Un intero giorno di polemiche, poi rientrate dopo un faccia a faccia a Palazzo Chigi. Ha fattoo discutere il patto tra il governo e l’Anci per reclutare 60mila assistenti civici a cui affidare parte del monitoraggio sul rispetto delle misure per la fase 2. Una misura che ha spaccato la maggioranza e costretto il premier Giuseppe Conte a incontrare i ministri competenti, Francesco Boccia, Luciana Lamorgese e Nunzia Catalfo, per trovare un punto di mediazione tra tutte le forze che sostengono l’esecutivo. Un punto che sembra essere stato trovato, visto che tutti i partecipanti hanno parlato di un incontro “positivo e costruttivo”.

La nota di Chigi: “Saranno volontari” – Il vertice è durato più di due ore ed è servito per arrivare a confermare la misura degli assistenti civici. “I Ministri direttamente interessati al progetto proseguiranno nelle prossime ore nel mettere a punto i dettagli di questa iniziativa, che mira, per il tramite della Protezione civile, a soddisfare la richiesta dell’Anci di potersi avvalere, per tutta la durata dell’emergenza sanitaria, di soggetti chiamati ad espletare, gratuitamente, prestazioni di volontariato, con finalità di mera utilità e solidarietà sociale, anche attraverso la rete del Terzo Settore”, fa sapere Palazzo Chigi in serata. Insomma gli assistenti civici arriveranno ma, specifica sempre il governo, “non saranno incaricati di pubblico servizio e la loro attività non avrà nulla a che vedere con le attività a cui sono tradizionalmente preposte le forze di polizia”. Specifiche, quelle di Chigi, fondamentali per provare a far rientrare la fibrillazione interna alle forze di governo. Dal Viminale, da dove nel pomeriggio era arrivato un altolà all’iniziative, il confronto e la mediazione di Conte vengono definiti “costruttivi” perché sono stati meglio precisati i contorni della nuova figura che “non avrà incarichi di pubblico servizio” nè potrà svolgere attività di polizia. “Tenuti fermi questi paletti sui quali ha convenuto anche il premier – fanno sapere dal ministero guidato da Luciana Lamorgese – il progetto proseguirà con il coinvolgimento del terzo settore”. A difendere l’iniziativa è soprattutto il sindaco di Bari e presidente dell’Anci, Antonio Decaro: “Chi pensa alle ronde o a giustizieri improvvisati non conosce le cose bellissime che i volontari hanno fatto in questi mesi. E comunque noi sindaci siamo in prima linea da tre mesi, ce la mettiamo tutta, siamo stremati dalla gestione dell’emergenza e non vorremmo ora combattere le insidie della polemica politica. Ci piacerebbero meno dibattiti e più aiuti concreti. Non possiamo essere lasciati ancora una volta da soli“, dice alla fine del vertice.

La polemica nella maggioranza – Il riferimento di Decaro è per le varie polemiche sollevate in giornata da tutte le forze politiche sulla questione. Se per il viceministro della Salute, Pierpaolo Sileri, di volontari “ne serviranno più di 60mila“, tutti gli altri partiti – compresi alcuni esponenti del Pd – hanno criticato la novità introdotta dal ministero di Boccia. “Io ho delle perplessità“, dice a Skytg24 Economia la titolare del Lavoro Catalfo, pochi minuti prima di entrare al vertice di Palazzo Chigi col premier, il ministro degli Affari regionali e quella degli Interni. Ma l’esecutivo non ne aveva discusso prima? “No, non c’era stata una condivisione probabilmente il ministro Boccia l’ha portata avanti con l’Anci”, ha risposto Catalfo. “Semplicemente c’è stata forse una fuga in avanti da parte del ministro Boccia comunque per un’iniziativa lodevole che ha avuto delle critiche. Non sono delle guardie, non sono delle ronde. Ognuno deve essere assistente civico di se stesso”, ha detto invece Federico D’Incà, ministro dei Rapporti con il Parlamento. “La misura va certamente bloccata, almeno finché non ci sarà un confronto e ci vedremo chiaro”, ha commentato il capo politico M5S e viceministro dell’Interno Vito Crimi. “Con il M5s questa proposta non è stata condivisa e non la vogliamo. Basta sparate. Serve responsabilità e serietà”, ha scritto in un tweet il viceministro allo Sviluppo economico Stefano Buffagni.

