L’epidemia di coronavirus è ormai entrata in una nuova “fase acuta”, con l’indice di contagiosità Rt superiore a 1 in ormai 17 Regioni italiane. Per questo gli Enti Locali inizino a valutare tempestivi rafforzamenti delle misure. Lo si legge nel report settimanale diffuso dall’Istituto Superiore di Sanità che si riferisce al periodo che va dal 5 all’11 ottobre 2020. “Il virus oggi circola in tutto il Paese“, spiegano, e questo peggioramento della situazione sanitaria richiede maggiore attenzione e rispetto “di tutte le norme di precauzione previste” da parte della popolazione.

“Si assiste a un’accelerazione nell’evoluzione dell’epidemia, ormai entrata in una fase acuta con aumento progressivo nel numero dei casi” e con “evidenze di criticità nei servizi territoriali ed aumenti nel tasso di occupazione dei posti letto in terapia intensiva e area medica che rischiano, in alcune Regioni, di raggiungere i valori critici nel prossimo mese”, scrivono gli esperti dell’Iss nel loro report.

Proprio per evitare che le strutture si ritrovino presto in sofferenza, è necessario che da parte dei vari governi locali inizi una valutazione sui provvedimenti restrittivi da intraprendere: “Si invitano le Regioni, in raccordo con il ministero della Salute, a realizzare una rapida analisi del rischio, anche a livello sub-regionale, e di valutare il tempestivo innalzamento delle misure di contenimento e mitigazione nelle aree maggiormente affette in base al livello di rischio e sulla base delle linee di indirizzo fornite nel documento Prevenzione e risposta a Covid-19“.

Per questo l’Istituto “fa appello alla popolazione di rispettare con coscienza e precisione tutte le norme di precauzione previste”, in particolare il rispetto del distanziamento fisico e l’uso corretto e appropriato delle mascherine e, inoltre, “di evitare quanto più possibile situazioni che possano favorire la trasmissione, quali aggregazioni spontanee e programmate per evitare un ulteriore peggioramento che potrebbe richiedere restrizioni territorialmente diffuse”.

Guardando i dati del contagio, emerge infatti che a livello nazionale l’indice di contagiosità Rt è di 1,17, calcolato sui casi sintomatici: oltre la soglia di rischio individuata a 1. In particolare, nell’ultima settimana l’incidenza cumulativa è schizzata a 75 per 100mila abitanti, contro i 44,37 del periodo compreso fra il 21 settembre e il 4 ottobre. L’indice Rt ha superato la soglia di 1 in 17 Regioni, con il valore più alto che si registra in Valle d’Aosta (1.53), seguita dal Piemonte (1.39) e dalla Provincia autonoma di Bolzano (1.32). Tre le Regioni con Rt pari a 1 o sotto 1: Basilicata (1), Calabria (0.94) e Molise (0.83).

L’Istituto fa inoltre sapere che “sono stati riportati complessivamente 4.913 focolai attivi, di cui 1.749 nuovi, entrambi in aumento per la undicesima settimana consecutiva. Sono stati riportati focolai nella quasi totalità delle province (102 su 107). La maggior parte di questi focolai continua a verificarsi in ambito domiciliare (80,3%). Si mantiene stabile la percentuale dei focolai rilevati nell’ambito di attività ricreative (4,2%)”.

Gli esperti si soffermano anche sulla situazione all’interno delle scuole, spiegando che “questa settimana sono in aumento i focolai in cui la trasmissione potrebbe essere avvenuta in ambito scolastico, ma la trasmissione intra-scolastica rimane complessivamente una dinamica di trasmissione limitata: 3,8% di tutti i nuovi focolai in cui è stato segnalato il contesto di trasmissione. Tuttavia, le attività extra-scolastiche possono costituire un innesco di catene di trasmissione laddove non vengano rispettate le misure di prevenzione previste”.

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