appuntamento per le 10.40 del mattino seguente a Bollate, cioè un centro vaccinale collocato a 25 chilometri dalla propria abitazione e per giunta in zona rossa. Risultato: quella persona è stata costretta a saltare la vaccinazione”. Disservizi che Lorenzo Gubian, direttore generale di Aria, spiega così a ilfattoquotidiano.it: “Per un errore materiale è stata configurata in modo errato l’agenda e un certo numero di sms sono partiti in ritardo”. I problemi alla piattaforma per le vaccinazioni seguono quelli registrati un mese fa dal “cruscotto regionale”, anch’esso gestito da Aria, che riportava numeri di contagi nei vari comuni sovrastimati e sballati. Così sia Massimo De Rosa del M5S che Pietro Bussolati del Pd parlano di “fallimento” della centrale acquisti.
Intanto la campagna vaccinale procede col contagocce: ieri in Lombardia sono state somministrate in tutto 19.562 dosi, di cui 10.974 agli over 80. Dal 18 febbraio le dosi somministrate agli over 80 sono state in tutto 84.492 e sono solo 3.111 ad aver ricevuto entrambe le dosi, a fronte di 726mila ultraottantenni che vivono in Lombardia. Numeri che stridono con quelli promessi oggi dalla Moratti sulla fase “massiva” che riguarderà i 6,6 milioni di lombardi che rimarranno da vaccinare dopo gli operatori sanitari, gli over 80 e le altre categorie con precedenza: nei momenti di picco – ha annunciato l’assessora – si somministreranno 170mila dosi al giorno. Di queste, 140mila nei “centri vaccinali massivi” individuati dalla giunta, come l’area Mind di Expo. Mentre le restanti 30mila saranno suddivise tra strutture sanitarie private, farmacie, medici di famiglia, unità mobili. Quando inizierà tutto questo? “Dipende da quando arriveranno i vaccini”, la risposta. Da registrare infine, lo scontro a distanza tra Bertolaso e medici specializzandi: “La legge dice che gli specializzandi sono chiamati a fare vaccinazioni. Non è facoltativo, è un obbligo. Scriverò al prefetto di Milano e gli chiederò di chiedere per la seconda volta l’elenco degli specializzandi. La prima volta ha risposto un solo rettore”, ha detto il consulente per il piano vaccinale chiedendo in sostanza la precettazione degli specializzandi. E le loro associazioni replicano: “Non esitiamo a definire il mese di ‘formazione’ nella campagna vaccinale per ciò che è: sfruttamento di manodopera a costo zero. Non accettiamo che la cattiva programmazione di questa campagna vaccinale continui a riflettersi sulla popolazione e sui medici in formazione specialistica”.