Un faccia a faccia di oltre un’ora tra la delegazione M5s (con Beppe Grillo) e Mario Draghi, poi la conferma: il Movimento 5 stelle è disponibile a sostenere un governo Draghi. “Un governo che dovrà essere solidale, ambientalista ed europeista“, ha detto Vito Crimi parlando con i giornalisti alla fine dell’incontro. La richiesta è naturalmente quella di “partire dalla maggioranza di Conte”, ma “se partirà saremo leali”. Anche perché, ha specificato il capo politico, il premier incaricato si è mostrato “sensibile al reddito di cittadinanza”, uno dei temi che più stanno a cuore al Movimento. Dopo le aperture dei giorni scorsi dal fronte M5s, la mattina delle consultazioni è iniziata con due passaggi fondamentali: innanzitutto il garante ha pubblicato sul suo blog una lista di 10 proposte su ambiente e giovani; poi il pre-vertice tra i big del Movimento, con la presenza, oltre che del garante e dei ministri 5 stelle, anche di Giuseppe Conte e Davide Casaleggio.

Il comico subito dopo l’incontro ha lasciato la Camera senza rilasciare dichiarazioni, ma ha pubblicato un post su Facebook citando Platone: “Non conosco una via infallibile per il successo, ma una per l’insuccesso sicuro: voler accontentare tutti”. Un riferimento sicuramente alle trattative in corso, ma soprattutto alle polemiche interne al Movimento. La decisione di aprire a Draghi ha causato molti malumori e in prima fila tra gli oppositori c’è Alessandro Di Battista che anche oggi ha ribadito: “Non ce la faccio, non dirò mai sì a un governo con Forza Italia“. L’intervento di Grillo però ha cambiato completamente gli equilibri e ogni valutazione. Come rivelato dal Fatto quotidiano di ieri, il primo contatto è avvenuto con una telefonata tra il comico e l’ex presidente della Bce. A seguire sono iniziate le aperture dei big, da Luigi Di Maio allo stesso presidente del Consiglio dimissionario Conte. Ancora non è stato chiarito se ci sarà un voto sulla piattaforma Rousseau, per chiedere agli iscritti il via libera finale (Crimi non ha fatto alcun riferimento alla possibilità), ma la sola presenza di Grillo è una garanzia per tutto il Movimento. Proprio la benedizione del comico potrebbe permettere di frenare i dissidenti: tra chi ha fatto un passo indietro oggi c’è la senatrice Barbara Lezzi, fino a ieri molto contraria all’ipotesi Draghi, e ora a favore di una soluzione “a tempo”.

La “disponibilità” intanto è stata poi rilanciata in serata con un post sulla pagina Facebook del Movimento 5 stelle: “Oggi”, si legge, “abbiamo incontrato il presidente incaricato Draghi, di fatto ci siamo “conosciuti” – apparteniamo evidentemente a mondi diversi – abbiamo portato i nostri temi e ci siamo confrontati su questi. Da noi nessun giochino, nessun discorso da vecchia politica politicante, ma solo cose da fare per i cittadini di questo Paese. Siamo andati al governo per questo e non tradiremo mai la nostra missione. Noi abbiamo dato la nostra disponibilità al confronto e continueremo a farlo, ci sarà un altro incontro e valuteremo se ci sono le condizioni per avviare questa nuova sfida”.

“Non conosco una via infallibile per il successo, ma una per l’insuccesso sicuro: voler accontentare tutti”. (Platone)

