La causa del coronavirus? “L’incompetenza della Cina e nient’altro”. Gli Stati Uniti primo Paese per numero di contagi? “Un distintivo d’onore”. E la speaker della Camera Nancy Pelosi è una “donna malata, con problemi mentali”. Non si risparmia il presidente americano, Donald Trump, sempre più sotto pressione, continuamente criticato per il modo in cui sta gestendo la crisi sanitaria negli Stati Uniti in vista delle elezioni presidenziali. Il tycoon punta infatti il dito contro Pechino, accusandola di essere l’unica responsabile della nascita della pandemia. E messo di fronte al fatto che gli Usa abbiano il numero di contagi più alto al mondo – stando ai dati della Johns Hopkins University, più di 1,5 milioni di casi e quasi 92mila morti – Trump risponde ai giornalisti che lo considera “una buona cosa perché significa che i nostri test sono molto meglio”.

“Alcuni pazzi in Cina hanno appena rilasciato una dichiarazione incolpando tutti gli altri, tranne loro, per il virus che ha ucciso centinaia di migliaia di persone – ha scritto su Twitter il presidente americano – Per favore, spiegategli che è stata l’incompetenza della Cina, e nient’altro, a provocare questa strage in tutto il mondo!”.

Continua poi il botta e risposta con la speaker della Camera. Qualche giorno fa, il tycoon aveva dichiarato di prendere l’idrossiclorochina, un anti malarico sotto sperimentazione contro il coronavirus, “da oltre una settimana e mezzo”, cosa per cui è stato criticato dalla Pelosi a causa della sua età e del suo peso eccessivo. In risposta, Trump l’ha definita una “donna malata, con problemi mentali” e ha sottolineato che ha consultato il medico della Casa Bianca, Sean Conley, che ha assicurato che “i potenziali benefici del trattamento superano i relativi rischi”. Sempre di recente, il presidente americano si era scontrato anche con il suo predecessore Barack Obama: l’ex presidente lo aveva accusato pubblicamente di essere un incompetente, ponendo così fine alla tradizione secondo cui chi siede alla Casa Bianca non viene mai criticato da chi lo ha preceduto, e Trump a sua volta aveva addirittura evocato il carcere per il Dem.

Elezioni presidenziali Nel frattempo The Donald continua la propria crociata contro il voto per posta, considerato da molti il modo più sicuro di svolgere le elezioni presidenziali di novembre. Secondo Trump, invece, questa modalità sarebbe veicolo di frodi elettorali. Per questo il presidente americano ha minacciato di bloccare i fondi al Michigan, Stato ora a guida democratica che lui conquistò per appena mille voti aggiudicandosi così la Casa Bianca, che ha deciso di inviare i moduli per il voto per posta ai 7,7 milioni di elettori registrati. “Questo è stato fatto in modo illegale e senza autorizzazione da un segretario di Stato furfante – ha scritto su Twitter il presidente americano – Chiederò di bloccare i fondi al Michigan se vorranno andare avanti su questo cammino di frode elettorale”. Gli Stati, infatti, riceveranno 400 milioni di dollari per le elezioni contenuti nel pacchetto per l’emergenza Covid-19 da 2mila miliardi di dollari.

I brogli elettorali potrebbero non essere l’unica ragione per cui Trump si oppone a questa modalità di voto. In un tweet del mese scorso ha fatto trapelare come i suoi timori siano forse più legati ai risultati elettorali, affermando che “non si sa per quale ragione” il voto per posta “non funziona per i Repubblicani” e per questo, oltre che per “i potenziali rischi di frode”, devono “opporsi con tutte le forze”.

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