La vela, il tennis, il nuoto in mare aperto potrebbero essere i più sicuri, a “rischio zero”. Gli sport di combattimento come il pugilato, o quelli a squadre ma con un intenso contatto fisico tipo il rugby, sono invece i più pericolosi, 4, che è anche il massimo della scala di valori utilizzata. Il tanto discusso calcio è catalogato come 3. Eccoli, i voti di rischio per la ripresa delle attività di tutte le discipline nell’emergenza Coronavirus: sono nero su bianco nel dossier Lo sport riparte in sicurezza, preparato dal Politecnico di Torino e consegnato dal Coni al ministro Vincenzo Spadafora. Un documento che dovrà aiutare il governo a decidere la ripartenza, ma che contiene anche alcune prescrizioni non facili: dai tamponi per tutti prima di ogni gara, alle mascherine in panchina, condizioni fondamentali per la sicurezza sanitaria ma quasi incompatibili con l’attività fisica.

IL DOSSIER DEL CONI – Nelle ultime settimane il Coni di Giovanni Malagò ha raccolto le indicazioni provenienti da tutte le Federazioni e discipline sportive, per oltre 387 sport diversi, confluite in un unico rapporto preparato dal Politecnico di Torino. Si tratta praticamente del dossier Inail con i codici Ateco per le attività produttive, applicato allo sport: oltre 400 pagine che forniscono indicazioni e azioni di mitigazione per accompagnare la ripresa dell’attività agonistica, quando sarà finito il lockdown. L’ultimo Dpcm sulla fase 2, che ha previsto a partire dal 4 maggio la ripresa degli allenamenti per gli atleti di interesse nazionale ma solo per alcune discipline individuali, spiega che Palazzo Chigi emanerà delle linee guida per chiarire chi potrà fare cosa: il documento consegnato martedì 28 al ministro Spadafora potrà dare delle indicazioni a riguardo (ma dirà la sua parola anche il comitato tecnico-scientifico).

I “VOTI” DI RISCHIO A TUTTI GLI SPORT – Tutte le Federazioni sono state chiamate ad autovalutare il fattore di rischio, in relazione ad una serie di elementi. Il più importante ai fini della ripresa degli allenamenti è il “contatto fra atleti”, da cui si può ricavare una sorta di scala del pericolo di contagio, che ilfattoquotidiano.it è in grado di rivelare. In una scala da 0 a 4, a 4 abbiamo pugilato (tipico sport di lotta), rugby, ma anche pallacanestro e pallavolo (dove di contatto ce n’è di meno, ma nell’atto della schiacciata e del muro gli atleti si ritrovano viso a viso), e persino lo squash (per gli spazi angusti e l’alta sudorazione); a 3 il calcio, ma pure la scherma; esempi di 2, rischio moderato, sono la pallanuoto (che si gioca in acqua clorata) e il beach volley, su cui tanto ci si sta interrogando in vista dell’estate; a 1 abbiamo il nuoto in corsia o il ciclismo; infine a 0 golf, tennis, equitazione, pesca, vela. Questa è inevitabilmente una semplificazione di un dossier molto più tecnico e complesso, che prevede tutta una serie di casistiche. Starà ai tecnici di Palazzo Chigi ricavarne le indicazioni utili. È possibile immaginare che un primo via libera potrebbe arrivare per gli sport che hanno una valutazione tra 0 e massimo 2, che poi sono anche tutti sport individuali.

LE CONDIZIONI IMPOSSIBILI (E L’ENNESIMA BOCCIATURA PER LA SERIE A) – Le attenzioni erano concentrate sul calcio che più di tutti smania per riprendere e un suo protocollo l’aveva già elaborato (quello tanto criticato della Figc). Ecco, proprio per il pallone il report contiene pessime notizie. Il Politecnico di Torino non si limita a catalogare le varie situazioni: aggiunge anche delle “azioni” per attenuare il fattore di rischio. Ed è proprio qui che sorge il problema: per gli sport di squadra, si parla di tampone per tutti i giocatori 48 ore prima di ogni gara. È una condizione che fa crollare il castello di carte del protocollo Figc, che sperava di potersela cavare con 2mila tamponi all’inizio (su cui per altro non sono mancate le polemiche): con un obbligo del genere, il numero degli esami sarebbe quasi decuplicato e la ripresa della Serie A diventerebbe insostenibile. Ma non è l’unica condizione “impossibile” del report. Si parla di mascherine e distanziamento sociale in panchina, sanificazione costante delle attrezzature, divieto di correre in fila. Persino per il tennis, una delle discipline in teoria a basso rischio, i giocatori dovrebbero indossare occhiali e guanti, utilizzare ciascuno le proprie palle senza mai raccogliere quelle degli altri, ed evitare di scendere a rete in contemporanea. Praticamente tennis sì, ma senza volée. Se lo sport ripartirà, non sarà più lo stesso, almeno all’inizio.

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