I renziani ne approfittano – A lamentarsi anche Italia viva. Lo stesso Matteo Renzi ha rilanciato un tweet del dem Matteo Orfini che sugli assistenti civici dice “non servono. Servono ministri che facciano i ministri e amministratori che facciano gli amministratori”. Quindi l’ex premier ne ha approfittato per attaccare l’esecutivo personalmente: “Un ministro ha annunciato la creazione di un corpo di 60.000 assistenti civici. Boh, solo a me sembra una follia finalizzata ad avere visibilità?”. A quel punto è trapelato anche il fastidio del Viminale, che tramite fonti interne ha parlato di “decisioni assunte, senza preventiva consultazione del ministero”, che quindi “non dovranno comportare compiti aggiuntivi per le prefetture e per le forze di polizia già quotidianamente impegnate nei controlli sul territorio”. Fastidio poi rientrato in serata dopo l’incontro di Palazzo Chigi e le precisazioni sul ruolo delle nuove figure.

Cosa sono: la precisazione del ministero – L’annuncio lo avevano fatto ieri, rilanciando una notizia già diffusa nelle scorse settimane, il ministro Pd Boccia e il presidente dell’Anci Decaro, pure lui dem. Nei giorni delle polemiche per gli assembramenti serali nei centri cittadini, della stretta sui locali e dell’aumento dei controlli decisi da molti sindaci, il pensiero è andato subito all’utilizzo dei volontari per controllare le aree della movida. Una scelta che ha suscitato non poche perplessità, tanto da spingere fonti del ministero degli Affari regionali a chiarire: “Nessuna vigilanza, ronda o sentinelle anti spritz. In caso di assembramenti non potranno chiedere i documenti ma solo segnalare a vigili e forze dell’ordine”. Gli assistenti civici saranno quindi innanzitutto “volontari“, spiegano dal dicastero, che saranno a disposizione per “16 ore settimanali che ciascuno può regalare al proprio comune per aiutare gli anziani, portare spesa e medicine, aiutare nell’organizzazione del distanziamento sociale, come ad esempio fuori dalle chiese o fuori dai parchi per contingentare gli ingressi”. Precisazioni che arrivano anche dal sindaco di Bari: “Svolgeranno le attività che i volontari hanno svolto in questi mesi tenendo in piedi le nostre comunità. Il bando serve a trovarne di nuovi, visto che – con il progressivo ritorno al lavoro – molti non hanno più la stessa disponibilità di tempo”. Più o meno gli stessi concetti chiariti dal vertice di palazzo Chigi, dopo un’intera giornata di polemiche.

Gli aiutanti civici dividono il Pd- “Se gli assistenti civici saranno impiegati per aiutare la ripartenza e contribuire a spiegare ai cittadini l’importanza del rispetto delle regole allora ben vengano ma se si configurano come ronde per un nuovo coprifuoco, Napoli sicuramente dirà no“, ha attaccato per esempio il sindaco di Napoli, Luigi se Magistris. “Ma quali ronde padane? Quelle avevano uno scopo repressivo. Queste hanno la funzione di ricordare ai cittadini le regole. Non c’è alcun arruolamento di milizie. Semplicemente abbiamo esigenza di dare una mano ai sindaci che hanno la responsabilità di gestire i territori”, è stata la difesa del ministro Pd per il Sud, Giuseppe Provenzano, a RaiNews24. Anche tra i dem, però, arrivano opinioni contrarie. “Non credo che questi volontari possano essere adatti per una realtà a rischio come quella della movida, ma potrebbero aiutare nei mercati scoperti e nei parchi”, dice il sindaco di Milano, Giuseppe Sala. Contrario anche il senatore Tommaso Nannicini: “Abbiamo bisogno di professionisti del bene comune e del welfare di comunità, non di vigilantes, sotto le spoglie di assistenti civici”. Dello stesso pensiero LeU con il senatore Francesco Laforgia che esprime perplessità: “Il governo si confronti con il Parlamento prima di assumere decisioni importanti”. Le critiche sono arrivate da tutte le opposizioni, da PiùEuropa a Giorgia Meloni. Una vera tempesta in un bicchiere d’acqua, visto che alla fine la misura sarà varata senza costi aggiuntivi o rischi per l’ordine pubblico.

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