Cassa integrazione e taglio del budget dei collaboratori. È la ‘cura’ che l’Ansa vorrebbe imporre ai giornalisti per coprire le probabili perdite nel bilancio derivanti dall’emergenza coronavirus. Una prospettiva di fronte alla quale i cronisti della principale agenzia di stampa italiana hanno deciso di proclamare due giorni di sciopero. L’astensione dal lavoro è iniziata alla 7 venerdì e durerà fino alla stessa ora di domenica.

Il piano dell’azienda è quello di programmare 24 giorni di cassa integrazione per tutti i giornalisti a partire da giugno e da spalmare su tutto l’anno solare, oltre a decurtare del 25% il budget dedicato ai collaboratori. Di fronte all’ipotesi illustrata dall’azienda, i giornalisti hanno deciso in assemblea di proclamare lo sciopero: “Le misure avanzate comprometterebbero gravemente la capacità dell’Ansa di assicurare un notiziario qualitativamente e quantitativamente adeguato alle esigenze del Paese in un momento in cui il ruolo dell’informazione è quanto mai essenziale”, si legge nel comunicato diffuso dai giornalisti.

Un indebolimento, quello prospettato, che “pare ancora più inconcepibile alla luce del riconoscimento della funzione che la politica tutta e le istituzioni hanno tributato all’Ansa in questa fase drammatica del Paese, nella quale il lavoro della redazione”, che ha operato in smart working “in assenza di dotazioni tecnologiche adeguate”, è stato “unanimemente ritenuto indispensabile nella lotta alle fake news”.

“Per l’ennesima volta l’azienda – proseguono i giornalisti – intende raggiungere il pareggio dei conti scaricando i costi sui redattori e ancor peggio sui collaboratori e sui precari dell’agenzia privati, non solo di prospettive, ma anche di una retribuzione dignitosa, con la pretesa, inoltre, di raggiungere l’obiettivo entro il 2020″.

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