Scatterà alla mezzanotte di lunedì 21 settembre il nuovo lockdown di Madrid. Controlli e restrizioni riguarderanno oltre 850mila abitanti della capitale spagnola che potranno uscire di casa solo per “cause di forza maggiore” quali lavorare, studiare, fare la spesa, curare persone malate. Le autorità hanno schierato oltre 200 poliziotti per eseguire controlli casuali sulle strade e alle fermate di autobus e metropolitane. Anche l’esercito è in preallarme. Da settimane ormai i casi di coronavirus sono in costante aumento e la regione di Madrid è la più colpita di tutta la Spagna da questa seconda ondata dell’epidemia. Ma la curva epidemiologica cresce in tutta Europa, e sono diversi i Paesi a un passo da nuove crisi, come la Francia, dove nelle ultime ventiquattr’ore si sono registrati altri 10mila nuovi contagi. Un dato in calo rispetto all’aumento record di sabato, quando erano stati 13.500, ma a preoccupare sono le vittime: 311 nell’ultima giornata, numero in crescita.

Il piano elaborato dal comune di Madrid ruota intorno a quattro assi e prevede lockdown locali in sei quartieri della capitale e in sei alte città della regione di Madrid, ovvero dove si registrato più di mille contagi si 100mila abitanti. Poi ci saranno pattuglie in strada, campagna di informazione nei primi due giorni, ed in seguito la possibilità di fare multe (dai 600 euro in su), controlli alle quarantene e rinforzi alle forze dell’ordine nelle zone affollate, come riferisce El Mundo. L’allerta è massima: il ministero della Salute spagnolo ha riferito che almeno 1.500 persone in tutta la regione non hanno rispettato i protocolli di sicurezza negli ultimi tre giorni.

Tutti i locali, commerciali o comunque aperti al pubblico, dovranno chiudere alle 22, eccezion fatta ad esempio per le farmacie e gli studi medici, i distributori di benzina e i veterinari. I ristoranti e gli hotel funzioneranno al cinquanta per cento, mentre i tavoli dovranno rispettare una distanza di almeno un metro e mezzo gli uni dagli altri. A uno stesso tavolo non potranno sedere più di sei persone per volta. Nei luoghi di culto la frequenza non può superare un terzo della capienza e deve essere comunque garantita la distanza interpersonale minima di 1,5 metri e l’uso di una mascherina. Limiti anche per la partecipazione a cerimonie funebri, che non potranno superare i 15 partecipanti. Per quanto riguarda l’attività sportiva, potrà essere praticata sia all’aperto sia al chiuso, purché non venga superato il cinquanta per cento della capacità massima consentita dell’impianto. In gruppo, non potranno partecipare all’attività sportiva più di sei persone. Sospesa la frequentazione di parchi, giardini pubblici e parchi gioco.

Intanto i contagi continuano ad aumentare in tutto il mondo: secondo gli ultimi dati della John Hopkins University, i casi totali accertati sono 30.777.611 e il virus ha già provocato oltre 957mila morti. Stati Uniti, India e Brasile sono i Paesi più colpiti che insieme sommano oltre 422mila decessi dall’inizio della pandemia. La situazione al momento è fuori controllo soprattutto in India, dove sono stati registrati 92.605 nuovi casi solo nelle ultime ventiquattr’ore: un’impennata che ha fatto salire il numero complessivo dei casi a oltre 5,4 milioni. Gli esperti hanno annunciato che, di questo passo, entro poche settimane il Paese supererà gli Usa per numero di contagi. L’India, tuttavia, ha anche il maggior numero di pazienti guariti al mondo, secondo la Johns Hopkins University: il suo tasso di recupero è di circa l’80%. Oltre il 60% dei casi attivi sono concentrati in cinque dei 28 stati: Maharashtra, Karnataka, Andhra Pradesh, Tamil Nadu e Uttar Pradesh. Il governo del primo ministro Narendra Modi ha dovuto affrontare aspre critiche per la gestione della pandemia in un’economia in contrazione che ha lasciato milioni di persone senza lavoro.

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