“Sono formalità. Cosa sono queste formalità tra noi”? Già. Come si osa pretendere di visionare le condizioni del contratto? Sorrento, anno 2020, in emergenza Covid. Negli uffici dell’amministrazione di un albergo di una piccola catena locale, posizionata in una delle capitali mondiali del turismo, il lavoratore stagionale che chiede di sapere cosa è scritto nel suo contratto – orari, retribuzione, mansioni – ascolta questa risposta. Che risuona come una velata minaccia. Gennaro e Fabio decidono di incontrare ilfattoquotidiano.it di nascosto, in un luogo chiuso al pubblico. “Vi prego, tutelate il nostro anonimato”. Gennaro e Fabio sono due nomi di fantasia. Ma la paura che chi legga l’articolo possa riconoscerli è autentica. Traspare in ogni parola, in ogni gesto. “Il rischio di ritorsioni è altissimo: chi fa una vertenza smette di essere chiamato, gli albergatori si scambiano la voce”.

Gennaro e Fabio hanno 30 e 40 anni circa, sono diplomati all’istituto alberghiero, da tempo ogni estate si rimboccano le maniche in medie e grandi strutture turistiche sorrentine come camerieri o addetti al ricevimento. E non sono qui per descrivere una vertenza, di quelle che intasano i tribunali del lavoro. Vogliono invece raccontare un’altra storia: quella di due padri di famiglia che stavolta hanno preferito rimanere disoccupati piuttosto che farsi sfruttare. E come il coronavirus abbia finito col rafforzare alcune prassi perverse: provare a scaricare sulle fasce deboli le conseguenze della crisi, di una inevitabile contrazione dei volumi d’affari in costiera sorrentina, penalizzata da strategie turistiche consolidate nei decenni precedenti, quelle dei ‘vuoti per pieno’ ceduti ai grandi tour operator anglosassoni. Clienti che quest’anno, coi voli dalla Gran Bretagna fermi fino al 24 agosto, non si vedranno più. Qui a Sorrento gli alberghi hanno aperto in ritardo. Chi ha aperto. Qualcuno è rimasto chiuso.

Quanti lavoratori impiega la piccola catena alberghiera sorrentina dove lavoravate stagionalmente fino all’anno scorso?
Circa 300.

Hanno firmato tutti un contratto?
Il 90% non lo firma. “Sono formalità”, ci hanno risposto dall’amministrazione, dopo aver implorato per avere un incontro. Questo non significa che si lavora in nero, i contratti vengono depositati. Ma non si rilascia la copia, si conoscono le condizioni solo al primo cedolino.

Perché questa prassi?
Copre un’altra prassi: quella di provare a imporre impieghi ‘full time’ coperti da contratti ‘part time’. Ti chiedono di lavorare 9 ore al giorno per sei giorni alla settimana e sul contratto ne risulterebbero solo la metà.

Facciamo un esempio.
Ci hanno proposto a voce, nemmeno in maniera chiara, circa 600-700 euro al mese per fare le stesse cose, con gli stessi orari, dell’anno scorso, quando venivamo pagati circa 1.300 euro. Ci sono alberghi che hanno ridotto le assunzioni full time dei portieri da dieci a tre: fate una moltiplicazione delle loro ore ‘ufficiali’ e vi rendete conto che è impossibile assicurare il servizio 24 ore su 24 come è obbligatorio per gli hotel quattro stelle. Eppure, il portierato h24 c’è. Significa che molte ore sono in nero, o regalate.

A quante persone hanno fatto questo tipo di proposte?
Abbiamo calcolato che a Sorrento lavorano circa 3000 stagionali.

Accettano tutti?
Forse sì. Forse siamo gli unici ad aver rinunciato. Altri non ne conosciamo.

Perché avete rifiutato?
Preferiamo la disoccupazione allo sfruttamento. Non vogliamo creare un pericoloso precedente. Se oggi accettiamo, dovremo lavorare così anche domani, a crisi conclusa. Abbiamo messo qualcosa da parte, ci arrangeremo. Però vogliamo denunciare, far emergere queste storie.

E restare anonimi.
Altrimenti non lavoreremo mai più.

Gli stagionali del turismo non hanno un sindacato?
No. Nessuno ci tutela. Nemmeno i grandi sindacati nazionali. E le misure Cura Italia non ci hanno raggiunto. Da fonti trasversali abbiamo appreso che gli albergatori che volevano sfruttarci hanno ottenuto prestiti milionari garantiti dallo Stato. Quei prestiti dovevano servire anche a pagare il giusto a noi lavoratori. Purtroppo questo non sta avvenendo.

– se hai una storia simile da raccontare, se vuoi denunciare il mancato rispetto delle regole da parte dei datori di lavoro, se ci tieni a segnalare come vengono aggirate le norme in questo difficile momento storico invia una mail con oggetto “stagionali” a redazioneweb@ilfattoquotidiano.it.

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Stati popolari, la lotta degli ‘invisibili’ per i diritti propri e di tutti

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