Come spesso accade nei weekend, sono in leggero calo i nuovi contagi da coronavirus nel nostro Paese: nelle ultime 24 ore sono stati accertati 32.616 casi rispetto ai quasi 40mila di ieri. Allo stesso tempo diminuiscono i tamponi, passati da 230mila ai 191mila di oggi. Di conseguenza, il tasso di positività (cioè il rapporto tra positivi e test effettuati) resta sostanzialmente stabile al 17%. 331 i morti, mentre sono quasi 1.500 i nuovi posti letto occupati da pazienti Covid: 115 hanno bisogno della terapia intensiva, mentre 1.331 sono stati ricoverati in altri reparti (400 solo in Lombardia). Le persone dimesse dall’ospedale o guarite sono invece 6.183. Numeri che spingono il presidente della Federazione nazionale degli ordini dei medici (Fnomceo), Filippo Anelli, a chiedere un “lockdown totale, in tutto il Paese”, soprattutto a causa dell’aumento della pressione sugli ospedali. “Con la media attuale in un mese arriveremmo ad ulteriori 10mila decessi“.

I dati delle Regioni – Tra le Regioni è la Lombardia a registrare il maggiore incremento di contagi (+6.318) a fronte di 38mila test. 117 i morti. Qui il tasso di positività scende drasticamente, passando dal 25% al 16,5%. Stabile il numero di ricoveri. Segue la Campania, alle prese ancora una volta con più di 4mila casi quotidiani (+4.601), mentre il Piemonte scende a 3.884 con 3mila tamponi in meno rispetto a ieri. In Veneto sono state accertate altre 3.362 infezioni, mentre Emilia Romagna, Lazio e Toscana sono vicine a quota 2.500. Calano a 886 i nuovi casi in Liguria, superiori a mille in Sicilia. La situazione resta difficile in Puglia (+766) e nella provincia autonoma di Bolzano (+781), seguite da Umbria (+660) e Abruzzo (+584). Altri 500 casi sia nelle Marche che in Friuli, mentre in Sardegna si fermano a 424. +359 i casi accertati in Calabria, 246 in Basilicata e 182 nella provincia di Trento. Valle D’Aosta e Molise, invece, tornano sotto quota 100, segnando rispettivamente +55 e +91 contagi in 24 ore.

Il confronto settimanale e i numeri complessivi – Guardando alla diffusione del coronavirus su base settimanale, risulta che tra lunedì e domenica sono stati accertati 225.788 casi in tutto il Paese, mentre la scorsa settimana erano 183.577. 14 giorni fa superavano di poco la soglia dei 100mila (111.550), cioè la metà rispetto a quelli accertati negli ultimi 7 giorni. Complessivamente, sono 935.104 le persone risultate positive al coronavirus in Italia dall’inizio dell’emergenza, 41.394 i decessi. I pazienti dimessi dall’ospedale o guariti salgono quindi a 335.074, mentre sono 558.636 i cittadini attualmente positivi (529.447 in isolamento domiciliare). Di questi, 132.410 risiedono solo in Lombardia e quasi 70mila in Campania. Tra terapie intensive e reparti Covid, i posti letto occupati da malati affetti da Sars-Cov2 attualmente sono quasi 30mila.

Anelli: “Rischiamo altri 10mila morti in un mese” – Secondo Anelli della Fnomceo, quindi, se il trend epidemico non subirà un’inversione ci troveremo dinanzi ad una situazione “drammatica” e a un forte incremento dei morti, poiché il sistema sanitario “non sarà in grado di reggere” e gli effetti delle nuove misure restrittive “non si vedranno prima di 20 giorni“. Il lockdown totale “è una richiesta forte ma da più parti del Paese arrivano segnali molto preoccupanti. La situazione sembra sempre di più evidenziare un Sistema sanitario nazionale alle corde”. I numeri “ci dicono che in questa settimana abbiamo avuto una media di 1000 ricoverati al giorno; ciò significa che, se il trend non cambia, nei prossimi 30 giorni, per l’Immacolata, avremo altri 30mila ricoverati che si aggiungeranno ai 26mila attuali”. Sempre in questa settimana, afferma numeri alla mano, “abbiamo inoltre avuto una media di 116 ricoverati al giorno in terapia intensiva, quindi fra 30 giorni, sempre a trend invariato, avremo altre 3mila persone nelle Rianimazioni, per un totale di oltre 5mila pazienti in questi reparti. Ma circa 5mila – sottolinea – era la dotazione massima di posti letto disponibili nelle terapie intensive a marzo scorso, e se è vero che il governo ha aumentato il numero di posti letti a circa 11mila è però anche vero che oggi non abbiamo abbastanza medici e infermieri per gestire tali posti aggiuntivi”.

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