Forse abbiamo esagerato nel generalizzare fatti specifici attribuendoli a tutto il Pd”. Circa un anno dopo la rivelazione dell’inchiesta sui presunti affidi illeciti della Val d’Enza, a parlare del caso Bibbiano (e della gestione politica delle reazioni) è il capo politico del M5s Vito Crimi. Una frase, dichiarata in un’intervista al Corriere della sera, che si riferisce alla campagna dell’ex capo politico Luigi Di Maio: proprio il ministro degli Esteri a luglio scorso, in un video, si scagliò contro il Partito democratico dicendo appunto che il M5s non sarebbe mai andato “con il partito di Bibbiano”. Poi quelle stesse accuse furono portate avanti dal centrodestra, Lega in primis, ma ora che Pd e M5s sono insieme al governo e il dialogo è sempre più consolidato, le due parti sembrano intenzionate voler sciogliere anche questo nodo.

Solo una settimana fa infatti, Pd e M5s hanno annunciato che rinunceranno alle cause che li vedono opposti in tribunale. Questo, stando alle indiscrezioni, dovrebbe riguardare anche la querela che Nicola Zingaretti fece sporgere contro Di Maio per il video incriminato. E in quest’ottica, le parole di Crimi sono un vero segnale di distensione. Anche se dal Pd di Bibbiano dicono che non basta: “La dignità non è per noi un valore negoziabile”, è il messaggio firmato dal segretario Stefano Marazzi. “Mai vorremmo che si giungesse a questo accordo prima che una delle parti in gioco avesse pubblicamente riconosciuto di avere esagerato nell’esprimere alcune affermazioni e dietro presentazione di formali scuse alla nostra comunità ferita. Quanto affermato nella sua intervista al Corriere dal responsabile politico del M5S Vito Crimi non solo non basta ma tralascia la parte più importante ossia la presa d’atto che non si possa, pur nella legittima e aspra battaglia politica, spandere odio gratuito nei confronti di comunità che neppure si conoscono al solo fine di ottenere qualche punto di consenso”. Secondo la sezione Pd di Bibbiano, infatti, alla base dell’accordo c’è “un aspetto che riteniamo non possa essere liquidato così banalmente, ossia il dileggio e l’offesa di una comunità, quella di Bibbiano, che è stata pesantemente e ingiustamente ferita per lungo tempo. Il circolo del Partito democratico di Bibbiano, nonostante la gravità delle offese subite, non ha mai denunciato nessuno in merito alla vicenda e non risulta pertanto nella condizione di ritirare alcuna denuncia”.

Sul tema è intervenuto anche il capogruppo dem Graziano Delrio: “La campagna di offese e denigrazione contro la comunità democratica di Bibbiano è stata una pagina di brutta politica che abbiamo contrastato e condannato. Riconoscere che è stato un errore, come fa oggi l’onorevole Crimi, non può che essere considerato solo un primo passo se si vuole chiudere una fase che ha ferito profondamente la comunità di Bibbiano e dei democratici tutti”.

Tra i 26 avvisi di fine indagine per la vicenda dei presunti affidi illeciti c’è anche il sindaco dem di Bibbiano Andrea Carletti, indagato per abuso d’ufficio in merito alla concessione di uso di un locale e non per fatti che riguardano i minori. Carletti in un primo momento agli arresti domiciliari, è stato scarcerato a dicembre scorso dopo che la Cassazione ha annullato la misura. La motivazione è che non ci fossero gli elementi per disporre l’obbligo di dimora per il primo cittadino.

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