Siamo ben lontani dalla fine della pandemia di coronavirus. Ieri è stato registrato il più grande aumento di contagi dall’inizio, 259.848 nuovi casi in un solo giorno. Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, che ha pubblicato sabato, anche il numero di decessi registra un’impennata: 7.360 in un giorno, l’aumento più significativo dal 10 maggio. Il precedente record era stato registrato appena un giorno prima, venerdì: secondo la Johns Hopkins University in totale nel mondo 14 milioni di persone hanno contratto il Covid, che ha già causato oltre 600mila morti. Tra le aree del mondo dove il virus corre più velocemente ci sono stati gli Stati Uniti, dove si sono registrati altri 60mila casi in un giorno ed è stata superata la cifra di 140mila vittime. Los Angeles potrebbe presto tornare in lockdown. Il sindaco Erci Garcetti, ha spiegato che, vista la diffusione del virus, potrebbe essere imminente un nuovo ordine ai suoi cittadini di restare a casa.

Seguono poi il Brasile, il Sudafrica e l’India, che ha toccato un nuovo record negativo: 38.902 contagi in un giorno. Se l’epicentro della pandemia si è spostato nel corso dei mesi, in Asia si continua ad avere paura: in Cina, dove tutto è iniziato, ieri si sono registrati 16 nuovi casi confermati di Covid-19, di cui 13 trasmessi localmente. Lo rende noto il rapporto odierno della Commissione Sanitaria Nazionale cinese, che non riporta nessun decesso. Tutti i casi locali sono stati segnalati nella Regione autonoma dello Xinjiang Uygur, nella Cina nord-occidentale.

Nuovi focolai anche a Hong Kong, che ha registrato un record giornaliero di oltre 100 casi. Un numero che diventa elevato considerando che l’ex colonia britannica era arrivata pressoché allo zero. Tanto che la leader Carrie Lam ha ordinato nuove misure di distanziamento sociale. “Penso che la situazione sia davvero critica e non vi è alcun segno che la situazione sia sotto controllo”, ha detto ai giornalisti. In totale, i casi Covid (1.777) hanno superato quelli della Sars (1.755). Da domani quindi la maggior parte dei 180mila dipendenti pubblici lavorerà da casa, e tutti dovranno indossare la mascherina in luoghi pubblici chiusi e sui trasporti pubblici.

Dall’altra parte dell’oceano, anche il presidente Donald Trump cede: visto il continuo aumento di contagi – 10mila in più solo in Texas – ha annunciato che non organizzerà più comizi elettorali di presenza per limitare i rischi, limitandosi a eventi in streaming per gli elettori e videoconferenze. “Voglio stare con voi, e questo sistema sostituirà i comizi che tanto amiamo – ha detto il presidente parlando ai fan del Wisconsin nel suo primo comizio virtuale. Poi ha osservato che, rispetto alla pandemia in corso “stiamo andando molto bene con terapie e vaccini, ma fino a quando non sarà tutto risolto sarà difficile organizzare grandi raduni, quindi farò raduni telefonici”.

Mentre negli Stati Uniti i dispositivi di protezione sono diventati una questione politica – con alcune frange del partito repubblicano che la considerano una limitazione delle libertà individuali – in Australia torna l’obbligo di indossare la mascherina nella città di Melbourne: nello stato di Victoria, nonostante il lockdown in vigore da 10 giorni, si contano oltre 3mila casi attivi di Covid-19, tra cui 363 nuove infezioni identificate nelle ultime 24 ore.

In Medio Oriente la situazione più preoccupante è in Iran, dove, il ministero della Giustizia del Paese ha annunciato che chiunque nasconda la sua infezione e non osservi i protocolli sanitari, sarà sottoposto al ‘Qesas’ (la legge del taglione) per possibili infezioni o decessi di altre persone. Il bilancio delle vittime del coronavirus è salito intanto a 14.188, con 209 nuovi decessi registrati nelle ultime 24 ore e i contagi sono saliti a 273.788, incluse 2.182 infezioni da sabato. In Israele invece i positivi sfiorano i 50mila (49.575) con 1.414 contagi nelle ultime 24ore.

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