Secondo gli investigatori utilizzavano sofisticati sistemi di schermatura societaria per far sì che il marchio O Bag risultasse riconducibile a un’impresa con sede alle Cayman. In modo da pagare – illecitamente – meno tasse in Italia. Per questo cinque tra soci e amministratori dell’azienda di Padova sono indagati con l’accusa di evasione fiscale e frode. I vertici del brand sono stati sottoposti a un sequestro preventivo di 4 milioni di euro da parte della Guardia di Finanza di Padova, coordinata dalla Procura. Coinvolti, riporta l’agenzia Radiocor, il fondatore Michele Zanella, Simone Dalla Libera, Arnaldo Quaglia, Antonio Enrico e Alessandro Ian Enrico Quinlan.

L’espediente era stato ideato con la collaborazione di un commercialista inglese di origine italiana. La strategia utilizzata ha permesso alla società verificata di dedurre, nelle annualità d’imposta dal 2012 al 2016, costi per royalties non dovute per un importo pari a 16,6 milioni di euro circa, con un’evasione complessivamente quantificata, ai fini delle imposte dirette, in oltre 4 milioni di euro.

Le Fiamme Gialle, esaminando la documentazione acquisita nel corso di una verifica fiscale e attraverso canali di cooperazione con le autorità fiscali estere, hanno accertato che il ‘brand’ era stato artificiosamente intestato ad un soggetto britannico, previo mandato fiduciario conferito da una società delle Isole Cayman, riconducibile però a persone fisiche di riferimento dell’azienda italiana. Le successive indagini hanno consentito di stabilire che l’impresa italiana ne aveva però la totale disponibilità. L’espediente ha permesso alla società di dedurre, nelle annualità dal 2012 al 2016, costi per royalties non dovute per un importo pari a 16,6 milioni di euro circa, con un’evasione complessivamente quantificata in oltre 4 milioni di euro.

La O Bag è una società per azioni che si occupa di produzione e commercializzazione di borse e articoli per la moda. Opera in oltre 50 paesi nel mondo.

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