C’è la data del concorso straordinario per diventare docente di ruolo nelle scuole secondarie: si partirà il 22 ottobre e si andrà avanti fino a metà novembre. A ribadirlo, dopo una giornata di tensioni e polemiche, è stata la stessa ministra dell’istruzione Lucia Azzolina, che ha respinto le richieste di rinvio (anche dello stesso Partito democratico): “Il concorso si farà”, ha detto arrivando alla riunione M5s, “domani 29 settembre escono le date in Gazzetta Ufficiale”. E non solo, lo stesso Miur in serata ha diffuso una nota per garantire che il concorso sarà “organizzato in assoluta sicurezza”: “Il Ministero”, si legge, “ha lavorato nelle scorse settimane per garantire la distribuzione dei candidati nelle aule per tutto il territorio nazionale, procedendo al reperimento di tutte le postazioni necessarie. Ciò eviterà qualsiasi forma di assembramento dei candidati”. Il concorso straordinario sarà la prima delle tre selezioni che si svolgeranno a partire dalle prossime settimane per l’assunzione a tempo indeterminato di nuovi insegnanti. Hanno presentato domanda per parteciparvi 64mila e 563 precari che insegnano da almeno tre anni nelle scuole italiane, ma i posti a disposizione sono la metà, 32mila.

Il Pd chiede di farlo slittare “per non stressare ulteriormente la scuola” – Tra i primi a manifestare contrarietà sulla scelta della data, ci sono stati anche gli esponenti del Partito democratico. “Farlo ora significa stressare le scuole, che verranno private di molti docenti, i quali andranno a sostenere le prove del concorso. Avremmo preferito farlo a ridosso delle vacanze di Natale“, ha detto all’Ansa la responsabile istruzione dei dem Camilla Sgambato. Il timore del Nazareno è che tra poche settimane gli studenti si ritrovino di nuovo senza prof, anche se va detto che il ministero ha organizzato tutto in più giorni proprio per limitare disagi e assembramenti: lo scritto si terrà in più tranche dal 22 ottobre al 9 novembre nei laboratori informatici degli istituti e in alcune aule universitarie dislocate su tutto il territorio nazionale.

La replica M5s: “Rinvio? Sarebbe una presa in giro” – La reazione del Movimento 5 stelle non si è fatta attendere: “Respingiamo al mittente la proposta”, scrivono in una nota gli esponenti pentastellati della commissione Istruzione al Senato. “Fosse stato per noi avremmo fatto tenere le prove ad agosto (o un concorso ordinario per tutti)”. La data era slittata proprio in seguito alle tensioni tra Pd, M5s e Leu all’inizio dell’estate. I dem chiedevano di fare una selezione solo per titoli, mentre la ministra e i 5 stelle hanno spinto per un concorso a tutti gli effetti con test rapido a crocette, così come previsto dal decreto Scuola votato a dicembre 2019 dal Parlamento. La mediazione raggiunta è stata quella di rinviare tutto all’autunno a patto di prevedere uno scritto con risposta aperta. “Ora che siamo in dirittura d’arrivo per l’inizio delle prove, previsto per il 22 ottobre, un ulteriore rinvio sarebbe una presa in giro per gli oltre 60mila candidati”, aggiungono i parlamentari. “Senza contare il mezzo milione di candidati al concorso ordinario che verrebbe di conseguenza spostato in avanti. Non possiamo permetterlo”.

Sul tavolo c’è anche il tema dei candidati che rischiano di non poter partecipare perché sottoposti a quarantena domiciliare. Per la dem Sgambato è necessario tutelarli, perché magari sono a casa “per un positivo presente nella scuola in cui insegnano: va cercata una soluzione, per esempio trovando un’altra data per questi candidati o facendo loro svolgere la prova tutti in una stessa scuola: sarebbe ingiusto non farli partecipare al concorso”. La partita dovrebbe comunque chiudersi nelle prossime ore, dal momento che la pubblicazione dell’avviso pubblico con l’ufficializzazione delle date è attesa per domani in Gazzetta ufficiale. Fino a quel momento, spiega la responsabile scuola del Pd, “ogni ripensamento è possibile, la decisione spetta al ministero dell’Istruzione”. Eppure proprio in mattinata Azzolina si è incontrata con i sindacati per annunciare la nuova tabella di marcia.

I candidati – I candidati che hanno fatto domanda per il concorso destinato a chi ha 3 anni di servizio sono circa 64mila su 32mila posti messi a bando. La regola è niente assembramenti. Lo svolgimento della prova sarà infatti “delocalizzato”: il ministero sta lavorando da settimane per attrezzare sale informatiche nelle scuole e aule universitarie in tutta Italia. Divieto di ingresso a chi avrà più di 37,5 di febbre o con una sintomatologia respiratoria in atto. Escluse anche le persone eventualmente in quarantena. In base all’accordo politico raggiunto prima dell’estate tra le forze che sostengono il governo, lo scritto consiste in 5 domande a risposta aperta, più un quesito per verificare la capacità di comprensione al livello B2 del Quadro comune europeo di riferimento per le lingue. Incentrate sulle metodologie didattiche e sulle tipologie di disabilità, invece, le domande per chi concorre per il sostegno. Il tempo a disposizione sarà di 150 minuti e servirà un punteggio non inferiore a sette decimi per passare allo step successivo.

Per gli oltre 400mila neolaureati che si sono iscritti al concorso ordinario per le superiori, invece, c’è ancora da aspettare. La preselettiva (con quiz a risposta multipla) si svolgerà solo dopo aver completato la prima fase del concorso straordinario. In base a quanto si apprende, l’intenzione del ministero è di fissarla comunque entro il 2020, in modo tale da non accumulare ritardi e garantire le nuove assunzioni entro l’anno scolastico 2021-2022. I posti a bando sono 33mila a fronte di 430.585 domande pervenute: un numero altissimo, dovuto al fatto che è da almeno cinque anni che ai neolaureati non viene data la possibilità di accedere in modo permanente all’insegnamento.

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