Pubblicato da Beppe Grillo su Sabato 6 febbraio 2021

La disponibilità del Movimento: “Prima la responsabilità del consenso” – Grillo ha guidato la delegazione, ma le dichiarazioni alla stampa sono state affidate a Vito Crimi. Il nuovo governo deve avere “un’ambizione solidale, ambientalista, europeista”, ha detto il capo politico cercando di fissare i paletti sui quali costruire un nuovo progetto politico. “E partendo da quello che è stato già realizzato. Abbiamo trovato da parte sua la consapevolezza di partire con l’umiltà di chi accoglie quanto fatto prima. Abbiamo ribadito la nostra volontà che non siano indebolite misure come il reddito di cittadinanza”. Per questo, “abbiamo ribadito al presidente Draghi che in questo anno e mezzo alcune forze della maggioranza hanno lavorato insieme e ottenuto risultati importanti con esigenze e criticità reciproche e con capacità di mediazione e comprensione e tanta lealtà mai mancata da parte nostra. Questo ci ha consentito di superare contrasti con la giusta mediazione. Quindi si deve partire da questa base e su questa deve formarsi un nuovo governo“. Ovvero, i 5 stelle auspicano che l’asse portante sia quello del governo passato con Pd e Leu e al massimo Italia viva. Una posizione che però dovrà fare i conti anche con le aperture di Forza Italia e Lega.

Crimi ha anche parlato di lealtà: “Abbiamo ribadito il concetto che quando e se si formerà un nuovo governo noi ci saremo sempre con lealtà“. Il cuore della strategia del Movimento però, è che il governo sia prima di tutto “politico”. “Oggi abbiamo ribadito che serve – ed è un dato essenziale – una maggioranza politica solida, che possa sostenere un governo solido. E serve superare quelle criticità che hanno portato alla fine del governo Conte II. Gli atti fatti da qualche forza politica sono comunque presenti nei nostri ricordi”. Per i 5 stelle l’appoggio al governo Draghi rimane sicuramente un passaggio complesso, ma, è il ragionamento, bisogna pensare prima alla responsabilità che hanno in quanto prima forza in Parlamento in una fase così delicata di pandemia: “Il M5s non ha mai fatto prevalere il consenso rispetto al Paese”, ha detto Crimi, “le nostre scelte sono sempre state fatte nell’interesse dei cittadini e nonostante alcune misure sappiamo che ci hanno portato a una riduzione del consenso. Ma è importante mettere davanti al consenso, la responsabilità rispetto alla situazione in cui ci troviamo”. E soprattutto perché si deve partire dall’attuazione del Recovery plan: “C’è il mondo che ci guarda e giudicherà se l’Italia è un Paese che è cambiato. E noi con le nostre caratteristiche valoriali verificheremo che l’attuazione di quei fondi sia fatta con onestà, trasparenza e nell’interesse dei cittadini”. Crimi ha chiuso ricordando che ci saranno altri passaggi: “Noi abbiamo dato la nostra disponibilità, se ci sono le condizioni. Questa disponibilità la verificheremo” al nuovo in contro con il premier incaricato. Il percorso insomma è appena iniziato, ma i buoni auspici ci sono tutti.

La mossa del post con i 10 punti su ambiente e giovani. E il pre vertice politico con Grillo e Conte – Fondamentale nel processo di avvicinamento a Draghi, c’è stata la decisione di Grillo di pubblicare un post sul suo blog personale con i 10 punti da proporre al governo del presidente. Dieci punti che rispecchiano l’anima più ambientalista del Movimento, tema molto caro al garante, ma anche all’Unione europea che spinge perché la maggior parte dei fondi siano destinati a questo argomento. Insomma dieci punti fondamentali per mettere in chiaro che al tavolo i 5 stelle andranno per difendere i loro temi: dal ministero della Transazione ecologica allo guerra ai sussidi.

