Ufficializzate le dimissioni del presidente del Consiglio, inizia la corsa contro il tempo per la nascita del gruppo dei cosiddetti “responsabili”. L’obiettivo, più o meno dichiarato, è quello di arrivare alla costruzione di una formazione autonoma così da poter salire al Quirinale e partecipare alle consultazioni. Sono ore concitate e le voci si susseguono da ore: secondo quanto anticipato anche da il Fatto quotidiano, ci sarebbero almeno 15 centristi pronti ad aderire al progetto e sostenere quindi il governo Conte ter. Una via che permetterebbe di evitare la necessità di riaprire le trattative con Italia viva e Matteo Renzi, anche se la strada è molto stretta e non per tutti preferibile a ritornare al tavolo con i renziani.

Intanto i pontieri sono al lavoro sia alla Camera che al Senato. Chi sta lavorando al dossier sui numeri, secondo quanto riferito dall’agenzia Agi e Ansa, a Montecitorio il nuovo gruppo potrebbe essere quasi pronto. Ma si accelera anche a Palazzo Madama, in vista delle consultazioni. I più attivi, come dall’inizio della crisi, sono i componenti del Maie-Italia23. Proprio questo gruppo, che si è formato poco dopo lo strappo di Matteo Renzi, conta al momento cinque senatori che hanno già votato la fiducia al governo: Riccardo Merlo, Raffaele Fantetti, Adriano Cario, Maurizio Buccarella e Saverio De Bonis. A questi si aggiungerebbero gli ex Fi Sandra Lonardo, Maria Rosaria Rossi, Andrea Causin e gli ex M5s Gregorio De Falco, Lello Ciampolillo e Luigi Di Marzio. Si sta lavorando in queste ore non solo ai numeri ma anche per risolvere il problema del simbolo al Senato. “Ma – sottolinea un esponente del Pd – non ci sono ancora numeri aggiuntivi. E’ necessario che si superi questa contrapposizione tra Conte e Renzi, occorre ‘spersonalizzare’ la partita e far tornare la politica”. Proprio Merlo, già sottosegretario del governo Conte 2, ha però specificato: “Non c’è nessun gruppo. Noi non pensiamo al gruppo, pensiamo ad allargare la maggioranza. Alle consultazioni al Quirinale andremo insieme al gruppo Misto, se ci saranno quelle con il presidente Conte andremo da soli”.

Come confermato dall’Adnkronos, per tutta la notte le trattative sono andate avanti, e stamattina i ‘papabili’ componenti della nuova formazione centrista si sono riuniti in un ‘luogo neutro’, non a palazzo Madama, e torneranno a vedersi nel pomeriggio per provare ufficializzare la nascita del ‘contenitore politico’. Ancora si starebbe discutendo per il nome, c’è chi vorrebbe inserire un riferimento all’Europa. E non sarebbe stato indicato nemmeno il capogruppo. Si parla di ‘tre sorprese’, ovvero di tre nomi considerati ‘insospettabili’, riferiscono fonti parlamentari della maggioranza, non ancora usciti sulla stampa e sui quali viene mantenuto il riserbo per non bruciarli. Un’altra ipotesi circolata è anche quella che il nuovo gruppo di responsabili al Senato si costituisca a partire da Centro democratico di Tabacci, ma non sembrano esserci gli estremi perché Cd non ha senatori: al Senato siede Emma Bonino di +Europa (il simbolo era +Europa insieme a Cd), ma +Europa continua a sostenere una maggioranza “Ursula” con un premier diverso da Conte.

Stando agli ultimi calcoli, sale a quota 324 il numero dei voti su cui potenzialmente può contare alla Camera Conte, con il passaggio di Fausto Longo al Maie, una componente del gruppo Misto che ha votato la fiducia lo scorso 18 gennaio. Longo faceva prima parte della componente Popolo Protagonista del gruppo Misto (tre deputati alla Camera più la senatrice Tiziana Drago) che, pur dichiarando interesse alla operazione dei “volenterosi” non aveva votato la fiducia. Longo non aveva partecipato al voto che fece registrare 321 sì. A tale cifra vanno aggiunti 2 deputati di M5s allora assenti perché positivi al Covid, e ora Longo. Al Senato invece non cambiano i numeri, visto che il nuovo gruppo annunciato dall’ex M5s De Falco raduna senatori che già hanno votato la fiducia, che il 19 gennaio si fermò a 156 sì, a cui si può aggiungere un senatore di M5s anch’egli assente per Covid. Numeri inferiori alla maggioranza assoluta.

Sono tanti i nomi in forse, circolati nelle ultime settimane e che potrebbero decidere di entrare nel gruppo. Tra le dichiarazioni possibiliste oggi c’è anche quella dell’ex M5s Michele Giarrusso che però la settimana scorsa ha votato contro la fiducia a Conte. Oggi invece ha detto: “Rimuovere Conte è tra gli obiettivi di qualcuno. Con un azzeramento delle posizioni di governo e una messa in discussione di tutte le caselle che compongono l’esecutivo, ci sarà la possibilità di allargare la maggioranza a dei gruppi politici omogenei e compatti”, ha dichiarato a Rainews24. “Sono un membro del Senato della Repubblica e non auspico le elezioni anticipate di un parlamento legittimamente eletto. Quello che invece auspico è la formazione di un governo stabile“. Per Giarrusso “è evidente che qualcuno deve aver fatto male i conti con il pallottoliere”.

Chi invece ha fatto sapere di non voler far parte del progetto sono i senatori di Cambiamo! di Giovanni Toti: “In merito a retroscena riportati dal sito di un autorevole quotidiano nazionale, smentiamo assolutamente la notizia di un accordo fra la componente Idea-Cambiamo! al Senato per un sostegno alla nascita di un governo Conte ter”, si legge nella nota firmata dai senatori di Idea-Cambiamo! Massimo Berutti, Gaetano Quagliariello e Paolo Romani. Occhi puntati anche sull’Udc. “Io sono nell’area del centrodestra, sono Udc nell’area di centrodestra e ci muoviamo tutti insieme”, ha dichiarato la senatrice dell’Udc, Paola Binetti, parlando all’Ansa della sua posizione politica. Alla domanda su come il suo partito andrà alle prossime consultazioni, ha risposto: “Andremo sicuramente con l’area del centrodestra, non da soli siamo troppo piccoli. Andremo insieme agli altri tre partiti, spero proprio di sì”. E poi, parlando con i cronisti, ha aggiunto: “In questa legislatura abbiamo visto un governo giallo-verde, poi un governo giallo-rosso. Ora non ci resta che il governo giallo-bianco, con una componente di centro forte, orientata alla risoluzione dei problemi reali della gente“.

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