Scuole chiuse in tutta la provincia (almeno) fino al 24 settembre, numeri di persone positive al tampone che continua a crescere da due settimane a un ritmo dieci volte più alto del resto d’Italia, strade semivuote. La crescita esponenziale dei casi di Covid-19 a La Spezia sta creando una specie di nuovo lockdown. Una situazione che, inevitabilmente, alla vigilia del voto in Liguria diventa anche battaglia politica tra visioni opposte di sanità e prevenzione. Per ora, a fronte del numero di positivi più alto di quello registrato nel picco epidemico di marzo, si osserva un numero di ricoveri inferiore, ma la situazione resta allarmante. Per provare a far luce sulla situazione, la Procura di Spezia ha avviato un’inchiesta per epidemia colposa. Lo scopo è individuare la presenza di eventuali responsabilità di chi avrebbe dovuto far osservare le misure anti-contagio.

Intanto, al centro del dibattito cittadino ci sono i criteri adottati dalle ordinanze comunali e regionali, tra cui la decisione di limitare la “zona rossa” a un solo quartiere della città, l’Umbertino, dove vive la comunità domenicana, quando in 30.000, tra cui il primo cittadino, meno di un mese fa, si sono riversati in strada per festeggiare per tutta la notte la storica promozione in serie A dello Spezia Calcio. “Tante badanti sono state lasciate a casa per timore – denuncia il parroco del quartiere – anche se avevano il tampone negativo. C’è un clima di disagio che si accresce”.

Una scelta più politica che epidemiologica, secondo alcuni: “Si è provato a dire che era una situazione limitata alla comunità domenicana del quartiere Umbertino – spiegano dalla struttura sanitaria – ma ora non è più possibile parlare di un solo cluster, visto che gran parte dei casi non hanno avuto alcun contatto con la comunità straniera”. In prima linea come questo inverno sul fronte della terapia intensiva, la primaria di anestesia e rianimazione Cinzia Sani liquida la questione limitandosi a riportare i dati di fatto: “I ricoverati, che per ora restano in numero sostenibile dalla nostra struttura, sono per la maggioranza italiani”.

Pochi giorni fa, il presidente della Regione Giovanni Toti si è recato a Spezia per tentare di spiegare come sia possibile che in una provincia con un tasso di crescita così elevato si siano presi provvedimenti così parziali, come tenere le scuole chiuse ma negozi e ristoranti aperti, o come non aumentare le corse degli autobus, dove nelle ore di punta non è permesso mantenere il distanziamento. Nel tentativo di placare i sentimenti di incertezza e disorientamento della cittadinanza il governatore ha provato quindi a motivare le scelte fatte, rivendicandole e per lo più minimizzando la situazione.

Parere opposto quello dei suoi avversari: “Una situazione fuori controllo era comprensibile a marzo – attacca Massimo Costantini, referente medico che ha elaborato il programma sulla sanità della coalizione giallorossa di Ferruccio Sansa – evidente frutto di errori di prevenzione e tracciamento adesso, tanto più che sembra esserci un’irresponsabile volontà di continuare nella sottovalutazione della situazione”. In rapporto al numero di abitanti la Liguria è in testa alla graduatoria dei contagi, con un basso numero di tamponi rispetto al numero di ricoverati, ma per il governatore ogni critica al suo operato rientra nel mero “sciacallaggio politico”.

“Se denunciare situazioni mal gestite e pericolose per i lavoratori e la cittadinanza significa essere sciacalli sappia che non smetteremo mai di farlo a testa alta – replica con forza la segretaria generale della Camera del Lavoro della Provincia di Spezia Lara Ghiglione – I dipendenti delle cooperative socio-sanitarie che lavorano in ospedale sono in agitazione perché ancora oggi, nonostante tutto, non hanno i dispositivi di protezione, l’assessore competente sembra essere sparita e non risponde alle nostre denunce. Gli ispettori del lavoro sono solo quattro e non possono far fronte alla totale mancanza di controlli presenti in moltissime aziende e cantieri della Provincia, con lavoratori positivi invitati a stare a casa senza dichiarare il luogo di lavoro per non fermare la produzione e, spesso, fermi per quindici giorni senza neanche riuscire a fare il tampone. Le squadre dedicate ai tamponi domiciliari sono ancora sotto organico e questo è grave e pericoloso, i contatti di primo e secondo grado non vengono controllati e si ha l’impressione non si faccia abbastanza per limitare i rischi”.

Polemiche a distanza, dal momento che Toti è riuscito a concludere la campagna elettorale evitando qualsiasi incontro con gli altri candidati alla presidenza della Regione, che potrebbe avere qualche effetto anche sul voto, magari proprio nell’estremo levante della Liguria.

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