La fine della pandemia e il ritorno alla normalità non sono all’orizzonte. Non adesso, almeno, secondo l’Organizzazione mondiale della Sanità, che nel consueto briefing quotidiano ha fatto il punto a livello globale sull’avanzamento di Covid-19. Il direttore generale Adhanom Ghebreyesus ha ricordato che l’epicentro restano le Americhe, dove Stati Uniti e Brasile in particolare registrano oltre il 50% dei nuovi casi nel mondo. “Ieri 230mila casi di Covid-19 sono stati riportati all’Oms”, ha detto, “quasi l’80% in 10 Paesi e il 50% in due Paesi soltanto (111.319 i casi registrati in Usa e Brasile). Ma non è mai troppo tardi per portare il virus sotto controllo”, ha aggiunto.

Per gli esperti dell’agenzia Onu, però, “non ci sarà un ritorno alla normalità nell’immediato futuro”, anche se “c’è una roadmap che consente di controllare il virus e di andare avanti con le nostre vite”. Secondo Ghebreyesus “non importa dove un Paese si trovi sulla curva epidemiologica, non è mai troppo tardi per agire”, ma è pur vero, ha sottolineato il direttore esecutivo Micheal Ryan, che “se la gente continua a frequentare luoghi affollati senza prendere le precauzioni necessarie, la trasmissione della malattia continuerà”.

Per Ryan i governi devono essere chiari e rendere più facile per i cittadini seguire le necessarie regole. “Non posso che ribadirlo: i Paesi che hanno messo in campo un’architettura di vigilanza durante il lockdown stanno ottenendo un relativo successo nella soppressione del virus”, ha rimarcato ancora, aggiungendo che “credere che magicamente avremo il vaccino perfetto cui tutti avranno accesso non è realistico“. Regole e precauzione sono dunque le armi che abbiamo ora a disposizione per contenere la diffusione del contagio, visto che pensare di avere un vaccino “subito e accessibile a tutti non è realistico”, ma “abbiamo misure efficaci e sistemi per sopprimere la trasmissione” e dobbiamo usarle. “Speriamo tutti che ci sia un vaccino efficace, ma dobbiamo concentrarci sull’uso degli strumenti che abbiamo ora per sopprimere la trasmissione e salvare vite umane”, ha rimarcato Ghebreyesus. “Dobbiamo arrivare a una situazione sostenibile – ha aggiunto il dg – in cui abbiamo un controllo adeguato di questo virus senza spegnere completamente la nostra vita o passare da un lockdown all’altro, cosa che ha un impatto estremamente dannoso sulle società”. Purtroppo, però, “troppi paesi vanno verso la direzione sbagliata. Il virus rimane nemico pubblico numero uno ma l’azione di molti governi e persone non lo riflette”, ha spiegato. “L’unico obiettivo del virus è trovare persone da infettare. Messaggi ambigui dei leader stanno minando l’elemento cruciale di ogni azione: la fiducia“.

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