Da metà dicembre, oltre 400 milioni di dollari sono stati spesi in pubblicità elettorale in Georgia. L’enorme investimento è giustificato dalla posta in gioco. Nel ballottaggio per i due seggi senatoriali dello Stato, il 5 gennaio, si decidono i futuri due anni dell’amministrazione Biden (fino quindi alle elezioni di midterm del 2022). Se i democratici vincono entrambe le sfide conquistano la maggioranza al Senato. Nel caso i repubblicani riuscissero invece a strappare anche solo uno dei seggi, manterrebbero il controllo dell’aula, rendendo quindi difficile l’approvazione di molte delle riforme volute da Biden. La battaglia in Georgia è però importante anche sotto un altro punto di vista: essa rivela infatti la centralità che la religione mantiene nella politica americana.

LE SFIDE – La legge della Georgia richiede che un candidato ottenga il 50%+1 dei voti per conquistare il seggio al Senato. Nessuno degli sfidanti è arrivato a quella soglia il 3 novembre scorso e quindi si è reso necessario il ballottaggio. Nella prima delle due sfide, il repubblicano David Perdue se la deve vedere con il democratico John Ossoff. Perdue, senatore in carica dello Stato, è un uomo d’affari, nel passato inquisito per insider trading. Il Dipartimento alla Giustizia ha archiviato l’inchiesta ma Ossoff, ex giornalista di 33 anni, accusa Perdue di essere un crook, un truffatore. Per evitare attacchi imbarazzanti, il senatore non si è presentato al dibattito televisivo con il rivale: Ossoff era solo sul palco, accanto al podio lasciato vuoto da Perdue. L’altra sfida, forse più appassionante politicamente, è quella tra una ricca imprenditrice nel settore dei prodotti finanziari, la repubblicana Kelly Loeffler, e il democratico Raphael Warnock, pastore della Ebenezer Baptist Church di Atlanta, la chiesa di cui fu pastore anche Martin Luther King Jr. Anche in questo caso, è Loeffler la senatrice in carica e il democratico lo sfidante.

In Georgia un democratico non vince un seggio al Senato da 20 anni. L’esito del voto è però quest’anno particolarmente incerto. Nello Stato Biden ha vinto il 3 novembre con un margine ridottissimo: meno di 12mila voti. La furiosa campagna sul presunto voto truccato da parte di Donald Trump potrebbe peraltro aver convinto parte dei suoi sostenitori a disertare le urne il 5 gennaio: perché andare a votare quando Trump è stato derubato della vittoria? L’importanza della posta in gioco – il controllo del Senato, da opporre a una Casa Bianca a guida democratica – ha comunque portato a una mobilitazione senza precedenti dei repubblicani: buona parte dei dollari spesi da metà dicembre in pubblicità elettorale sono andati a sostegno dei candidati repubblicani e tutti i big del partito, compresi Trump e famiglia, sono scesi in Georgia a fare campagna. Gli ultimi sondaggi mostrano Perdue e Loeffler in leggero vantaggio. La media compilata da Real Clear Politics dà Perdue in vantaggio di un punto su Ossoff, mentre Loeffler sopravanza Warnock di uno striminzito 0,2%. Le possibilità di vittoria dei due democratici si fondano ancora una volta sull’affluenza al voto di giovani e neri. Da questo punto di vista, potrebbe risultare determinante la massiccia operazione di registrazione al voto condotta da gruppi come The New Georgia Project di Stacey Abrams. Fondamentale nella vittoria di Biden a novembre, questa stessa straordinaria mobilitazione alimenta le speranze di Warnick e Ossoff.

IL RUOLO DELLA RELIGIONE – La fede continua a giocare un ruolo importante nella politica americana. Le scelte di Trump per la Corte Suprema, ultima la nomina di Amy Coney Barrett, sono state chiaramente motivate dalla volontà di ripagare i conservatori religiosi dell’appoggio del 2016 e per motivarli a votare nel 2020. Il calcolo religioso ha però fatto parte anche della recente campagna democratica. Joe Biden e Kamala Harris hanno fatto della religione un tema centrale di molti loro interventi. Ne hanno parlato ai comizi, ne hanno scritto in op-eds per riviste di fede e hanno investito milioni di dollari in spot televisivi a sfondo religioso. Se Hillary Clinton, nel 2016, aveva messo volutamente in ombra la sua fede metodista, Biden ha scelto la strada opposta. Il suo cattolicesimo, la sua educazione dalle suore, il richiamo al Vangelo come fonte di ispirazione sono emersi chiaramente in campagna elettorale.

