Lo sbarco di oltre 5mila richiedenti asilo avvenuto nelle scorse settimane, le fughe dai centri di Porto Empedocle e Caltanissetta e i rischi connessi all’emergenza coronavirus riaccendono le polemiche dentro (e fuori) la maggioranza sulla gestione dei flussi migratori. Mentre la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese parla di “pericolo sanitario” e lavora per fermare le partenze dalla Tunisia, il capo della Farnesina Luigi Di Maio si appella direttamente all’Unione europea: gli Stati membri devono “riprendere le redistribuzioni“, ha dichiarato a margine di un convegno. Il meccanismo, si è fermato “durante la crisi pandemica, ma adesso l’Unione deve riattivare quanto stabilito a Malta a settembre scorso”. E incassa un primo sì dalla Commissione, che si dice “al lavoro” per trovare una soluzione. In area Pd, invece, arriva la bocciatura all’esecutivo da parte di Matteo Orfini, che a Repubblica giudica “fallimentare” la strategia iniziata “con il governo Gentiloni”. Più morbidi i toni del segretario Dem Nicola Zingaretti, secondo cui il governo deve “affrontare con urgenza” e “in modo adeguato” il dossier. Partendo, si legge tra le righe, dalle modifiche ai decreti sicurezza targati Salvini in parte già bocciati dalla Consulta e su cui pendono le criticità sollevate già un anno fa dal presidente Mattarella. Tutto mentre a Lampedusa nella notte sono arrivate più di 130 persone e altri 66 tunisini sono sbarcati in giornata da tre barchini, mentre a Porto Empedocle è iniziato il trasferimento degli oltre 500 migranti che ieri avevano tentato di scappare da una tensostruttura della Protezione civile. E aumenta anche il numero di migranti positivi: altri 10 hanno contratto il virus tra quelli sbarcati dal mercantile a Pozzallo, mentre altri tre arrivati in Sardegna sono risultati contagiati.

Lamorgese: “Pericolo sanitario, stop ai flussi dalla Tunisia” – La maggior parte delle imbarcazioni arrivate sulle coste italiane dall’inizio di luglio non proviene dalla Libia – dove secondo l’Oim una sparatoria durante un rimpatrio ha provocato 2 morti e 5 feriti – ma dalla Tunisia. Ed è proprio questo uno dei temi sul tavolo del governo, tanto da spingere la titolare del Viminale a volare a Tunisi per un incontro con il presidente Kais Saied. In un colloquio con il Corriere della Sera, Lamorgese oggi spiega che la crisi economica del Paese nordafricano “riguarda da vicino anche l’Italia”, perché “ha effetti di ricaduta immediata con flussi eccezionali di sbarchi di migranti”. “Gestire i flussi migratori di questa entità – aggiunge – è difficile in tempi normali, ma ora con le problematiche legate alla diffusione del Covid-19 la situazione è diventata davvero molto complessa”. A suo parere, i migranti “creano seri problemi legati alla sicurezza sanitaria nazionale che si riverberano inevitabilmente sulle comunità locali interessate dai centri di accoglienza”. La ministra assicura di aver incassato dalle autorità tunisine la volontà di “affrontare insieme” l’emergenza e ha annunciato “provvedimenti” contro le fughe degli ultimi giorni.

Polemiche tra Pd e M5s sulla gestione del dossier – A spalleggiare il lavoro portato avanti da Lamorgese è il ministro Di Maio, secondo cui è necessario “riattivare subito i meccanismi di rimpatrio verso la Tunisia perché deve essere chiaro che per noi la Tunisia è un Paese sicuro, quindi chi arriva qui viene rimpatriato e non c’è un motivo per concedere diritto di asilo e riuscire a permettere a queste persone di restare in Italia”. Riguardo all’appello lanciato all’Ue, arriva una prima risposta da parte della Commissione: “Siamo al corrente delle sfide che incontra l’Italia soprattutto nell’isola di Lampedusa. Come sapete noi provvediamo ad un sostegno finanziario e operativo importante per l’Italia per gestire le migrazioni, come ad esempio il coordinamento sulle relocation“, ha dichiarato un portavoce, sostenendo di essere “in contatto con gli stati membri per trovare soluzioni in merito”.

Dure critiche, invece, dal Partito Democratico. Mentre il deputato dem Orfini dice a Repubblica di non prendersela “con il M5S e Di Maio, che a suo modo è stato coerente avendo redatto i decreti sicurezza assieme a Salvini”, le parole politicamente più significative per Palazzo Chigi arrivano dal Nazareno. “Occorre lavorare affinché il governo urgentemente e nella sua interezza affronti in maniera adeguata questa complessa materia”, ha scritto in una nota Zingaretti. “Quanto sta avvenendo nel Mediterraneo sui flussi migratori era abbastanza prevedibile. Era chiaro da mesi che gli effetti dell’epidemia, anche dal punto di vista economico e sociale, avrebbero posto in forma inedita questo tema”. Un modo per spingere l’acceleratore sulle modifiche ai decreti Sicurezza voluti da Salvini quando era ministro dell’Interno, insomma, finora rimandato a causa di divergenze all’interno della maggioranza. Secondo Zingaretti, l’esecutivo deve quindi mettere un “impegno straordinario su più fronti”, come la “difesa dei diritti umani” e la “ricostruzione della rete di accoglienza in Italia”.

