In diverse parti del mondo si è scatenata da settimane una sorta di corsa agli accaparramenti e chi usufruisce costantemente del Plaquenil ha seria difficoltà di reperibilità in farmacia. A lanciare l’allarme qualche giorno fa è stato l’Osservatorio Malattie Rare (Omar), che aveva chiesto alle regioni di “attuare subito le indicazioni di Aifa per evitare disparità tra i pazienti sul territorio” e perché “sono a rischio le terapie per malattie autoimmuni”. In fase di sperimentazione per valutare un eventuale effetto profilattico su personale medico, la clorochina o idrossiclorochina – su cui molti scienziati hanno espresso dubbi e perplessità – viene sperimentata anche in Italia.

Già utilizzata contro malattie autoimmuni come lupus eritematoso e artrite reumatoide, la clorochina è al momento impiegata in Italia off label, ovvero fuori dall’indicazione originaria, e tale uso è stato di recente inserito a carico del Servizio sanitario nazionale sulla base di dati preliminari di potenziale attività antivirale. Alcuni esperti vedono nel farmaco una strada da percorrere perché potrebbe agire sulle due fasi di Covid 19, quella virale e quella infiammatoria. Altri invitano alla prudenza: allo stato gli studi sono davvero pochi e i risultati sui pazienti scarsi, se non dannosi per chi è affetto da patologie cardiache.

La caccia di questo e altri farmaci si è scatenata anche sul web. Per questo motivo l’Iss ha pubblicato un decalogo in dieci punti: in primis non assumere antivirali o antibiotici se non sono stati prescritti dal medico e essere coscienti che non esiste attualmente un farmaco per prevenire l’infezione. Fidarsi solo delle informazioni che provengono da fonti ufficiali (Aifa, Iss e ministero della Salute) e sapere che attualmente non c’è una profilassi farmacologica per chi ha avuto contatti con soggetti positivi al coronavirus.

Dal report ‘Indicazioni relative ai rischi di acquisto online di farmaci per Covid-19 e alla diffusione sui social network di informazioni false sulle terapie”, si scopre anche che alcune farmacie russe online vengono liberamente l’Arbidol, un antinfluenzale la cui efficacia contro il virus non è dimostrata, prodotto e approvato a Mosca e dintorni. Ancora: la clorochina, un antimalarico che può richiedere solo dietro prescrizione medica chi si reca in zone a rischio malaria, usato nella sperimentazione contro il SARS-COV-2, viene anch’esso venduto online proposto come rimedio certo. Così pure l’idrossiclorochina (Plaquenil) è proposta illegalmente su un portale estero con tanto di guida ai dosaggi, l’oseltamivir, il ribavinir, l’indometacina, il lopinavir/ritonavir.

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