Subito dopo, e poco prima di vedere Draghi, i big M5s si sono riuniti per un vertice. Si è trattato di un passaggio simbolico molto importante. Perché per la prima volta, un incontro così operativo e politico vedeva allo stesso tavolo sia Grillo che Conte (e pure Casaleggio). Radunati c’erano anche gli ex ministri 5 stelle, i capigruppo e il presidente della Camera Roberto Fico. Secondo le indiscrezioni dell’Adnkronos, l’incontro si è aperto con un lungo monologo di Beppe Grillo: il comico ha spronato i suoi dicendo di insistere sui “temi identitari” dei pentastellati e li avrebbe rinfrancati sul futuro stesso della prima forza parlamentare in Parlamento. Ad un certo punto la voce di Grillo (urla accolte anche da applausi) si è sentita anche in strada, nella via sotto alle finestre della sala Tattarella di Montecitorio. Secondo una fonte M5s, Grillo ha anche fatto una serie di battute citando “Radio Londra” come simbolo della “resistenza”. Durante la riunione è intervenuto, in collegamento via Zoom, anche Roberto Fico. Tema cardine della riunione – spiegano alcune fonti pentastellati – è stato quello dell’”unità” del Movimento. Al termine del vertice, durato oltre un’ora, Grillo e la delegazione del M5s (composta da Vito Crimi, dai capigruppo e dai vicecapigruppo) si sono recati alle consultazioni.

L’apertura di Di Maio, il no di Di Battista – La decisione di collaborare al governo Draghi è arrivata non senza malumori e contraccolpi interni. Tra i fautori della linea del dialogo e tra i primi a mettere in pratica quanto chiesto da Grillo c’è sicuramente Luigi Di Maio. E non a caso oggi, intervistato da la Stampa, ha anticipato al linea: “Draghi ha un profilo prestigioso. Adesso è arrivato il tempo del debito buono”, ha detto. “Ho chiesto maturità e responsabilità istituzionale perché lo dobbiamo al capo dello Stato ma soprattutto al Paese. In ballo c’è il futuro di tutti“. E “non possiamo nasconderci dietro ai pregiudizi o rinchiuderci nell’ipocrisia. Il M5s ha intrapreso un percorso di maturità, sta acquisendo a mio avviso una nuova credibilità e non deve aver paura dei cambiamenti. Siamo noi stessi l’essenza del cambiamento, abbiamo stravolto lo scacchiere politico degli ultimi dieci anni, ora abbiamo una grande responsabilità“.

Sul fronte opposto c’è Di Battista, che ha ribadito il suo no all’apostolo delle élite, oggi definito “tredicesimo apostolo”: “Se fossi in Parlamento non darei la fiducia al presidente Draghi”, ha detto ancora in un post su Facebook di prima mattina. Per l’ex deputato il problema non è solo la figura dell’ex presidente Bce, ma gli alleati che si porterà al tavolo: “Io non potrò mai avallare un’accozzaglia al governo che potrebbe andare da Leu alla Lega. Tutti dentro perché nessuno ha intenzione di fare opposizione. Oltretutto in democrazia l’opposizione serve, è necessaria”. E soprattutto, secondo Di Battista è inaccettabile stare allo stesso tavolo di Forza Italia: “Il 9 febbraio del 2018, lessi ad Arcore la sentenza di condanna definitiva di Marcello Dell’Utri, fondatore di Forza Italia. Quella sentenza dimostra il pagamento di ingenti somme di denaro da parte di Berlusconi a Cosa Nostra. Pochi mesi dopo, un’altra sentenza, quella sulla Trattativa Stato Mafia (I grado) ha confermato il fatto che B. continuò a pagare ingenti somme di denaro a Cosa Nostra palermitana anche dopo essere stato eletto Presidente del Consiglio”. Per questo, ha concluso, “io non ce la faccio. Io non sosterrò mai un governo sostenuto da Forza Italia“.

Gli occhi restano puntati sui senatori, il gruppo che più nelle scorse ore ha mostrato resistenza. Ma anche sul quel fronte iniziano i primi cedimenti. Una di queste è Barbara Lezzi, senatrice considerata molto vicina a Di Battista e che oggi ha scritto: Al Presidente incaricato io direi che il M5s, può donare i suoi organi e il suo cuore solo per un governo a tempo che metta in sicurezza il Recovery Plan, il piano vaccinale e che faccia subito il decreto da 32 miliardi che, a causa di Renzi, gli italiani in estrema difficoltà sono costretti ad aspettare da oltre un mese”.

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