Meno criminali in giro e meno reati. Almeno quelli denunciati. Il ché non vuol dire che siano davvero diminuiti: quelli che spesso si compiono tra le mura domestiche, infatti, sono addirittura aumentati. Sono gli effetti del lockdown dovuto all’emergenza sanitaria provocata dal coronavirus. Un evento eccezionale che ha inciso sull’andamento generale della delittuosità in Italia, con una riduzione complessiva dei reati commessi del 61% (175.693) nel periodo 1° marzo-10 maggio 2020 rispetto allo stesso periodo del 2019 (447.537). I numeri sono contenuti nel secondo report 2020 dell’Organismo permanente di monitoraggio e analisi istituto presso la direzione centrale della Polizia criminale, cioè la Criminalpol. Dati non ancora consolidati che consentono una lettura del comportamento della criminalità diffusa e di quella organizzata in un periodo che non ha precedenti. E riserva qualche sorpresa.

Se infatti c’è una complessiva riduzione delle denunce a livello assoluto, a partire dalla fine di marzo si registra un costante incremento dei reati spia della violenza di genere: atti persecutori, maltrattamenti e violenza sessuale. Dagli 886 di fine marzo – dunque durante il lockdown – arrivano a 1.080 al 10 maggio 2020, in corrispondenza del progressivo allentamento delle misure restrittive. Il reato con l’aumento più significativo è quello dei maltrattamenti contro familiari e conviventi.

Sono invece diminuiti, ovviamente, i reati cosiddetti predatori, come furti e rapine (durante il lockdown la maggior parte degli esercizi commerciali era chiuso, e in giro c’era pochissima gente). Partendo dalle macro aree, il calo più sensibile è quello dei reati contro il patrimonio (-44,89%), all’interno dei quali spiccano la contraffazione (-83%), i furti (-74%) e le rapine (-63%). Calano i furti in abitazione (-76%) e in esercizi commerciali (-68%). Furti e rapine, nel periodo considerato, si sono concentrati sulle attività commerciali rimaste aperte, come piccola e grande distribuzione alimentare, farmacie, edicole e tabacchi. Per quanto riguarda i reati relativi agli stupefacenti – anche questi in calo del 28%, con produzione e traffico, nello specifico, diminuiti del 37% – sono emerse nuove forme di spaccio di droga mascherate, ad esempio, da food delivery (spacciatori-driver con consegna porta a porta e, a volte, uso di app e pagamenti elettronici) o da car sharing.

“Sorvegliate speciali” anche le truffe, che pure in calo (-48%) nella fase acuta della pandemia, hanno approfittato del particolare contesto emergenziale: dalle frodi in commercio, con la vendita di dispositivi di protezione sanitaria (mascherine, guanti, disinfettanti) a prezzi esorbitanti o non conformi alle normative, alle truffe online come lo smishing, l’invio di sms sullo smartphone con richiesta di aiuti o promesse di utilità economiche – facendo leva sulla crisi economica – in cambio di dati personali e della carta di credito, segnalate più volte dalla Polizia postale e delle comunicazioni. Attenzione alta, infine, sul pericolo mafie per quanto riguarda i reati ambientali, legati in particolare all’edilizia e allo smaltimento dei rifiuti. L’inquinamento ambientale risulta in calo dell’82,4%, e le attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti sono scese del 70,8%, ma la combustione illecita è salita dell’8,4%. Sul fronte dello smaltimento, i carabinieri hanno avviato accertamenti specifici sul ciclo dei rifiuti speciali di carattere sanitario.

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