Le opposizioni tra “porti chiusi” e “Covid importato” – All’attacco del governo, ma per motivi opposti rispetto alle diverse anime della maggioranza, va anche l’ex ministro dell’Interno: “Abbiamo un governo di incompetenti e di complici degli sbarchi. Non serve mandare altri militari ma chiudere i porti che vanno sigillati”, dice Salvini. “Io l’ho fatto e vado a processo per quello”, aggiunge, riferendosi all’imminente voto in Parlamento sull’autorizzazione a procedere per il caso Open Arms. “Invece dovrebbe andarci chi aiuta i trafficanti”. Silvio Berlusconi, invece, esprime preoccupazione “sul rischio di una nuova ondata di coronavirus di importazione, che passa per gli immigrati che arrivano clandestinamente in Italia”. Serve un”controllo rigoroso delle frontiere”, aggiunge, così come sostenuto anche dai governatori di Forza Italia.

Giorgia Meloni, invece, si scaglia contro il Movimento 5 Stelle: “Avevano promesso di fermare gli sbarchi degli immigrati clandestini, ma da quando sono al governo stanno trasformando l’Italia nel campo profughi d’Europa. L’ennesima promessa tradita dei grillini”, ha scritto su Facebook la leader di Fratelli d’Italia.

La sindaca di Porto Empedocle: “No alla nave quarantena” – Sulle coste siciliane intanto si discute su come risolvere il sovraffollamento dei centri. Da Porto Empedocle stamattina sono partiti i primi 320 cittadini fino a ieri ospitati in un edificio che in teoria poteva accoglierne al massimo 100. I restanti 200 partiranno in mattinata in direzione Piemonte. Lo prevede il piano varato dalla Prefettura di Agrigento dopo le polemiche esplose ieri, quando la ministra Lamorgese ha annunciato l’arrivo dei militari in Sicilia per rafforzare le attività di controllo nei centri. Sul tavolo c’è poi l’ipotesi di far arrivare a Porto Empedocle una nave quarantena da 1.000 posti. Ma la sindaca pentastellata Ida Carmina frena: “Venga messa al largo di Lampedusa così si evita il trasbordo con i traghetti di linea che mette in pericolo i viaggiatori e recano danno sia al turismo che agli operatori del mercato del pesce che sono costretti a ritardare l’accesso nei mercati ittici”. A suo parere, poi, “ci vuole una equa ripartizione degli sbarchi. Io sono per i ponti aerei da Lampedusa e per una missione militare di pace che gestisca adeguatamente il fenomeno migratorio garantendo la sicurezza sanitaria”. La prima cittadina insiste sul fatto che i migranti vengano “diretti verso le zone dove c’è disponibilità di posti per l’accoglienza” e si chiede: “Dei 12mila arrivati sino ad ora in Italia”, quanti sono passati “dal nostro porto e quanti negli altri porti italiani?”.

Lampedusa, varato il piano di trasferimenti – La situazione in realtà è esplosiva pure a Lampedusa, dove in mattinata sono stati intercettati dalla Guardia costiera sette barchini, con un totale di 45 tunisini a bordo. Nella notte altre tre imbarcazioni, con a bordo 106, 13 e 9 migranti, sono arrivate sull’isola. L’approdo è avvenuto al molo commerciale di Lampedusa e poi c’è stato il trasferimento all’hotspot. Una struttura ormai al collasso, dal momento che ospita 872 persone a fronte di una capienza massima prevista di 95. È per questo che già ieri sera i primi 43 richiedenti asilo sono stati trasferiti sulla terraferma in direzione Palermo. Altre 200 persone, riferisce la prefettura di Agrigento, verranno trasferite nel corso della giornata per poi essere accolte in alcuni centri del Molise. Ed è proprio il procuratore della città dei templi Luigi Patronaggio a lanciare l’allarme sui “problemi di ordine pubblico” creati dai flussi migratori, specie quelli dalla Tunisia. “Servono degli accordi politici internazionali bilaterali con Tunisi”, spiega all’Adnkronos, dal momento che la rotta dalla Libia è “al momento è frenata dalla Guardia costiera libica”. Lo dimostra anche il fatto che negli ultimi giorni la sua procura ha “convalidato un numero elevatissimo di fermi ed arresti per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e per reingresso illegale di cittadini stranieri già espulsi” dal nostro Paese. Patronaggio manda poi un messaggio alle istituzioni, sostenendo che “sulla scorta delle conoscenze processuali acquisite, riteniamo che non è complesso identificare gli organizzatori di tali traffici e le loro basi logistiche e predisporre conseguentemente efficaci servizi di prevenzione e controllo”.

“Senza sicurezza spazio a derive intolleranti e razziste” – A Caltanissetta, invece, non si placano le polemiche dopo la fuga di 184 migranti dal Cara di Pian del Lago. Attualmente ne mancano all’appello 44, anche se il prefetto Cosima Di Stani ha rassicurato la cittadinanza: I richiedenti asilo erano già stati “sottoposti al test sierologico con esito negativo al momento dello sbarco” e pure al “tampone rinofaringeo dall’Asp, anch’esso con esito negativo”. Annunciati nuovi controlli per garantire il periodo di quarantena degli ospiti, ma il primo cittadino Roberto Gambino non ci sta. E scrive alla ministra Lamorgese sostenendo che nella sua città “la sicurezza non si percepisce più. Dando spazio a derive intolleranti e razziste“. “Noi sindaci – aggiunge – siamo colpevolizzati per gli effetti di decisioni e responsabilità che non ci competono e che non ricadono nelle prerogative del nostro mandato. Le chiedo pertanto di disporre immediatamente il blocco di ogni trasferimento dei migranti a Caltanissetta fino a che non sarà possibile assicurare il controllo efficace degli stessi all’interno della struttura”, oltre al ripristino della “funzione originaria” del centro di Pian del Lago cioè quella di “accogliere soltanto i richiedenti asilo”.

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