Sul Recovery plan, “l’Italia è sulla buona strada“. Il giudizio è della presidente della commissione Ue Ursula von der Leyen che, dopo aver sentito al telefono Giuseppe Conte ha scritto un messaggio su Twitter e di fatto smentito i presunti ritardi del governo italiano sulla preparazione del Piano nazionale di ripresa da finanziare con i fondi europei del Recovery fund. Dopo le smentite quindi dello stesso premier e del commissario Paolo Gentiloni, oggi è intervenuta anche von der Leyen che ha definito l’Italia “well on track”. Con Conte, ha aggiunto, “siamo in stretto contatto”. Il premier è tornato sull’argomento poco dopo, durante un incontro al Senato sui centri antiviolenza: “C’è un dibattito pubblico sul fatto che l’Italia sia indietro, non è vero. Stiamo definendo progetti e li porteremo all’attenzione delle parti sociali e del Parlamento: siamo perfettamente in linea con il cronoprogramma“.

Proprio ieri sera Conte, intervistato a “Otto e mezzo” su La7, ha ribadito come sul meccanismo del Recovery fund ci sia un ritardo dovuto al veto politico di Polonia e Ungheria, ma ha assicurato che “l’Italia non è assolutamente in ritardo”. Anzi, ha annunciato, l’intenzione è quella di presentare il suo piano a febbraio prossimo. Il presidente del Consiglio oggi su Twitter, subito dopo la telefonata, ha ribadito la cooperazione costante con la commissione Ue senza evocare direttamente il tema ritardi: “Ottimo scambio di vedute oggi sul Global Health Summit in collegamento con il G20″, ha scritto, “coordinamento europeo delle misure sanitarie sul Covid19 in occasione del periodo natalizio, un’azione europea più efficace sul tema migrazione con i Paesi extra-UE, e su Brexit”. Poco dopo è intervenuto anche il ministro per gli Affari europei Enzo Amendola: “L’Italia è nella giusta direzione per il #NextGenerationEU”, ha scritto su Twitter. “Come sempre in piena sintonia con la Commissione Ue. Fatti, non retroscena“.

Venerdì 20 novembre a sollevare il caso “ritardo” è stata tra gli altri Repubblica che, nonostante la smentita del commissario Paolo Gentiloni e dello stesso Conte, insiste nel dire che l’Italia è in ritardo nella formulazione del Recovery plan. Allo stato attuale, sono solo cinque i Paesi su 27 che hanno presentato a Bruxelles bozze complete del loro Piano nazionale di ripresa. In tutto questo va considerato che la scadenza per presentare il documento è fissata per aprile 2021 e, ieri, il premier ha previsto che l’Italia potrebbe invece anticipare la scadenza consegnando il piano a febbraio prossimo. Sempre che la situazione si sblocchi a livello europeo e che Polonia e Ungheria ritirino il loro veto. Il 20 novembre scorso, Repubblica ha sostenuto che invece il presunto ritardo dell’Italia sarebbe stato tirato in ballo da un documento firmato da Marco Buti, capo di gabinetto di Gentiloni, che secondo il quotidiano romano “mette in rilievo le preoccupazioni che emergono negli uffici e nei vertici della Commissione”. Nel testo però, come ricostruito da ilfattoquotidiano.it, si legge esattamente il contrario: “l’Italia non ha ritardi profondi da colmare“. Il documento in questione inoltre, non è un atto della Commissione bensì un paper accademico della Luiss School of political economy scritto a quattro mani con l’economista Marcello Messori.

Intanto oggi proprio sul Recovery plan è tornata a esprimersi Bankitalia. “L’entità dell’effetto macroeconomico dei progetti di investimento e di riforma dipenderà soprattutto dalla loro definizione concreta nell’ambito del Piano nazionale di rilancio e resilienza e dalla loro attuazione tempestiva”, ha sottolineato Eugenio Gaoitti, capo del dipartimento Economia e statistica della Banca d’Italai in audizione in Parlamento. “Andrà posta grande attenzione alla fase esecutiva, precisando i dettagli ed evitando sprechi, ritardi e inefficienze. Come abbiamo sottolineato più volte, il programma Next Generation EU è un’occasione da non perdere per rilanciare la crescita e la produttività dell’economia italiana”.

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