“Dall’inizio dell’emergenza, abbiamo sempre lavorato nei reparti Covid dell’ospedale di Pavia e come ricompensa ora subiremo un taglio”. Aleida, Lumi e Luisella sono tre delle oltre centocinquanta addette alle pulizie impegnate nelle corsie del Policlinico San Matteo di Pavia. Tre quarti di loro sono donne e guadagnano sette euro e quindici centesimi l’ora (lordi) dalle cooperative. Ma con il cambio di appalto da oggi subiranno un taglio dell’8% sul monte ore. “Per me vorrà dire ricevere cento euro in meno in busta paga – racconta una di loro – già faccio fatica ad arrivare a fine mese adesso, figurati dopo questi tagli”. Una situazione denunciata anche dal sindacato Uiltucs Lombardia che ha portato alla luce la loro vicenda. “Ogni quattro o cinque anni ci ritroviamo nella stessa situazione e con i cambi di appalto le condizioni di lavorano peggiorano sempre di più”. La mole di lavoro però rimane sempre la stessa. Ogni giorno devono affrontare i rischi e la paura del contagio. “Abbiamo dovuto imparare a vestirci come gli infermieri dall’oggi al domani” spiega Aleida. Calzari, tute, visiere, e mascherine. “Anche se all’inizio abbiamo dovuto elemosinare per averle – le fa eco Luisella – non ci siamo mai fermate, ma quando torniamo a casa abbiamo paura di infettare i nostri cari”. Non vogliono essere definite eroine e non vogliono chiedere ringraziamenti: “Quello che vogliamo è che ci trattino da esseri umani perché abbiamo una dignità e ogni giorno facciamo il nostro lavoro con dignità”.

Articolo Precedente

Primo maggio, i “rider precari fissi”: la Cgil lancia la serie ironica su problemi e speranze di Milano. Tra gli ideatori, Ripoldi del Terzo segreto di satira

next
Articolo Successivo

1 maggio, tra profitto e salute dovrebbe prevalere la seconda. Ma in Italia non è detto finisca così

next