Record negativo di contagi in Israele, primo paese a entrare in un secondo lockdown che durerà almeno fino al 14 ottobre. Nelle ultime 24 ore sono state quasi 9mila (8.919) le infezioni registrate e il 34% delle persone diagnosticate con il Covid sono ebrei ultraortodossi, sebbene questa comunità costituisca circa il 12% della popolazione complessiva. Oltre 65mila – secondo i dati della sanità – i tamponi effettuati con un tasso di morbilità del 13.6%. I casi attivi della malattia sono 69mila con 810 malati gravi, per la prima volta in discesa, e 206 in ventilazione. I decessi hanno raggiunto quota 1.571 con 43 morti in un giorno. Il governo ha inoltre previsto sanzioni fino a 500 Shekel (circa 124 euro) per quanti violeranno le disposizioni delle autorità in occasione del Sukkot, una delle più importanti festività della religione ebraica che durerà dal 2 al 9 ottobre.

I contagi tra gli ultraortodossi – A spiegare perché siano così tanti all’interno della comunità dei più religiosi, è intervenuto il direttore generale del ministero della sanità Chezy Levy: “Causa il superaffollamento e le preghiere che a volte violano le regole di condotta” questa parte della popolazione “ha raggiunto un alto livello di morbilità”. Levy ha anche sottolineato che sebbene il tasso di mortalità in questa comunità rimanga relativamente basso in rapporto con la popolazione generale e con quella araba, presumibilmente per la giovane età di quelli infettati, tuttavia il tasso sta “subendo un forte aumento”. Per Levy alcune scuole religiose ultraortodosse hanno “enormi” tassi di infezione.

L’estensione del lockdown – Il governo israeliano ha approvato una misura per estendere il lockdown, imposto a partire dal 18 settembre, di tre giorni, fino al 14 ottobre. L’esecutivo Netanyahu ha anche approvato una misura per limitare le proteste e il culto nel raggio di chilometro dalla propria casa, un passo controverso per frenare la diffusione del contagio che secondo i critici mira a reprimere le proteste settimanali contro il premier. Il ministro della Difesa, Benny Gantz, ha sostenuto il provvedimento sulle proteste in un’intervista a Israel Radio, affermando che al momento c’è “bisogno di un rinvio” nelle manifestazioni per fermare la diffusione della malattia. Gantz ha inoltre aggiunto che il blocco nazionale potrebbe rimanere in vigore per molte altre settimane. Israele ha visto un notevole aumento del numero di nuovi casi di Covid-19 nelle ultime settimane: dopo aver in gran parte contenuto il virus in primavera con una risposta rapida, il Paese ha revocato le restrizioni troppo rapidamente a maggio, con conseguente ripresa dei contagi.

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