Del resto alcuni studi recenti (fonte Pew Research Center) mostrano che il 71% degli elettori democratici e indipendenti appartiene a qualche confessione religiosa e la campagna di Biden ha deciso di non lasciare ai repubblicani, come già successo nel passato, il controllo esclusivo dei temi di fede. La cosa non riguarda soltanto i settori più istituzionali del partito. Anche il mondo progressista tende a usare, sempre più spesso, riferimenti e simboli religiosi. Le quattro deputate della “Squad”, la punta più radicale dei democratici al Congresso, non fanno mistero della propria appartenenza religiosa. Alexandria Ocasio-Cortez è cattolica, Ayanna Pressley battista, Ilhan Omar e Rashida Tlaib musulmane. Recentemente, dai banchi della Camera, proprio Ocasio-Cortez si è legata al messaggio cristiano per difendere i diritti delle persone Lgbtq. “Mi sento come se Cristo entrasse da queste porte e dicesse quello che disse migliaia di anni fa, e cioè che dovremmo amare il nostro vicino e il nostro nemico”, ha detto.

La centralità della religione ritorna nelle sfide per il Senato della Georgia, in modo se possibile ancora più intenso. Decine di gruppi religiosi sono impegnati nella campagna elettorale. I pastori delle chiese battiste e afro-americane stanno facendo aperta campagna elettorale per i democratici, in particolare per il reverendo Warnock che sarebbe il primo senatore nero nella storia della Georgia. “Manteniamo la Georgia blu. Eleggiamo Jon Ossoff e Raphael Warnock al Senato degli Stati Uniti”, ha detto il vescovo Reginald Jackson che presiede oltre 400 chiese African Methodist Episcopal dello Stato.

E se Ossoff, che è ebreo, è appoggiato da buona parte del mondo ebraico di Atlanta, evangelici e conservatori religiosi stanno facendo campagna per Perdue e Loeffler. Tra questi c’è la Christian Faith & Freedom Coalition, fondata dall’ex chairman del partito repubblicano della Georgia, Ralph Reed, che nello Stato ha speso 50 milioni per le presidenziali di novembre e che ha fatto affluire altre decine di milioni per questo ballottaggio. Altri gruppi conservatori impegnati nella campagna sono il Family Research Council e la Susan B. Anthony List, un’associazione anti-aborto che ha annunciato un investimento di oltre 4 milioni di dollari per la coppia Perdue/Loeffler.

Non sfugge comunque a molti osservatori il parallelo storico che tende a delinearsi in queste settimane in Georgia. Nell’alleanza tra chiese nere e mondo ebraico a favore di Warnock e Ossoff riemerge infatti la coalizione che negli anni Sessanta costituì la spina dorsale del movimento per i diritti civili. Warnock, tra l’altro, non è soltanto il successore del reverendo King alla Ebenezer Baptist Church. Tra le persone con cui negli ultimi anni ha più collaborato, c’è il rabbino della sinagoga di Atlanta che più lavorò con King negli anni Sessanta. Il riferimento di Warnock al reverendo King è però chiaro soprattutto dal punto di vista teologico. Come nella tradizione di King, e di buona parte delle chiese nere, anche Warnock si ispira a una visione sociale del Vangelo che enfatizza non soltanto il momento della salvezza (come avviene per gli evangelici) ma anche e soprattutto quello della morale pubblica, della giustizia, del miglioramento delle condizioni dei più poveri e degli oppressi. Per questa visione sociale del Cristianesimo, la campagna di Kelly Loeffler ha definito Warnock un “radicale”, un “socialista” e un “estremista”. Anche in questo, Warnock è erede di King, che fu tacciato di estremismo e che rispose, nella Lettera dalla prigione di Birmingham: “Gesù fu un estremista per amore, verità e bontà… e forse il Sud, la nazione e il mondo hanno un bisogno disperato di estremisti”.

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