Prenotazioni online, controllo temperatura agli ingressi, obbligo di mascherina, distanziamento sociale e apertura delle attrazioni soltanto in esterna. Il parco divertimenti di Gardaland si prepara a ripartire così dopo la chiusura forzata a causa della pandemia. “Stiamo lavorando a un protocollo di sicurezza per gestire tutti gli aspetti operativi così da minimizzare il rischio per i nostri dipendenti ed i nostri ospiti” spiega il Ceo Aldo Maria Vigevani mentre cammina in un parco vuoto e stranamente silenzioso. In questi due mesi la natura si è ripresa lentamente gli spazi delle attrazioni come testimoniano due anatre ai bordi del Colorado Boat. Il parco è uno dei motori principali dell’economia gardesana. “Abbiamo 260 dipendenti fissi – racconta Vigevani – e nella stagione estiva arriviamo ad assumere oltre 1500 stagionali”. Dagli addetti alla sicurezza ai gestori delle attrazioni, dai camerieri ai cuochi. “Si può dire che sono quasi stagionali fissi – chiarisce Andrea Lovisetto, sindacalista del Filcams Cgil di Verona – la loro vita e la loro economia famigliare è scandita dall’alternanza tra stagione e disoccupazione, sperando che non siano marito e moglie perché in quel caso farebbero davvero fatica in questo periodo”. Il timore è che non tutti gli stagionali potranno essere riassorbiti. La riapertura sarà infatti un “soft opening”. Per garantire la sicurezza degli ospiti e dei lavoratori, torneranno in funzione la metà delle attrazioni. L’obiettivo è quello di tornare ad accogliere il 50% dei tre milioni annui di visitatori del parco. “Vogliamo dimostrare che anche in un grande parco – conclude Vigevani – si può convivere con il virus in sicurezza”. Ma i lavoratori stagionali non sono gli unici ad aspettare la riapertura. Secondo i dati forniti da Gardaland, sono oltre 3500 le strutture distribuite sul lago che fanno parte dell’indotto. Alberghi, campeggi, B&B, pizzerie, ristoranti che regolano la loro stagione seguendo il calendario del parco. “Gardaland è il primo operatore turistico per il territorio – spiega Marco Lucchini, presidente dell’Ente Bilaterale del Turismo Gardesano – se non ci fosse, il mercato del turismo italiano non ci sarebbe o sarebbe minimo”.

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