Non solo un contenzioso da risolvere tra il governo e Autostrade, ma anche uno scontro politico interno alla maggioranza e con le opposizioni di centrodestra all’attacco del Movimento 5 Stelle. La lettera con cui la ministra dei Trasporti, Paola De Micheli, ha annunciato che la gestione “pro tempore” dell’infrastruttura sarà di Aspi, come previsto dalla legge, almeno fino a quando il governo non deciderà sulla revoca della concessione, ha provocato la reazione del Movimento che, invece, punta i piedi per non riconsegnare il ponte alla società controllata dai Benetton. La decisione del ministero era inevitabile, ha poi dichiarato il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, che però chiede una rapida decisione sulla revoca della concessione. Tutto nel giorno in cui la Consulta ha definito legittima la decisione di estromettere Aspi dalla ricostruzione del Ponte Morandi, ritenendo non fondate le questioni relative all’esclusione legislativa di Autostrade dalla procedura negoziata per la scelta delle imprese alle quali affidare le opere di demolizione e di ricostruzione del ponte.

La lettera di De Micheli: “L’infrastruttura deve tornare ad Autostrade per unitarietà della concessione”
La titolare dei Trasporti, nella lettera con cui ha annunciato la decisione, spiega che sulla gestione del ponte “abbiamo fotografato l’attuale situazione della legge, che prevede che l’infrastruttura debba tornare nell’unitarietà della concessione”. La ministra spiega che la decisione si basa su un parere della Direzione generale del Mit datata 5 febbraio 2019, quando ai Trasporti c’era Danilo Toninelli, al fine anche di prevenire eventuali contenziosi con la società. Si tratta di una “fotografia in questo momento delle disposizioni vigenti” perché “mentre la procedura di revoca è aperta, la concessione è in capo ad Aspi”, ha spiegato la ministra. La decisione, comunicata al commissario Marco Bucci e al premier Conte, “non condiziona minimamente la soluzione della questione revoca” e la lettera “non ha nessuna valenza politica, ma esclusivamente giuridica dello stato dei fatti”. Per la revoca ai Benetton è il vice di De Micheli, Giancarlo Cancelleri, che però fa notare: “Purtroppo per aprire e alleviare i disagi in Liguria, temporaneamente questa era l’unica soluzione”.

A spiegare l’attuale situazione, appoggiando la decisione della sua ministra, è anche Conte: “È una situazione paradossale – ha dichiarato – Finché il concessionario è Autostrade il ponte non può che essere automaticamente gestito da Autostrade”, sottolinea ribadendo la volontà di chiudere il dossier “entro qualche giorno” e aggiungendo che “mi aspetto di chiudere ad horas o comunque a fine settimana”.

M5s: “Il ponte non può essere riconsegnato ai Benetton, non possiamo permetterlo”
Chi invece non ci sta è il Movimento 5 Stelle che con il suo capo politico, Vito Crimi, dice che “il Ponte di Genova non deve essere riconsegnato nelle mani dei Benetton. Non possiamo permetterlo. Questi irresponsabili devono ancora rendere conto di quanto è successo e non dovrebbero più gestire le autostrade italiane. Su questo il M5S non arretra di un millimetro”. Ancora più duro il viceministro allo Sviluppo economico, Stefano Buffagni: “Rinviare non significa risolvere i problemi! Il conto, salato, alla fine si paga sempre. I cittadini ci hanno eletto per cambiare e decidere e non per avere ‘l’anime triste di coloro che visser sanza ‘nfamia e sanza lodo’. Non in mio nome. Via i Benetton”, twitta citando il terzo canto dell’Inferno di Dante, quello degli ignavi.

Pd: “Governo prenda decisioni rapide sulla concessione”
Da parte del Partito Democratico si rinnova invece al governo la richiesta di una decisione più rapida possibile sulla revoca della concessione, partita che, ormai, sarà inevitabilmente influenzata dall’imminente decisione della Consulta: “Il Partito Democratico ha sollecitato più volte il Governo ad assumere rapidamente le decisioni, da troppo tempo attese, sulle concessioni autostradali in seguito alla tragedia del Ponte Morandi e ai ripetuti rilievi, da parte degli organi di controllo, sui mancati investimenti nella manutenzione ordinaria e straordinaria e sui controlli – ha dichiarato la coordinatrice del programma e responsabile ambiente Pd, Chiara Braga – Continuiamo a sollecitare una decisione da parte del Governo che, dopo il lavoro istruttorio già consegnato dal ministero dei Trasporti, deve avvenire nel più breve tempo possibile, considerando che siamo alla vigilia del completamento della nuova struttura che, per il momento, è stata affidata temporaneamente all’attuale concessionario come atto dovuto ai sensi della legge”.

Autostrade: “Dato il massimo supporto per il ponte di Genova”
Pochi minuti prima della decisione della Consulta, Autostrade è intervenuta nel dibattito con un comunicato in cui afferma che “nel corso di questi due anni ha supportato in ogni modo la realizzazione del nuovo viadotto sul Polcevera facendosi carico della totalità delle spese di demolizione e costruzione. Le risorse complessivamente erogate per Genova, sotto forme di indennizzi e sostegno a cittadini e imprese, sono pari a circa 600 milioni di euro“, ricordando di aver ” realizzato un profondo e radicale cambiamento del suo management e di tutti i suoi processi aziendali”.

Hanno poi aggiunto che “entro il 2023 la società investirà 2 miliardi di euro in spese di manutenzione e cura della rete, di cui 550 milioni di euro nel solo 2020″. E proseguono: “Il Piano di Trasformazione di Autostrade per l’Italia prevede una spesa complessiva di 7,5 miliardi di euro tra investimenti e manutenzioni e l’assunzione di 1.000 nuovi ingegneri e tecnici nei prossimi 3 anni”.

Il Sindaco Bucci chiede una decisione rapida, o il ponte rischia di rimanere inutilizzato
A sollevare il tema della gestione era stato proprio Bucci, allarmato perché la struttura commissariale deve consegnare a qualcuno la nuova opera per il collaudo finale e la gestione. Altrimenti c’è il rischio che il viadotto sul Polcevera resti inutilizzato, nonostante la struttura sia pronta e in queste ore si sia iniziato ad asfaltare le corsie: una nuova beffa per Genova e i genovesi. Affidarsi ad Autostrade, titolare del troncone della A10 e dello svincolo della A7 che cingono il ponte, è il modo più rapido per garantire che quei 1.067 metri di nuova costruzione vengano realmente aperti “tra l’1 e il 10 agosto”, come indicato dal sindaco di Genova, per non vanificare una ricostruzione che è stata in definitiva veloce e ha avuto ritardi molto contenuti.

Articolo Precedente

Sicilia, in commissione all’Ars primo sì a ‘mini sanatoria’ con il voto dei renziani. Pd, M5s e Legambiente attaccano: “Pagina pietosa”

next
Articolo Successivo

Salvini insiste sul condono tombale: “Serve l’azzeramento totale dei debiti del passato”

next