Dopo quella del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, Giorgia Meloni ha ricevuto anche la chiamata e la solidarietà del presidente del Consiglio, Mario Draghi, oltre ai messaggi di supporto da parte della presidente del Senato, Elisabetta Casellati, e di quello della Camera, Roberto Fico, dopo l’attacco ricevuto dal docente dell’università di Siena e storico, Giovanni Gozzini, che in radio l’ha definita prima “ortolana e pesciaiola”, per poi andare giù sempre più duro: “Rana dalla bocca larga, vacca, scrofa”.
Mattarella e Draghi hanno voluto esprimere personalmente alla leader di FdI la loro solidarietà, dopo che dalle varie realtà politiche del Paese erano già arrivati messaggi di sostegno. “Gesto che ho molto apprezzato”, ha dichiarato Meloni riguardo alla conversazione con Mattarella, prima di riferirsi anche a quella con Draghi: “Lo ringrazio, gliene sono grata. Ringrazio i colleghi di centro, di sinistra, di destra, una trasversalità straordinaria. Anche l’università di Siena mi ha chiamato. Mi auguro che questo brutto episodio sia utile a difendere uno dei pilastri della democrazia, il rispetto”.
Commentando l’episodio a Domenica Live – Non è la D’Urso, la leader di FdI ha poi detto di essere “abituata a qualche insulto anche fuori luogo e fuori dalle righe. Ma questo era particolarmente grave perché arrivava da una persona che nella vita insegna ai ragazzi, c’è il rischio che si alzi il livello di chi insulta e questo rischia di riportarci a tempi bui”. E quando le viene chiesto se ha un messaggio da recapitare al professore, che nel frattempo ha ammesso di aver sbagliato e chiesto scusa, ha risposto: “Io non voglio dirgli niente, immagino che neanche lui abbia passato una bella giornata e mi basta questo, ognuno si assume la responsabilità delle proprie scelte. Al rettore di Siena, che mi ha chiamata, ho detto che per me la vicenda si chiude qua. Forse è il professore che dovrà dire qualcosa di più. Il problema è suo non mio. La violenza, anche verbale, è sempre implicita ammissione di inferiorità”.
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