“La pandemia non esiste come ce la dicono loro”. Mary è la titolare della Parrilla Mexicana un ristorante messicano di Milano, che ieri sera ha aderito alla protesta dei ristoratori #ioapro servendo la cena nonostante i divieti. Così un centinaio di persone si è seduta ai tavoli tra nachos, tequila e perfino una coppia di ballerini che ha scatenato l’entusiasmo dei presenti. Tra i tavoli non sembra esserci la paura né del contagio, né delle multe. Tanto che molti clienti parlano e brindano senza mascherina. “Non temo il contagio qui, ma quando vado a lavoro sui mezzi pubblici” racconta uno dei ragazzi seduti al tavolo, senza considerare che su tutti i mezzi di trasporto c’è da sempre l’obbligo di distanziamento e di indossare le mascherine per tutta la durata del viaggio, a differenza di quanto accade nel locale. Poco più in là le forze dell’ordine in borghese ha iniziato a identificare tutti i presenti e a multare la proprietaria del locale. C’è chi dubita dell’efficacia dei tamponi e chi del numero dei morti. Ma tutti sono concordi nel puntare il dito contro la chiusura dei ristoranti. Roberto è il titolare dell’osteria “Dal Verme” a Isola. “Noi non siamo negazionisti, vogliamo solo lavorare – spiega mentre è costretto a rimandare indietro un paio di clienti perché il locale è tutto prenotato – i ristori non ci servono manco a pagare gli affitti e le bollette”. Rimarrà aperto anche questa sera nonostante le possibili multe e quando gli si chiede della paura del contagio nei ristoranti o nei bar risponde: “Sono scene che abbiamo visto anche nei centri commerciali. Se c’è una pandemia vogliamo essere tutti uguali e dunque o chiudere tutti o rimanere aperti tutti”

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La campagna ‘IoApro’ fa flop: poche riaperture in tutta Italia. Le associazioni di ristoratori: “Non si protesta violando la legge”

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