Dopo mesi di stop forzato, a causa del coronavirus, anche a Roma è ripartito l’anno scolastico, seppur ancora tra timori, dubbi e il rischio di nuove chiusure in caso di contagi. All’Istituto statale di istruzione superiore “Roberto Rossellini“, scuola professionale per la formazione cinematografica, fotografica e televisiva, è stato il primo giorno per gli studenti delle prime classi. I problemi? Quelli tipici delle scuole del resto d’Italia, dalle classi sovraffollate, agli spazi (con tanto di lavori ancora in corso, ndr), fino agli assembramenti all’esterno, prima di accedere alla scuola. “Il ministero consiglia la misurazione a casa della temperatura, qui ogni persona che entra, studenti, docenti e non solo, verrà monitorata”, spiegano dall’Istituto. Non mancano però le code all’esterno, dove non tutti tra genitori e alunni portano la mascherina.
Una situazione che rischia di peggiorare nei prossimi giorni, quando entreranno anche le seconde, terze, quarte e quinte classi. “Sappiamo che la scuola ha fatto di tutto per evitare contagi e predisporre il necessario distanziamento, ma il problema resta all’esterno“, spiega una rappresentante dei genitori. “Abbiamo visto tanti ragazzi che non portavano la mascherina prima di entrare”, denunciano altri. E non mancano i timori anche tra i docenti: “Siamo disorientati, come gli alunni. Ma la didattica a distanza non può essere l’unica. E ora serve ripartire”, c’è chi rivendica. Altri sono più timorosi: “Vedremo come andrà, sono un soggetto fragile”. Dalla scuola predicano invece ottimismo: “Abbiamo utilizzato i fondi per l’edilizia scolastica per lavori di miglioramento delle strutture e per riorganizzare le aule, presto arrivano anche i banchi monoposto. Ma la nostra scuola prevede anche laboratori e didattica all’esterno. Saremo pronti”.
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