Autostrade per l’Italia è stata “particolarmente resistente nel fare trasparenza” e non ha fornito “collaborazione piena” all’Autorità nazionale anticorruzione dopo il crollo del ponte Morandi. Il presidente dell’Anac Francesco Merloni, di fronte alla Commissione Lavori Pubblici del Senato boccia il comportamento della concessionaria nei confronti dell’Autorità che presiede e ricorda come la manutenzione del viadotto di Genova, crollato il 14 agosto 2018, era “intorno al 27%” rispetto ai piani finanziari predisposti dall’azienda. Più in generale, il successore di Raffaele Cantone parla di “criticità” nel mondo delle concessioni autostradali, definite un “oligopolio”, tra proroghe e scarsi controlli delle amministrazioni. Affermazioni che si basano, ad avviso di Autostrade, su “valutazioni superficiali e su dati e fatti totalmente errati”.

Per Meloni però “c’è da segnalare il comportamento in particolare di Aspi che è stata particolarmente resistente nel fare trasparenza, ma in generale è una tipica attività di pubblico interesse che è pacificamente soggetta a trasparenza. Non ci sono particolari profili di segreti commerciali”, ha spiegato riferendosi alla manutenzione e alle verifiche sulle opere, perché si tratta di “informazioni che rientrano pienamente nella nozione di attività di pubblico interesse” e quindi “sottoposti a piena trasparenza”.

Dopo il crollo del ponte Morandi, che ha aperto una battaglia sulla revoca che mercoledì vivrà uno snodo cruciale con la pronuncia della Consulta sulla costituzionalità del decreto Genova, spiega Merloni “ci fu un’interlocuzione molto faticosa con Aspi per ottenere le informazioni”, precisando che in Anac “non siamo abituati ad avere questo tipo di interferenze dalle amministrazioni”. Il numero uno dell’Anticorruzione ha quindi sottolineato che “in vicende così la tempestività dello scambio di informazioni è essenziale”, invece “anche in un’occasione così drammatica non c’è stata collaborazione piena” di Autostrade. Che, ha ricordato, aveva un tasso di manutenzione “intorno al 27%” rispetto ai piani finanziari sul viadotto “ma comunque gli interventi erano stati rinviati nel tempo” e “il dato complessivo era insufficiente a dare garanzie di sicurezza dell’opera”.

L’Anac, ha quindi sottolineato, ha “predisposto un accertamento generale sulle concessioni” e “sono emerse criticità che riguardano anche le concessioni autostradali”, definite una “sorta di oligopolio”: “C’è uno scarso numero di concessionari. Molte sono le concessioni scadute – ha spiegato Merloni – molte le proroghe e pochi i controlli delle amministrazioni”. Proprio sui controlli si è focalizzato un altro passaggio dell’audizione: “Ci sono diversi sistemi di vigilanza che meriterebbero maggior coordinamento. Ad esempio, una cosa sono i controlli che deve fare il ministero dei Trasporti che è l’amministrazione concedente, è ruolo del ministero valutare quali conseguenze far scattare per insufficiente manutenzione o inadempimento, questo non spetta a noi che svolgiamo compito di vigilanza su affidamenti e fase esecutiva”.

Ma il ruolo Anac, ha continuato, “si sovrappone con i compiti dell’Autorità regolazione trasporti e dell’Antitrust che vigila sulla concorrenza”. Per questo, ha detto ancora Merloni, “c’è da segnalare che va rivisto il sistema dei controlli” perché “abbiamo anche segnalato difficoltà a farli e in materia di concessioni autostradali questo tema è fortemente significativo, vanno molto potenziati”. Non controlli “formali”, ha concluso, “ma nel contratto di affidamento: spiegare cosa il concessionario deve comunicare stabilmente, non può essere un controllo random, deve essere organizzato”.

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