Ampliare il reddito di cittadinanza per “migliorarne la diffusione tra i gruppi vulnerabili non solo è una delle opzioni sul tavolo del governo Draghi. Il suggerimento è contenuto nelle ultime Raccomandazioni della Ue all’Italia, inviate lo scorso maggio. E il regolamento di istituzione del Recovery fund appena pubblicato sulla Gazzetta ufficiale spiega che il rispetto di quelle raccomandazioni è tra i principali parametri di cui la Commissione terrà conto nel valutare i Recovery plan nazionali. I Paesi che non si impegneranno ad affrontare “in modo efficace tutte le sfide” individuate da Bruxelles o almeno “un numero significativo di esse” rischiano la bocciatura del documento necessario per ottenere sovvenzioni e prestiti a valere sul Next Generation Eu.

Il documento inviato all’Italia dal Consiglio su proposta della Commissione prescrive innanzitutto, come era inevitabile, di “attuare tutte le misure necessarie per affrontare efficacemente la pandemia di Covid-19 e sostenere l’economia e la successiva ripresa“. Poi si concentra sul sistema sanitario messo a dura prova dal virus, di cui va “rafforzata la resilienza e la capacità per quanto riguarda gli operatori sanitari, i prodotti medici essenziali e le infrastrutture”, oltre a “migliorare il coordinamento tra autorità nazionali e regionali”. La premessa spiega che “oltre a migliorare i processi di governance e i piani di preparazione alle crisi”, occorre “puntare a colmare la carenza di investimenti pubblici nell’assistenza sanitaria”. Aspetto, questo, su cui il Recovery plan messo a punto dal governo Conte 2 interviene prevedendo oltre 19 miliardi di investimenti tra cui 7,9 per Assistenza di prossimità e telemedicina e 10,5 per l’Innovazione dell’assistenza sanitaria.

La seconda raccomandazione però è quella di “fornire redditi sostitutivi e un accesso al sistema di protezione sociale adeguati, in particolare per i lavoratori atipici” e “attenuare l’impatto della crisi sull’occupazione”. Nelle considerazioni iniziali la ricetta è più dettagliata: per esempio si sottolinea che già prima della pandemia, nonostante qualche miglioramento, “il rischio di povertà o esclusione sociale, la povertà lavorativa e le disparità di reddito rimanevano elevati e caratterizzati da notevoli differenze regionali”. Per questo viene definita “fondamentale la prestazione di servizi per l’inclusione sociale e nel mercato del lavoro” e la Commissione si sofferma appunto sul reddito di cittadinanza, “del quale ha beneficiato più di un milione di famiglie nel corso dell’ultimo anno” e che “può attenuare gli effetti della crisi”. L’esecutivo Ue nota che “si potrebbe migliorarne la diffusione tra i gruppi vulnerabili”, ricordando che il governo ha dovuto introdurre un ulteriore reddito di emergenza” temporaneo per sostenere le fasce escluse dai paletti del rdc: per esempio lavoratori in nero ed extracomunitari residenti in Italia da meno di 10 anni.

Gli altri punti su cui la Ue chiede di intervenire sono le misure per fornire liquidità all’economia comprese le pmi e gli autonomi – ne va garantita “l’effettiva attuazione” evitando ritardi nei pagamenti – e la velocizzazione degli investimenti per favorire la ripresa, concentrandosi su quelli per la transizione verde e digitale. Si citano per esempio i progetti per la produzione di energia pulita, per il trasporto pubblico sostenibile, la gestione dei rifiuti e delle risorse idriche e “un’infrastruttura digitale rafforzata per garantire la fornitura di servizi essenziali”. Infine, le richieste che non mancano mai: “migliorare l’efficienza del sistema giudiziario e “il funzionamento della pubblica amministrazione“.

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