La richiesta è stata netta: il capogruppo Pd in Senato Andrea Marcucci, intervenendo in Senato dopo l’informativa del premier Giuseppe Conte, ha evocato un vero e proprio rimpasto di governo. I malumori ci sono e ne sono pieni i retroscena sui giornali, ma mai fino a chiedere pubblicamente che sia rivista la composizione dei ministri. La richiesta ha fatto rumore e, almeno pubblicamente, anche tra i dem sono arrivate le smentite. Tanto che lo stesso segretario Nicola Zingaretti lo ha sconfessato: “Il sostegno del Partito democratico a questo governo e ai suoi ministri è pieno e totale”, ha detto il segretario. “Non in discussione. Posizione ribadita, tra l’altro, all’unanimità alcune ore fa dalla direzione nazionale sul voto della mia relazione”. Marcucci si è poi affrettato a chiarire: “Non ho chiesto nessun rimpasto. Ho chiesto al Presidente del Consiglio di assumersi la responsabilità dell’azione di governo, inclusa quella dei singoli ministri, e di aprire una fase di coinvolgimento parlamentare più profondo. Che includa anche le opposizioni. Basta con il chiacchiericcio”. Ma il solo evocare pubblicamente il rimpasto ha però aperto discussioni tra maggioranza e opposizione. Quel chiacchiericcio che Marcucci ora chiede di evitare. Il leader del Carroccio Matteo Salvini ha attaccato: “Fanno tutto da soli”. Mentre i renziani si tirano fuori: “Mi pare sia un problema del Pd. Per quello che ci riguarda noi siamo molto soddisfatti delle nostre ministre”, ha detto la senatrice Iv Laura Garavini.

La frase di Marcucci è stata molto chiara. “Deve valutare, lei e non altri, se i singoli ministri sono adeguati alle emergenze che stiamo vivendo”, ha detto in Aula, “e sempre a lei chiedo la verifica, visto quello che si legge, della tenuta della maggioranza”. E non solo. Marcucci ha anche chiesto un maggiore coinvolgimento delle opposizioni in questa fase delicata: “Signor presidente, tocca a lei l’onere di coinvolgere le opposizione. Le opposizioni devono avere un luogo dove si possano confrontare con governo e maggioranza e sta a lei individuarlo. Sia un comitato di salvezza nazionale o altro, signor presidente, valuti lei come coinvolgere le opposizioni”, ma “serve un luogo di confronto con la maggioranza, che sia una bicamerale, un comitato di sicurezza nazionale o un altro organismo”. La domanda partita subito a palazzo Madama è se quell’affondo fosse uno scatto in avanti del presidente dei senatori dem o una linea condivisa dal Nazareno. I senatori si sono affrettati a negare si tratti di una richiesta unitaria e condivisa. “In una fase tanto grave per il Paese”, ha commentato il senatore Mirabelli, vicepresidente dei senatori Pd, “in cui ogni sforzo va dedicato a sconfiggere il virus e la crisi, parlare di rimpasti appare una cosa fuori dal mondo. Gli italiani hanno bisogno di avere la certezza che il governo e la maggioranza si stanno occupando di tutelare la loro salute e l’economia. Il Pd si è assunto questa responsabilità, chi pensa ad altro sbaglia”. Poco dopo ha parlato anche la senatrice Roberta Pinotti: “Di tutto abbiamo bisogno oggi, tranne che di mettere in discussione il governo. Forse il presidente Marcucci intendeva dire che ognuno di noi, anche i ministri, devono dare il meglio in questa drammatica situazione. Mi parrebbe altrimenti lunare porre il tema di un rimpasto di governo, tanto più con il momento che il Paese sta vivendo“.

Chi ha subito colto l’occasione è il leader del Carroccio Matteo Salvini: “E’ preoccupante che in momento così grave per il Paese non ci sia uno scontro opposizione-maggioranza, state facendo tutto voi”, ha detto. “Mentre in Italia cresce lo scontro sociale noi abbiamo sentito in quest’Aula la bocciatura nei suoi confronti non dalle opposizioni, ma dalla sua maggioranza, che in un momento così delicato arriva a chiedere un rimpasto di governo. Il collega Marcucci, questo è allarmante, le chiede: tutti i suoi ministri sono all’altezza della situazione? Renzi ce l’ha con lei, il Pd ce l’ha con Renzi, la Bonino ce l’ha con il mondo, è un tutti contro tutti che non ci possiamo permettere in questo momento”.

Smentite o no, che ci siano tensioni tra i soci di governo è innegabile. Tanto che solo in mattinata il vicesegretario dem Andrea Orlando è intervenuto in difesa di Michele Emiliano: il presidente della Puglia ha chiesto la chiusura delle scuole e la ministra Lucia Azzolina lo ha invitato a rivedere la sua posizione. “ll dpcm prevede che le regioni debbano assumere ulteriori misure necessarie, rispetto a quelle già previste, a contenere la pandemia con conseguenti responsabilità”, ha scritto allora su Twitter Orlando. “I ministri che criticano l’esercizio di questi poteri evidentemente non hanno letto il dpcm o non lo condividono”.

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