Era dal 1975 che non si registravano vittime nell’infinito scontro tra Cina e India nell’area himalayana di confine contesa tra i due Paesi. Ma nella notte tra lunedì e martedì, 20 soldati di Nuova Delhi, tra cui un alto ufficiale, sono morti dopo uno scontro con l’esercito di Pechino nel territorio del Ladakh. Tre di loro sono morti sul colpo mentre gli altri 17, ha poi confermato un portavoce dell’Esercito indiano dopo le anticipazioni dei media locali, “erano rimasti gravemente feriti” e “sono stati esposti a temperature sotto lo zero“, così sono “morti per le ferite riportate, portando il bilancio a 20 vittime”.

L’episodio è avvenuto nella Valle del Galwan, dove da settimane si registrano schermaglie tra i due eserciti, anche se quest’ultimo scontro viene considerato uno dei più gravi degli ultimi anni tra le due potenze asiatiche. Secondo una nota diffusa dall’esecutivo guidato da Narendra Modi, i rappresentanti militari dei due Paesi hanno subito avviato i contatti e fissato un incontro per arrivare il prima possibile a una de-escalation ed evitare conseguenze ancora più gravi: “Ieri sera si è verificato un violento scontro con vittime. La perdita di vite dal lato indiano include un ufficiale e due soldati”, ha detto il portavoce dell’esercito indiano, il colonnello Aman Anand.

Gli alti gradi militari si stanno sentendo in videoconferenza, ma il capo di Stato Maggiore dell’esercito indiano, Manoj Mukund Naravane, ha cancellato la visita che aveva in programma alla base militare di Pathankot, come ha riferito News18. La situazione è stata analizzata anche durante un incontro convocato dal ministro della Difesa indiano, Rajnath Singh, con il titolare degli Esteri, Subrahmanyam Jaishanka, e il capo di Stato Maggiore, Bipin Rawat, oltre ad altri responsabili della sicurezza. Alle 15 ora indiana (11.30 italiane) il primo ministro Modi ha convocato una videoconferenza sull’incidente con i chief minister alla quale ha partecipato anche Singh.

Pechino però risponde accusando l’esercito indiano di due “incursioni provocatorie” lungo il confine conteso. Il ministero degli Esteri cinese, riporta il Global Times, ha fatto sapere che gli “scontri” sono scoppiati ieri nella valle del Galwan “dopo che le truppe indiane hanno attraversato la frontiera per attività illegali“. La Cina ha presentato una protesta formale e il portavoce del ministero, Zhao Lijian, ha accusato l’India di aver provocato “gravi scontri” diretti tra le truppe dei due Paesi. Pechino mette inoltre in guardia Nuova Delhi da “movimenti unilaterali che potrebbero complicare la situazione al confine”. Zhao ha anche insistito sul “dialogo” per “contribuire ad allentare le tensioni e mantenere la pace e la tranquillità” lungo la frontiera.

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