Un po’ più solo. O isolato. Il Consiglio Europeo ha trovato l’accordo sul Recovery fund, il presidente Sergio Mattarella ha espresso “soddisfazione” al premier Giuseppe Conte per l’intesa raggiunta a Bruxelles ma Matteo Salvini non è contento. Al leader della Lega l’accordo tra i paesi dell’Unione europea non è piaciuto. Gli 82 miliardi a fondo perduto e i 127 di prestiti per l’ex ministro sono “una fregatura grossa come una casa in fondo al tunnel”. Di più: “Se il Mes era una fregatura, questo è una Superfregatura“. E quella siglata nella notte a Bruxelles è stata solo “un’eurosbornia“.

Molto diversi, invece, i toni degli altri due leader del centrodestra. Giorgia Meloni riconosce al premier di “essersi battuto per contrastare le pretese egoistiche dei Paesi nordici”, e nel suo comunicato stampa fa scrivere: “Abbiamo votato a Bruxelles per il debito comune, che ha reso possibile il Recovery Fund. Abbiamo tifato per l’Italia in ogni momento. Con la coscienza a posto ora, a negoziato concluso, voglio dire che Conte è uscito in piedi ma poteva e doveva andare meglio. In che senso? Meloni sostiene che i frugali ottengono “il ridimensionamento del Recovery Fund”, anche se per “l’Italia si conserva un livello accettabile di sussidi a fondo perduto”. Per la leader di Fratelli d’Italia “è stato sbagliato dare per acquisiti i 500 miliardi di sussidi proposti da Merkel e Macron e poi aprire a un taglio in cambio di zero condizionalità. È tornato a casa con meno sussidi e più condizionalità. Gli riconosciamo di essersi battuto per contrastare le pretese egoistiche dei Paesi nordici ma il risultato finale purtroppo non è quello che speravamo”. Insomma: la leader di Fdi non stappa lo champagne (anzi lo spumante) però non sembra particolarmente critica verso l’intesa europea e neanche nei confronti del presidente del consiglio, che in altre occasioni ha attaccato frontalmente.

Silvio Berlusconi va oltre e definisce “quella di stanotte” come “una notizia positiva” per l’Italia perché “i fondi sono saliti a 208 miliardi ed una parte importante sono a fondo perduto”. L’intesa sul Recovery per l’ex cavaliere “toglie argomenti ai nemici dell’Europa“. Chi sono i nemici dell’Europa? “Il condizionamento che certi partiti sovranisti esercitano sulla politica di diversi Paesi europei”. A chi si riferisce il leader di Forza Italia? Al suo allegato leghista? Non si sa. Di sicuro per l’ex premier l’accordo sul Recovery è apre la strada a un “piano di riforme accettato dall’Ue, un piano improntato al futuro e non di tipo assistenziale o statalista e questa volta chiediamo al governo che l’opposizione sia davvero coinvolta nelle decisioni”.

Ma l’opposizione deve essere coinvolta tutta insieme o separatamente? Per Salvini il centrodestra deve andare unito da Conte, anche se Lega, Fdi e Fratelli d’Italia hanno posizioni molto diverse sul Recovery. L’ex titolare del Viminale ha convocato una conferenza stampa alla Camera in mattinata per commentare con toni bellicosi l’accordo raggiunto a Bruxelles poche ore prima. “Quei soldi arriveranno se va bene tra un anno e solo e soltanto se l’Italia farà le riforme nel campo della giustizia, della sanità, delle pensioni, del lavoro e dell’istruzione richieste dall’Europa. Tradotto ti presto dei soldi se ritorni alla Legge Fornero e se mi metti una patrimoniale sulla casa e sui risparmi”, ha sostenuto il leader della Lega, evocando un accordo nato addirittura per sbarrare al suo partito la strada del governo. “C’è la clausola sullo Stato di diritto: A pensare male… quando la Lega torna al governo e chiude i porti, uno alza il ditino e dice ‘non rispettano i diritti, non gli diamo neanche una lira”. Addirittura il leader del Carroccio sospetta che il Recovery servirà a condizionare le scelte dei futuri governi: “C’è il sospetto che lo abbiano firmato proprio per questo, Qualcuno al governo in questo momento ma che è minoranza nel Paese ha fatto questa mossa”.

Parole e concetti molto diversi dalle note moderate di Fdi o entusiaste di Forza Italia. Insomma: nell’attività di picconatura dell’accordo europeo, l’ex ministro dell’Interno si trova in larga minoranza. E infatti a chi gli fa notare i toni completamente opposti usati da Berlusconi, risponde vago: “Forza Italia ha votato col Pd e M5S la Commissione quindi ha tutto il diritto di essere contenta, ma il destino degli italiani non è in mano alla Commissione Europea”. A Montecitorio, a sparare a palle incatenate contro l’intesa, Salvini si è fatto accompagnare da Alberto Bagnai, responsabile economico del Carroccio. Il senatore è un vero miscredente del Recovery. Il 18 giugno, intervistato da Peter Gomez durante Sono le venti, era apparso molto scettico sull’accordo europeo. “Un domani, se dovesse essere approvato il Recovery fund, l’Italia diventerà beneficiario netto cioè prenderà più soldi dall’Europa rispetto a quanto versa, perché dunque lei parla di trappola franco tedesca?”, aveva chiesto il direttore del fattoquotidiano.it. “Perché lei da per scontata una cosa che non lo è – era stata la risposta – Questo è quello che viene raccontato dai giornali ma nei corridoi di Bruxelles si dice che ci possiamo dimenticare di diventare beneficiari netti“. Gomez lo aveva incalzato: “È la prima volta che l’Unione europea comincia a pensare che è possibile fare un debito comune, ammetterà che è una piccola vittoria, un passetto verso le cose che dice il suo partito”. Bagnai dunque aveva promesso: “Lei ha usato il futuro, ammetterò. Lo ammetterò quando succederà, per ora non è successo”. Oggi al fianco di Salvini il senatore è rimasto in silenzio: non ha ammesso nulla. Dai corridoi di Bruxelles, invece, nessuna notizia.

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