A quarant’anni dalla strage di Ustica, nella quale morirono 81 persone, il “dovere della ricerca della verità” resta “fondamentale per la Repubblica”. L’ultimo appello perché venga fatta piena luce sul volo di linea IH870 della compagnia aerea Itavia, diretto a Palermo Punta Raisi e inabissatosi nel mar Tirreno, arriva dal capo dello Stato Sergio Mattarella. Al monito del presidente della Repubblica, nel giorno dell’anniversario della tragedia, si uniscono anche il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, la presidente del Senato, Maria Elisabetta Casellati, e il presidente della Camera, Roberto Fico.

Mattarella: “Paesi alleati collaborino” – La strage avvenuta nel cielo di Ustica la sera del 27 giugno 1980 è “impressa nella memoria della Repubblica con caratteri che non si potranno cancellare”, ricorda il presidente della Repubblica puntualizzando che per una ricostruzione “piena e univoca” è necessaria anche “l’aperta collaborazione dei Paesi Alleati”. A quarant’anni dai fatti avvenuti nel mar Tirreno, dice Mattarella, “sentiamo ancora più forte il legame di solidarietà con i familiari delle 81 vittime e ci uniamo nel ricordo di chi allora perse la vita, con una ferita profonda nella nostra comunità nazionale”.

“Dovere della ricerca fondamentale” – “La condivisione di tanto dolore – osserva il presidente della Repubblica – è stata ed è anche motivo di testimonianza e di impegno civile. Il quadro delle responsabilità e le circostanze che provocarono l’immane tragedia tuttora non risulta ancora ricomposto in modo pieno e unitario. Tuttavia molta strada è stata percorsa dopo che reticenze e opacità erano state frapposte al bisogno di verità, incomprimibile per una democrazia e uno Stato di diritto”. Quanto ricostruito finora, aggiunge, è stato possibile grazie a “tenacia e professionalità di uomini dello Stato” che “hanno consentito di diradare nebbie” ed anche “grazie anche alla determinazione e alla passione civile delle famiglie delle vittime e di quanti le hanno sostenute nelle istituzioni e nella società”. Un impegno a cercare “quel che ancora non appare definito nelle vicende di quella sera drammatica” che “non può e non deve cessare”, dice ancora Mattarella. “Trovare risposte risolutive, giungere a una loro ricostruzione piena e univoca richiede l’impegno delle istituzioni e l’aperta collaborazione di Paesi alleati con i quali condividiamo comuni valori – conclude – Il dovere della ricerca della verità è fondamentale per la Repubblica”.

Conte: “Mai più veli a coprire pagine tragiche della storia nazionale” – Il premier ha utilizzato il suo profilo Facebook per ricordare che la strage di Ustica “è una delle ferite più profonde nella storia del nostro Paese” e che “l’impegno del Governo e delle istituzioni nella ricerca della verità non deve conoscere soste. La memoria da sola non basta: le vittime e i loro familiari meritano giustizia“. A sentire Conte, “la volontà dell’esecutivo di fare chiarezza su quanto accadde nel cielo di Ustica non sarà un impegno isolato. È nostra intenzione far luce anche su tutte le altre pagine buie che hanno segnato la storia della nostra Repubblica – ha aggiunto – e su cui continuano ad aleggiare troppi misteri insoluti“.

Il presidente del Consiglio poi ha sottolineato di aver confermato al viceministro dell’Interno Vito Crimi “l’incarico di seguire i lavori del Comitato consultivo sulle attività di versamento all’Archivio centrale dello Stato e agli Archivi di Stato della documentazione in possesso delle amministrazioni dello Stato. Il Comitato, costituito in attuazione della direttiva del Presidente del Consiglio dei ministri del 22 aprile 2014 – ha specificato – è composto dai rappresentanti delle amministrazioni interessate ai versamenti documentali, nonché dai rappresentanti delle associazioni dei familiari delle vittime del terrorismo. Sto lavorando a una nuova direttiva – ha annunciato Conte – che consenta di allargare il perimetro di queste ricerche e che venga incontro alle esigenze manifestate dalle associazioni dei familiari delle vittime durante i lavori del Comitato nel corso del 2019. Non devono esserci più veli a coprire le pagine più tragiche della nostra storia nazionale“.

Casellati: “Giorni senza verità è sconfitta” – “Ustica merita giustizia”, dice la presidente del Senato Casellati, ricordando che “ogni giorno senza verità sul disastro del DC-9 dell’Itavia rappresenta una sconfitta per l’Italia e le sue istituzioni”. “Avevo fortemente voluto una riunione del Consiglio di Presidenza per la desecretazione degli atti ma purtroppo, nonostante la mia buona volontà, non si è raggiunto un accordo”, aggiunge la seconda carica dello Stato ritornando sulle accuse incrociate degli scorsi giorni. “Mi auguro si arrivi presto ad una definizione necessaria ad accertare i fatti e contribuire a fare quella chiarezza che l’Italia intera reclama”, conclude Casellati.

Fico: “Non c’è ragion di Stato che tenga” – Al pari di Mattarella, il presidente della Camera Roberto Fico ha chiesto “chiarimenti” ai Paesi alleati, in particolare Usa e Francia e ha invitato a parlare “chi sa, perché non può morire con questo segreto in pancia“. Ci sono, ha aggiunto la terza carica dello Stato assicurando che si batterà per la desecretazione di tutti gli atti, “pezzi del nostro Stato che sanno cosa è successo, credo sia arrivato il momento da parte di qualcuno, anche all’interno dei nostri servizi, di parlare e dire la verità“.

“Dopo 40 anni non c’è ragion di Stato che tenga” ha detto Fico, che da un lato ha ricordato che “pezzi dello Stato sanno la verità” ed “è arrivato il momento di parlare“, dall’altro ha invitato a un lavoro diplomatico “incessante” chiedendo “chiarimenti” a Usa e Francia. “Quando sono andato in Francia per incontrare il presidente del parlamento francese, ho chiesto proprio di Ustica. Servono risposte alle rogatorie internazionali non formali, ma sostanziali. Voglio un lavoro diplomatico più forte e incessante che va in Francia e negli Stati Uniti a chiedere chiarimenti”, ha detto Fico. “Dopo quarant’anni chiedo a chi sa di parlare, perché non può morire con questo segreto in pancia“. L’impegno della Camera dei deputati, assicura, “è incessante” e “andremo avanti finché l’ultimo atto non sarà desecretato” perché uno “Stato che non riesce a fare verità su se stesso non riesce ad essere democratico davvero”. Dopo quattro decenni “vogliamo sapere quali caccia erano vicini” al Dc9 e chi “ha premuto quel pulsante”, ha aggiunto assicurando il suo impegno “fino a quando i risultati che ci siamo prefissi non saranno raggiunti”.

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