Mentre la Cina ha dato il via a uno screening di massa con tamponi per quasi 2 milioni di persone, Hong Kong si prepara ad entrare nel suo primo lockdown dall’inizio della pandemia di Covid. Guardando all’Europa, nel Regno Unito resta pesante il bilancio dei contagi e delle vittime: nelle ultime 24 ore si sono registrati 40mila nuovi positivi, a fronte di 665mila tamponi, e 1.400 decessi. Per l’Irlanda del Nord l’ultima settimana è stata la più micidiale dall’inizio della pandemia, complice la diffusione della variante inglese che preoccupa tutta Europa. La sua elevata contagiosità ha spinto il Portogallo a interrompere i voli con il Regno Unito a partire da domani, ad eccezione di quelli di natura umanitaria per i rimpatri di portoghesi e cittadini britannici. Una decisione annunciata dal premier Antonio Costa dopo aver partecipato alla videoconferenza dei leader Ue sul coordinamento delle misure anti-Covid, durante la quale la Francia ha deciso l’obbligatorietà del tampone per i cittadini europei che entrano sul territorio nazionale. Mentre il Belgio ha deciso di vietare fino al 1 marzo i viaggi non essenziali all’estero. L’Ungheria, dopo essere stata il promo Paese ad approvarlo, ha firmato invece un accordo per acquistare “grandi quantità” del vaccino anti-Covid russo Sputnik, che non è ancora stato valutato dalle autorità sanitarie europee.

Parlando nel corso di un incontro con gli studenti dell’Università di Paris-Saclay, il presidente francese, Emmanuel Macron, ha fornito una previsione a medio raggio spiegando che nel prossimo semestre, e quindi fino all’estate, non sarà possibile “tornare alla normalità” e che i francesi dovranno “essere uniti” in un periodo che “sarà caratterizzato dal virus e dalle restrizioni“.

Negli Stati Uniti i numeri di contagi e vittime continuano a essere tra i più alti al mondo. Così il neoeletto presidente Joe Biden, mentre presentava i suoi ultimi ordini esecutivi, ha dichiarato che il Covid farà “più di 600 mila morti” nel Paese che, al momento, conta già 420mila vittime dall’inizio della pandemia.

Hong Kong – La città, che fino ad ora era sempre riuscita a tenere sotto controllo la diffusione del virus con chiusure mirate e un efficace sistema di tracciamento, ora è anch’essa travolta dalla seconda ondata dell’epidemia, con 9.797 nuovi casi di Covid e 166 morti registrati, come riferiscono i dati della Johns Hopkins University. A dare la notizia è il South China Morning Post, secondo cui il lockdown scatterà sabato 23 gennaio e sarà in vigore per almeno due settimane: il mancato rispetto delle norme sarà punito con sanzioni.

Cina – Il virus sta allarmando di nuovo anche la Cina, a quasi un anno dall’entrata in lockdown di Wuhan (23 gennaio 2021): nel centro di Pechino è stato avviato un ciclo di tamponi di massa organizzato nei distretti di Dongcheng e Xicheng. Sui social media cinesi circolano numerosi video con le lunghe code fatte di centinaia di persone in fila in attesa del test, ad esempio in Wangfujing Street, nel Dongcheng. Pechino ha finora organizzato i controlli sugli 1,71 milioni di residenti del distretto di Daxing – che sono in lockdown – e sugli 1,23 milioni di quello di Shunyi, rispettivamente a sud e a nordest della capitale, entrambi vicini agli aeroporti. La capitale, intanto, ha registrato giovedì tre nuovi casi di Covid-19 di trasmissione domestica, tutti nel compound residenziale di Ronghui, a Daxing. In aggiunta, la Commissione sanitaria municipale ha menzionato un ulteriore asintomatico e due contagi importati.

Francia – L’allerta è massima invece in Francia, dove il presidente Emmanuel Macron ha annunciato giovedì sera, durante la riunione con i leader Ue, l’obbligo di tampone molecolare per tutti i cittadini europei che entrano nel Paese. Il test dovrà essere fatto 72 ore prima della partenza o meno, con l’eccezione dei viaggi cosiddetti essenziali. Oltre al test, è prevista una quarantena di sette giorni e un secondo test per uscire dalla quarantena.

Irlanda del Nord – Si sposta dall’Inghilterra all’Irlanda del Nord uno dei principali focolai di contagi e decessi da Covid nel Regno Unito, alimentati dalla nuova variante più virulenta dell’infezione manifestatasi a piena forza oltre Manica da dicembre. Lo evidenziano gli ultimi dati diffusi oggi da Belfast. Se a Londra e dintorni, dopo oltre due settimane di lockdown, si segnala una pur lenta frenata della curva (malgrado la situazione ancora pesantissima negli ospedali e nel sistema sanitario, costretto ad allestire a scopo per ora precauzionale alcuni bus come super ambulanze aggiuntive), in Irlanda del Nord l’ultima settimana è stata la più micidiale dall’inizio della pandemia, con un record di casi e un totale di 156 morti in più, sulla scia di record analoghi registrati del resto nella limitrofa Repubblica d’Irlanda. Il governo locale nordirlandese ha del resto già deciso di estendere fino ad almeno il 5 marzo il lockdown e la stessa cosa si attende ora da Dublino.

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