I finanzieri sono entrati nello stabilimento di Mirafiori, negli uffici del Lingotto e nel centro ricerche Fca di Orbassano per effettuare perquisizioni ordinate dalla procura di Torino nell’ambito di un’inchiesta sulle emissioni inquinanti dei veicoli diesel prodotti dal gruppo della famiglia Agnelli. In totale sarebbero 6 le sedi perquisite, compresi gli uffici di Cnh Industrial, controllata da Exor che produce motori per veicoli industriali e commerciali. Non risultano indagati.

La Guardia di finanza è stata spedita nelle sedi del gruppo Fca in accordo con la procura di Francoforte che indaga per frode in commercio, dopo una segnalazione giunta dagli Stati Uniti. L’ipotesi è che su alcuni modelli siano stati installati dispositivi non conformi alla regolamentazione europea, per cui le emissioni inquinanti sarebbero superiori a quelle rilevabili in sede di omologazione. Un’inchiesta che è quindi sovrapponibile a quella sul “dieselgate” di Volkswagen.

I modelli diesel dei motori del gruppo Fca al centro degli accertamenti sono 5 e gli inquirenti vogliono verificare se siano dotati di un software in grado di controllare il motore e ridurre in maniera artificiosa le emissioni in fase di collaudo, rientrando in questa maniera nei limiti imposti da Bruxelles. L’operazione coinvolge anche la Svizzera ed è effettuata in collaborazione con Eurojust.

Fca ha confermato gli accertamenti da parte dell’autorità giudiziaria nell’ambito di una rogatoria internazionale richiesta dalla magistratura tedesca: “L’azienda si è subito messa a disposizione degli inquirenti – precisa un portavoce – e ha fornito ampia collaborazione negli accertamenti”. Fca, dal canto suo, “sta esaminando i relativi atti per potere chiarire ogni eventuale richiesta” da parte degli inquirenti. La procura di Torino già nel 2017 aveva aperto un fascicolo contro ignoti e la richiesta della Germania, che sta indagando per un’ipotesi analoga sul mercato tedesco, potrebbe dare nuovo impulso.

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