Sottolinea che lui e il governo si sono “sempre assunti la responsabilità, in primis ‘politica’, delle decisioni adottate”. E trattandosi della gestione dell’emergenza coronavirus erano “decisioni molto impegnative, a volte sofferte, assunte senza disporre di un manuale, di linee guida, di protocolli di azione”. Ma comunque “senza la pretesa di essere infallibili”. Con un lungo post su facebook Giuseppe Conte commenta la richiesta di archiviazione della procura di Roma per lui e per i ministri Alfonso Bonafede, Luigi Di Maio, Roberto Gualtieri, Luciana Lamorgese, Roberto Speranza, Lorenzo Guerini. Il fascicolo di indagine è stato aperto in seguito alle denunce da parte di “soggetti terzi provenienti da varie parti d’Italia” che riguardano dai diritti politici alla salute pubblica.

Il segretario del Pd, Nicola Zingaretti, ha inviato il suo messaggio di vicinanza all’esecutivo: “Gli avvisi di garanzia sono un atto dovuto dopo gli esposti. Siamo orgogliosi del nostro governo per la gestione della crisi sanitaria e le scelte coraggiose fatte. Fiducia nel corso degli eventi. Chi strumentalizza si conferma giustizialista con gli avversari e garantista con se stesso: no comment”.

Su facebook, invece, il premier ha scirtto: “Io e i Ministri siamo e saremo sempre disponibili a fornire qualsiasi forma di collaborazione che ci verrà richiesta, nel rispetto dei distinti ruoli istituzionali”. Poi ha spiegato che “nei mesi scorsi alcuni cittadini, avvocati, finanche un’associazione dei consumatori hanno dichiarato pubblicamente di avere presentato denunce nei miei confronti e del Governo per la gestione della pandemia” Le accuse sono state le più varie. Alcuni ci hanno accusato di avere adottato misure restrittive, altri ci hanno accusato di non aver adottato misure sufficienti o di averle adottate troppo tardi. Ci hanno addebitato i più variegati comportamenti criminali: il reato di epidemia, di omicidio colposo, di attentato alla incolumità pubblica, di attentato contro la Costituzione e contro i diritti politici dei cittadini, e altri ancora”.

Quindi il capo dell’esecutivo ricorda come “la prova che il nostro Paese ha vissuto e che in parte ancora sta vivendo è stata e continua ad essere impegnativa: chi ha responsabilità di governo deve rimanere concentrato sugli obiettivi da raggiungere che sono, ad un tempo, la tutela della vita e della salute dei cittadini e la ripresa più rapida possibile della vita sociale ed economica”. Sull’operato suo e del governo che guida Conte ha spiegato di aver “lavorato sempre allo stesso modo: ci siamo affiancati scienziati ed esperti per disporre costantemente di una base scientifica di valutazione dei dati epidemiologici e abbiamo sempre ispirato la nostra azione ai principi di precauzione e trasparenza e ai criteri di adeguatezza e proporzionalità”. Quindi l’inquilino di Palazzo Chigi spiega che lui e i ministri si sono “sempre assunti la responsabilità, in primis ‘politica‘, delle decisioni adottate. Decisioni molto impegnative, a volte sofferte, assunte senza disporre di un manuale, di linee guida, di protocolli di azione. Abbiamo sempre agito in scienza e coscienza, senza la pretesa di essere infallibili ma nella consapevolezza di dover sbagliare il meno possibile per preservare al meglio gli interessi della intera comunità nazionale”.

In calce al suo post, il premier conferma quanto già contenuto in una nota di Palazzo Chigi: l’esistenza della richiesta di archiviazione. “Per massima trasparenza vi informo che io e i Ministri Bonafede, Di Maio, Gualtieri, Guerini, Lamorgese e Speranza abbiamo ricevuto un avviso ex art. 6, comma 2, legge cost. n. 1/1989. Poco fa ne abbiamo dato notizia attraverso un comunicato ufficiale. Abbiamo fatto accesso agli atti e abbiamo appreso che alla Procura di Roma, per competenza territoriale, sono state convogliate nei mesi scorsi buona parte delle denunce di reato presentate nei nostri confronti provenienti da varie parti d’Italia. Doverosamente, la Procura di Roma ha aperto un procedimento nei nostri confronti e dopo aver valutato una ad una le relative denunce le ha giudicate ‘infondate e dunque da archiviare’. Ha quindi trasmesso il fascicolo al Collegio dei magistrati competenti per i reati ministeriali accompagnando la trasmissione con la richiesta di archiviazione. L’invio del fascicolo al Collegio è un atto dovuto in quanto previsto dalla medesima legge cost. n. 1/1989. Lasciamo che la Magistratura completi questo iter procedimentale”.

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