I contagi risalgono e sono in arrivo provvedimenti per cercare di smorzare la stretta del coronavirus sull’Italia. Ma un mese dalla ripresa delle lezioni, le scuole di Vò Euganeo, vincono, per ora, la battaglia contro Sars Cov 2. Il primo comune d’Italia ad aver avuto un morto per Covid 19, traccia un bilancio positivo dei giorni in aula, iniziati il 7 settembre e scanditi, una settimana dopo, dalla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella e della ministra dell’istruzione Lucia Azzolina. Su 650 alunni tra scuola dell’infanzia, elementari e medie sono i 50 gli studenti che hanno dovuto sottoporsi a tampone nell’ultimo mese: tra questi non risulta alcun contagio da Covid.

Sul tema scuole e contagi è intervento Andrea Crisanti, ordinario di Microbiologia all’Università di Padova, parlando delle nuove misure per il contenimento della diffusione del coronavirus. “Non sono contrario all’uso della mascherina, la mascherina protegge, ma non credo che l’obbligo della mascherina risolva il problema. Alla luce di quello che sta succedendo, forse varrebbe la pena vedere tra una settimana o due se i provvedimenti adottati per proteggere alunni, insegnanti e tutti noi dalla riapertura delle scuole funzionano. Questo è il vero nocciolo della situazione dice a Sky TG24 – La mascherina protegge – ha spiegato Crisanti -, però a mio avviso va capito cosa sta succedendo. Siamo stati senza mascherina tutta l’estate, con assembramenti anche importanti, e i contagi non sono aumentati moltissimo. Adesso i casi stanno aumentando, ma questo è l’effetto della riapertura delle scuole e dell’inizio di tutte le attività produttive. Forse bisogna agire lì. Sicuramente la mascherina protegge, ma se sono per strada e intorno a me non c’è nessuno… diventa un provvedimento difficilmente comprensibile. A mio avviso il problema è che il sistema messo a punto per proteggere gli studenti e la società dalla riapertura delle scuole scricchiola. C’è qualcosa che probabilmente non va. Bisogna non far entrare a scuola i potenzialmente positivi. Bisogna abbassare la soglia della temperatura e fare in modo che studenti e insegnanti che abitano in zone dove ci sono contagi a scuola non mettano piede”.

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