Italia viva torna a ricattare la sua stessa maggioranza. Dopo una tregua post elettorale, anche alla luce dei risultati deludenti alle scorse elezioni Regionali, i renziani hanno chiesto e ottenuto il rinvio dell’esame della legge sul voto ai 18enni per il Senato. A proporre lo slittamento è stata Maria Elena Boschi durante la Conferenza dei capigruppo di Montecitorio: la riforma costituzionale sarà quindi messa in calendario nelle prossime settimane e l’Aula di fatto per oggi non lavorerà. Iv pretende che, prima di procedere, si raggiungano intese nella maggioranza su legge elettorale e correttivi al taglio dei parlamentari e per farlo ha rivendicato di essere stata decisiva nel voto in Parlamento sulla Nota di aggiornamento al Def. L’ostruzionismo è “assurdo” e “ingiustificabile” secondo il Partito democratico che ha subito chiesto un chiarimento con il presidente del Consiglio: “Quello che è successo non può essere minimizzato”, ha detto il vicesegretario Andrea Orlando, “per il fatto e per le fragilità e le ambiguità che rivela, proprio in un momento in cui il Paese chiede compattezza. E’ un fatto politico di cui si deve fare carico tutta la maggioranza, a partire da chi la guida, perché ci sia un chiarimento”. I renziani, invece di sminuire il caso, hanno rilanciato: “Ci associamo alle parole di Delrio e Orlando: serve un chiarimento politico con Conte. Noi ci siamo”, ha scritto in una nota il presidente dei senatori di Italia viva Davide Faraone.

Intanto, per la riforma, il cammino torna ad essere in salita. Il capogruppo di Leu alla Camera Federico Fornaro ha spiegato che, “essendo venuto meno il necessario clima politico e istituzionale”, ha chiesto “di sospendere l’iter della riforma costituzionale (base di elezione del Senato e numero delegati per elezione Presidente della Repubblica) di cui sono relatore in 1a commissione alla Camera. L’Ufficio di Presidenza della Commissione ha accolto all’unanimità la mia richiesta”.

Non è la prima volta che i renziani minacciano di venir meno all’accordo di maggioranza. E già in passato, sono stati ricevuti dal premier Conte chiedendo che i propri punti fossero inseriti nel programma. Boschi questa mattina ha rivendicato lo stop alla legge sulla sua pagina Facebook, partendo proprio dalla loro lealtà nei voti dei giorni scorsi: “Dopo l’ottimo risultato di ieri”, ha scritto, “con il voto a maggioranza assoluta sulla NADEF (Italia Viva decisiva sia alla Camera che al Senato) oggi abbiamo chiesto in Aula che sulla riforma costituzionale – dopo il successo del referendum – ci sia una visione d’insieme e non si vada avanti senza un progetto unitario. Vogliamo dare ai diciottenni il voto per il Senato? Bene. Ma prima decidiamo che cosa fa il Senato, quale legge elettorale, quale correttivo dopo la riduzione del numero dei parlamentari”.

Il rischio, se la maggioranza avesse mantenuto l’esame del ddl per il voto ai 18enni, era che mancassero i voti in Aula. “Il rinvio è stato necessario perché altrimenti Italia Viva si sarebbe astenuta”, ha dichiarato il vicepresidente del gruppo Pd Michele Bordo. “Questa dei renziani è davvero una posizione incomprensibile, anche perché è anacronistico prevedere ancora una differenziazione tra l’elettorato attivo della Camera e quello del Senato, con il rischio concreto, tra l’altro, come è accaduto spesso in questi anni, di avere maggioranze diverse nei due rami del Parlamento”. Ma, ha dichiarato Bordo, le ragioni dei renziani vanno oltre: “Italia Viva, con la posizione di oggi, vuole evidentemente mandare un altro messaggio al governo. Ma ha scelto la legge sbagliata. È davvero assurda la contrarietà al voto per i diciottenni, previsto anche nell’accordo di governo tra quelle correzioni di sistema chieste dal Pd dopo la riduzione del numero dei parlamentari. È evidente che il rinvio di oggi apre dei problemi politici alla maggioranza. A questo punto serve un approfondimento e l’intervento del Presidente del Consiglio per confermare nella maggioranza l’accordo sulle riforme attualmente in discussione e rilanciare l’azione di governo”.

“Ingiustificabile” il comportamento di Italia viva anche secondo Stefano Ceccanti, capogruppo Pd in commissione Affari Costituzionali alla Camera. “Questa mattina era prevista la seconda lettura Camera per il voto dei diciotto-venticinquenni al Senato”, ha spiegato. “In prima lettura questo identico testo era stato votato da tutti i gruppi, nessuno escluso, con solo cinque voti individuali contrari, perché tutti avevano ritenuto sensato riconoscere il diritto di voto oggi negato a quattro milioni e mezzo di elettori. Si era ai tempi del Conte 1 e noi, dall’opposizione, abbiamo contribuito ad una riforma condivisa. Tale riforma era stata prevista nell’ambito dell’accordo della nuova maggioranza come una delle tappe necessarie delle riforme di questa legislatura. Al Senato varie resistenze impedirono di aggiungere anche l’equiparazione dell’elettorato passivo, ma saggiamente i senatori ritennero di confermare il testo Camera con l’apertura dell’elettorato attivo, di gran lunga più importante. Oggi invece i gruppi di opposizione al Conte 2, per politica politicante, si sono sottratti al consenso dato allora”. “Al consenso si è sottratto anche il Gruppo di Italia Viva che aveva sottoscritto l’accordo di maggioranza, teorizzando ora che le riforme debbano essere di sistema, per quanto dall’accordo di maggioranza un primo sistema fosse già chiaro. Non è possibile allegare interventi di allora perché IV faceva parte del Pd. La conseguenza immediata sicura è che il voto di quattro milioni e mezzo di elettori, tra 18 e 25 anni, è al momento congelato. Per le altre vedremo, ma già solo quella, che era in dirittura d’arrivo alla Camera, appare del tutto ingiustificabile“.

Anche i 5 stelle si sono esposti, chiedendo a Italia viva di rispettare i patti: “Questa è una riforma importante e urgente”, si legge in una nota dei senatori M5s. “E’ un punto fermo per la maggioranza in base a quanto abbiamo stabilito nel piano delle riforme che stiamo portando avanti, quindi è un impegno che anche Italia Viva deve mantenere. Come è noto il nostro Paese sta attraversando una fase molto critica e il Parlamento deve andare avanti, non mostrarsi agli italiani impantanato in giochini tattici e perdite di tempo“,

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